Ghiandole Salivari: Embriologia, Istologia

Embriologia.

Dal punto di vista embriologico originano da un’invaginazione dell’ectoderma, prima la parotide intorno alla sesta settimana insieme alla sottomandibolare, poi la sottolinguale intorno all’ottava, e per finire intorno alla 12a settimana le ghiandole salivari minori. Derivano da una differenziazione dell’ectomesenchima con conseguente sviluppo di una capsula fibrosa e di un connettivo che forma i setti che dividono le ghiandole in lobi e lobuli.

Istologia.

Embriologia.

Dal punto di vista embriologico originano da un’invaginazione dell’ectoderma, prima la parotide intorno alla sesta settimana insieme alla sottomandibolare, poi la sottolinguale intorno all’ottava, e per finire intorno alla 12a settimana le ghiandole salivari minori. Derivano da una differenziazione dell’ectomesenchima con conseguente sviluppo di una capsula fibrosa e di un connettivo che forma i setti che dividono le ghiandole in lobi e lobuli.

Istologia.

La struttura ghiandolare è tubulo-acinosa.

Sono tubulo-acinose composte, il secreto sieroso viene elaborato da unità che si trovano in forma di acino o di semilune, mentre quello di tipo mucoso viene elaborato da adenomeri a forma di tubuli.

Nelle ghiandole miste, come la sottomandibolare, sono visibili acini siero-mucosi, in cui le cellule sierose si organizzano a forma di semiluna intorno alle cellule mucose, probabilmente perché facilitano il drenaggio del secreto mucoso dai tubuli. Ciascun acino e ciascun tubulo proseguono unendosi a quelli vicini, formando condotti di calibro via via maggiori (dotti intercalari e dotti striati). I dotti intercalari hanno un epitelio cubico, i dotti striati un epitelio cilindrico, perché modificano la secrezione, rendendola ipotonica. Nei dotti escretori terminali è presente un epitelio cilindrico monostratificato in cui si modifica la concentrazione elettrolitica della saliva.

Il processo di secrezione è quello di esocistosi, che avviene quando la membrana che avvolge il secreto entra in contatto con la membrana plasmatica dell’apice cellulare, liberando il contenuto nel lume dell’acino. Il secreto abbandona il lume ghiandolare in seguito alla contrazione di cellule muscolari lisce, dette cellule mioepiteliali, che hanno attività contrattile perché posseggono miofibrille (filamenti di actina e miosina).

La saliva ha una funzione antimicrobica, sia antibatterica, antifungina che antivirale, per la presenza, non solo di enzimi proteolitici, ma anche di immunoglobuline e cromogranina. Ha una funzione digestiva grazie agli enzimi amilasi, proteasi, lipasi e determina la formazione del bolo alimentare grazie alla presenza di mucine e di acqua. Ha, inoltre, una funzione tampone perché contiene bicarbonati, fosfati e proteine. Ha anche una funzione di protezione e rimineralizzazione del tessuto dentario e di lubrificazione, grazie agli ioni calcio, fosfato e alla mucina.

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