Uveiti

Le uveiti rappresentano un processo infiammatorio a carico dell’uvea.

Le uveiti rappresentano un processo infiammatorio a carico dell’uvea.

L’uvea o tunica vascolare è una membrana abbastanza scura situata tra la lamina fibrosa e quella retinica. Quando parliamo di bulbo oculare è importante fare la distinzione tra queste tre tuniche ,concentriche,che dall’interno verso l’esterno sono la tunica fibrosa,quella vascolare e quella nervosa. All’interno di queste tre tuniche si vanno poi a sistemare determinate strutture che, caratterizzate dalla trasparenza,costituiscono l’apparato diottrico. La cornea, per esempio, è una di quelle strutture che fanno parte delle tunica fibrosa ma,essendo trasparente e avendo intrinseco un potere di convergenza, fa parte anche dell’apparato diottrico. 

Bisogna anatomicamente ricordare quali sono tutti gli annessi.

L’uvea è il tessuto vascolare che porta sangue e nutrienti all’occhio. Oltre alla funzione di sostentamento vi si associano altre funzioni quali quella di fungere da camera termostatica per la retina per promuovere il mantenimento di una temperatura ottimale affinchè sia garantito l’innescarsi dei meccanismi di trasduzione del segnale che parte dai fotorecettori,coni e bastoncelli,e fa si che i raggi luminosi siano trasformati in impulsi elettrici. Inoltre è deputata alla produzione dell’umore acqueo da cui dipende la pressione endoculare .

La tunica vascolare si applica direttamente alla sclera,però arrivando al punto di passaggio tra sclera e cornea ,il limbus,la coroide si stacca dalla tunica sclerale e non la segue più,introflettendosi e formando i corpi ciliari e l’iride mentre la sclera è seguita dall’uvea in tutta la sua estensione. Tra l’iride e la cornea si va a formare l’angolo della camera anteriore definito come angolo irido-corneale ,molto importante sia dal punto di vista anatomico che dal punto di vista funzionale perchè è qui che avviene il riassorbimento dell’umore acqueo. In base a questo angolo possiamo distinguere il glaucoma ad angolo aperto o ad angolo chiuso. A questo livello si forma una specie di maglia molto fitta che è una rete attraverso la quale l’umore acqueo viene riassorbito attraverso il canale di Schlemm che lo veicola ad un sistema di scarico venoso. L’umore acqueo è prodotto a livello dei processi ciliari,passa attraverso il forame pupillare quindi tra iride e cristallino e, tramite la pupilla,va a finire in camera anteriore dove a livello del trabecolato viene riassorbito per l’80%;la restante quota di umore acqueo è riassorbita dalla via uveo-sclerale che è stata scoperta da poco.

Dal punto di vista anatomico distinguiamo l’uvea in tre segmenti:

1)uvea anteriore –> iride;

2)uvea intermedia–>corpo ciliare;

3)uvea posteriore–>coroide.

La coroide possiamo immaginarla come un segmento di sfera cavo che si estende per tutta l’estensione della sclera quindi è come ne fosse la continuazione.  Ha uno spessore variabile e distinguiamo una superficie esterna ed una interna. Quella esterna è convessa ed entra in rapporto con tutta la sclera.

Il passaggio tra coroide e sclera avviene tramite la lamina fusca (o membrana sopracorioidea). La lamina interna è concava ed è in rapporto con la retina su cui si modella senza aderirvi risultando facilmente scollabile:il risvolto patologico è il distacco di retina che avviene tra uvea e retina anche se c’è da precisare che questo è vero in linea generale perchè in realtà il distacco avviene tra gli strati stessi della retina.

La coroide è molto più aderente alla sclera rispetto alla retina che vi risulta solamente adagiata sopra ed è la pressione interna del bulbo oculare che fa aderire la retina sulla coroide. Esistono dei punti con maggiore adesione della coroide rispetto alla retina che sono quelli a livello della papilla ottica,testa del nervo ottico, e a livello dell’ora serrata. La coroide presenta due aperture,una anteriore e una posteriore. L’apertura posteriore è la testa del nervo ottico mentre quella anteriore è definita come margine anteriore della coroide ed è situato anteriormente all’equatore dell’occhio; questo limite è indicato da una linea circolare e regolarmente festonata detta ora serrata. Da questo punto in poi prende piede un’altra zona del nostro occhio definita zona ciliare . L’ora serrata è un repere importante per la retina segnandone la distinzione in due regioni: la retina propriamente detta e la retina ciliare.

La retina al di sotto dell’ora serrata è quella funzionalmente attiva quindi deputata alla visione, mentre quella dopo l’ora serrata è rudimentale essendosi arrestato il suo sviluppo. Ecco che dal punto di vista chirurgico l’ora serrata è molto importante perchè rappresenta il punto di accesso per alcuni interventi.

Struttura della coroide: è formata da:

– una lamina sopracorioidea,

– una vascolare,una coriocapillare,

– da una membrana basale che è la lamina di Bruch.

La membrana di Bruch che è la più importante perchè si continua con la retina  e più precisamente con l’epitelio
pigmentato retinico-EPR-. La membrana di Bruch o lamina vitrea è una membrana trasparente molto sottile,di circa 1-3 micron; la parte liscia è in contatto con la retina mentre l’altra,con aspetto fibrillare,è in rapporto con lo strato coriocapillare e quindi questa membrana delimita la coroide dalla retina.

 L’altro componente della tunica vascolare, che rappresenta l’uvea intermedia, è il corpo ciliare ovvero quella zona della coroide introflessa verso l’interno . Ha una forma piramidale a base triangolare ;la faccia esterna aderisce alla sclera mentre quella interna alla tunica nervosa dell’occhio mettendola in contatto con il vitreo. È  molto sottile in corrispondenza della sua porzione posteriore quindi dell’ora serrata. È  costituito da due porzioni : il muscolo ciliare e i processi ciliari.

Il muscolo ciliare è deputato all’accomodazione mentre i processi ciliari sono deputati alla produzione di umore acqueo e tramite gli stessi abbiamo l’aggancio al cristallino mediante le fibre zonulari. I processi ciliari sono formati come una sorta di creste il cui orlo si riflette verso l’interno e va a formare l’ora serrata che quindi si configura come quel punto di passaggio della coroide con la zona ciliare e assume un aspetto festonato e questo è dovuto al fatto che rappresenta l’estremità interna della zona dei processi ciliari . La zona posteriore è sollevata in pieghe e nella sua porzione anteriore è liscia mentre in quella posteriore  è tappezzata dalla porzione ciliare della retina e, alle irregolarità disposte a raggiera nella regione anteriore,corrispondono i processi ciliari che hanno questo aspetto ondulato,a pieghe,utile per aumentare la superficie e quindi la produzione di umore acqueo in una zona un pochettino più piccola.

La faccia posteriore in direzione anteroposteriore è divisa in tre zone:

-una zona posteriore delimitata posteriormente dall’ora serrata ,

-una zona media che è molto più scura per la sua intensa pigmentazione e

-una zona anteriore che è proprio quella dei processi ciliari.

Ogni singolo processo ciliare ha la forma di una piramide triangolare la cui  lunghezza è di 2-3 mm e nel complesso,per 360°, abbiamo circa 80-90 processi ciliari . La parte anteriore dei processi è in rapporto con la faccia posteriore del muscolo ciliare e ogni processo è separato da quello adiacente da alcuni solchi detti vallecole ciliari. L’iride con la cornea e il corpo ciliare sotto vanno a formare l’angolo irido-corneale che rappresenta quella struttura defitita trabecolato la cui funzione è quella di riassorbire l’umore acqueo. Dietro il trabecolato è presente una sorta di venula detta canale di Schlemm che è il rubinetto di scolo dell’umore acqueo all’interno del nostro occhio. La profondità di questo angolo varia con la lunghezza dei processi ciliari e con la vicinanza all’iride : l’ampiezza di questo angolo è dovuta alla vicinanza dell’iride con la cornea ed eventualmente alla spinta che viene dal corpo ciliare .

Il muscolo ciliare si trova nel corpo ciliare e l’apice corrisponde all’ora serrata mentre la base è a livello della pupilla; la faccia ventrale corrisponde alla sclera mentre la faccia dorsale ai processi ciliari. È costituito da fibre muscolari lisce che nella parte anteriore hanno disposizione radiale mentre in quella posteriore circolare ed è proprio questa parte che prende il nome di muscolo di Muller.

L’ultima componente della tunica vascolare che rappresenta l’uvea anteriore è l’iride, ovvero lo sfintere dell’occhio. È una membrana che ha la forma di un disco provvisto di un foro al centro,la pupilla,da non confondere con la PAPILLA che rappresenta la testa del nervo ottico. L’iride,oltre a regolare la quantità di raggi luminosi che penetrano nel nostro occhio ha la funzione di essere,dal punto di vista topografico,il tetto della camera posteriore e il pavimento di quella anteriore e poi è quella struttura che dà il colore ai nostri occhi perchè nella zona interna è ricchissima di pigmento. La faccia anteriore è leggermente convessa con aspetto irregolare e costituisce la parete posteriore della camera anteriore ed è a stretto contatto con l’umore acqueo.

All’interno della faccia anteriore dell’iride noi distinguiamo due zone: una porzione ciliare che è detta periferica e costituisce l’anello colorato periferico e una zona centrale dal diametro di 1-2 mm che rappresenta la zona pupillare o anello colorato centrale.

Nell’iride distinguiamo due circonferenze :

-la grande circonferenza che è la giunzione della sclera con la cornea,fa seguito al corpo ciliare ed è mantenuta in sede dalla continuità dello stroma irideo con quello del corpo ciliare e da numerosi vasi che dalla faccia posteriore del muscolo ciliare penetrano nell’iride andando a formare il grande cerchio arterioso dell’iride,in più è tenuto in sede anche dai prolungamenti del legamento pettinato che si portano alla faccia anteriore dell’iride;

-la piccola circonferenza rappresenta la pupilla.

La faccia posteriore è leggermente concava e forma la parete anteriore della camera posteriore ed è di un colorito nero (eccetto che negli albini) dovuto alla presenza dell’epitelio pigmentato. La faccia interna dell’iride,arrivata a livello della piccola circonferenza,ovvero al bordo della pupilla,si riflette anteriormente,quindi una piccola porzione della faccia posteriore dell’iride viene in avanti e ricopre il margine pupillare.

L’iride è costituita da uno stroma rivestito posteriormente da un epitelio di stabilità che contiene due muscoli lisci nella porzione posteriore che costituiscono lo sfintere della pupilla e sono il muscolo dilatatore e il muscolo costrittore della pupilla. Il costrittore ha le fibre disposte in maniera concentrica circolare ed è innervato dal parasimpatico mentre il dilatatore è composto da un singolo strato di fibre muscolari che stanno sotto l’epitelio posteriore ed è costituito dai prolungamenti basali dello strato anteriore,ha una struttura radiale ed è innervato dall’ortosimpatico. L’epitelio che riveste l’iride posteriormente è costituito da un doppio strato di cellule cubiche la cui peculiare caratteristica è il notevole numero di granuli di pigmento melanico che serve per impedire il passaggio dei raggi luminosi che potrebbero determinare un danno a livello della retina. La vascolarizzazione dell’iride dipende dalle arterie ciliari brevi e lunghe posteriori e dalle ciliari anteriori. L’innervazione dell’iride determina i movimenti di dilatazione e di costrizione della pupilla.

Il sistema nervoso irido-costrittore determina la miosi e comprende un centro assiale costituito dal nucleo vegetativo di Edinger e Wesphal del terzo nervo cranico e un centro gangliare  rappresentato dal ganglio oftalmico che dipende sempre dall’oculomotore dal punto di vista parasimpatico perchè i neuroni dal ganglio oftalmico emettono delle fibre post-gangliari che,seguendo la via dei nervi ciliari brevi,raggiungono il muscolo ciliare quindi lo sfintere dell’iride.

Il sistema simpatico, invece, è responsabile della dilatazione della pupilla e qiundi della midriasi : anche questo è composto da un nucleo assiale  compreso tra l’emergenza del 7°nervo cranico e i nervi cervicali e il secondo toracico e da uno gangliare rappresentato dal centro cilio-spinale del Budge e i nervi arrivano al dilatatore seguendo i vasi. Tutti gli stimoli che possono interferire con la miosi e la midriasi sono: la luce che determina miosi, il buio che determina la midriasi determinata anche dal rilascio di catecolamine,sostanze d’abuso,farmaci come la atropina,simpatico-mimetici.

L’atropina in precedenza era utilizzata dagli oculisti per determinare la dilatazione della pupilla e bloccare l’accomodazione per effettuare le visite ed era data ai bambini fino a 10 giorni prima della visita e l’effetto durava per i 10 giorni seguenti.

Ora si utilizzano altri farmaci per la dilatazione della pupilla che sono :

1)felilefrina:effetto dilatatore più importante ma ridotto effetto sull’accomodazione;

2)tropicamide: effetto intermedio tra la dilatazione e blocco dell’attività di accomodazione ;

3)ciclopentolato : discreta attività dilatatoria e prominente blocco accomodativo; esso è utilizzato nelle visite pediatriche perchè nei bambini c’è un maggiore bisogno di bloccare l’accomodazione rispetto agli adulti,avendo un’attività accomodativa maggiore dovuta al fatto che il cristallino è più elastico e questo potrebbe falsare la visita oculistica perchè può influire con il potere diottrico dell’occhio.

L’accomodazione può mascherare un difetto visivo quasi fino a tre diottrie ,e tre diottrie di ipermetropia determinano dei disturbi astenopeici importantissimi. Invece nella miopia di 2-3 diottrie l’accomodazione non influisce,ecco perchè l’oculista può scegliere di non mettere le gocce che la bloccano per fare diagnosi,mentre gli ottici spesso fanno diagnosi e prescrivono gli occhiali senza determinare il blocco dell’accomodazione e,spesso,sbagliano.

Secondo la vecchia scuola oculistica si tendeva a ipocorreggere i miopi perchè c’era la convinzione che il miope si abituasse agli occhiali ed era meglio farli sforzare un po' anche se ora si ritiene che non sia il caso perchè se una persona non vede bene poichè miope,questo non ha a che fare con il processo accomodativo per il quale potrebbe avere senso una ipocorrezione. Il senso dell’ipocorrezione è maggiore nell’astigmatismo perchè vengono utilizzate delle lenti cilindriche che,rispetto a quelle sferiche utilizzate nella correzione della miopia e dell’ipermetropia,possono determinare dei fastidi maggiori perchè possono,ad esempio,cambiare il senso di profondità,non si distingue la profondità degli scalini, si vedono spostate le linee degli spigoli dei muri,ecco perchè è importante che ci sia questo processo di appredimento. La scuola giovane tende a far subito vedere bene senza processi di apprendimento.

Patologie dell'uvea

Sono rappresentate dalle uveopatie  e in Italia c’è un solo oculista che dedica particolare attenzione alla cura delle stesse  ,diventando il faro dell’argomento nei convegni nazionali. Le patologie si distinguono in :

1)congenite;

2) acquisite.

Nelle patologie acquisite riconosciamo cause infiammatorie, distrofico-degenerative, neoplastiche e traumatiche.

Le uveopatie congenite comprendono :

-aplasia, ipoplasia;

-coloboma irideo: si ha quando a livello della pupilla c’è irregolarità di forma per mancanza di tessuto;

-anomalie della muscolatura iridea;

-corectopia:posizione anomala del foro pupillare che non si trova centralmente ma perifericamente;

-persistenza della membrana pupillare, cisti congenite,ectopie dei processi ciliari.

Le uveiti congenite sono molto rare e in base al tipo di alterazione presente avremo il trattamento: ad esempio nel coloboma irideo il trattamento è esclusivamente chirurgico perchè bisogna ripristinare la forma dell’iride.

-Coloboma corioideo:assenza di tessuto che determina una complicanza a livello della retina.

Le uveiti sono dei processi infiammatori che possono interessare esclusivamente l’uvea o anche altre strutture.

EZIOLOGIA:

distinguiamo le uveiti in:

1) infettive (stafilococcica,streptococcica,pneumococcica,da Pseudomonas Aeruginosa,da miceti quale candida oppure dal cytomegalovirus-CMV-,da herpes simplex virus-HSV- o dal virus della varicella zoster il cui segno caratteristico è la distrofia fino all’atrofia completa dell’iride);

2) disreattive (oftalmia simpatica,uveite facoanafilattica e la ciclite eterocromica        di Fuchs che, da non confondere con la distrofia omonima, è un’affezione generalmente monolaterale, costituita dall’associazione di eterocromia iridea, precipitati endoteliali e cataratta: l’iride subisce un’alterazione del colore,insorge la cataratta e presenta un’alterazione a livello corneale con precipitati che si depositano sull’endotelio e provengono dall’umore acqueo; a volte è presente anche un segno particolare che è il segno di Amsler ovvero la comparsa di emorragie piriformi alla puntura della camera anteriore dal lato opposto a quello dove la puntura viene effettuata);

3) tossiche;

4)associate a malattie generali: le più frequenti sono quelle legate all’aterosclerosi,all’occlusione parziale o totale dei vasi arteriosi coroideali per lo stato infiammatorio generalizzato,alle emopatie e si manifestano in genere con la presenza di noduli coroideali multipli;può essere associata a diabete,difatti i soggetti diabetici di solito vanno incontro a insorgenza di uveite e manifestano un particolare segno che è la rubeosi iridea che è un fenomeno caratterizzato dalla neovascolarizzazione dell’iride e oltre ad essere un segno di infiammazione è una manifestazione secondaria che può causare altre patologie quali il glaucoma perchè i neovasi crescono sull’iride e vanno a tappare l’angolo irido-corneale,o ancora possono andare incontro a rottura determinando una situazione di raccolta ematica a livello della camera anteriore. Il trattamento della rubeosi iridea è un problema perchè i farmaci anti-VEGF che si avevano a disposizione,fino a qualche anno fa non potevano essere utilizzati per il diabete. Però diciamo che nonostante alcuni soggetti fossero diabetici,si iniettò una soluzione con anti-VEGF a livello locale e ciò migliorò la rubeosi. Nel nostro polo ospedaliero,seguendo dei protocolli opportuni,è possibile utilizzare i farmaci anti-VEGF nonostante la retinopatia diabetica. È utilizzabile anche il laser per evitare che si tappi il trabecolato;

5)idiopatiche.

Topograficamente le possiamo distinguere in: irite,iridociclite,ciclite,pars planitis e uveite posteriore; tutte queste forme dal punto di vista topografico  possono essere a loro volta distinte in una forma diffusa e in una localizzata.

Dal punto di vista semeiotico le iridocicliti sono caratterizzate da :

SINTOMI:

dolore di variabile intensità,sia spontaneo che provocato; fotofobia;blefarospasmo;calo del visus.

SEGNI:

-iniezione pericheratica(arrossamento dato da congestione dei vasi della sclera e non della congiuntiva e vedendo un occhio rosso,faccio diagnosi differenziale perchè, iniettando delle sostanze,il rossore della congiuntiva passa mentre quello della sclera no) ;

-fenomeno di Tyndall : all’osservazione con la lampada a fessura,cioè facendo attraversare un raggio luminoso all’interno della lamina anteriore,si vedono delle cellule che sono infiammatorie e si trovano a livello dell’umore acqueo mentre il fenomeno delle mosche volanti o miodesopsie interessa il vitreo ed è legato all’invecchiamento perchè il vitreo si disidrata e si formano delle squame che galleggiano nel vitreo stesso ;

-iride discromica e distrofica (invecchiata,quasi atrofica e bianca);

-miosi;

-formazione di precipitati endoteliali sulla cornea;

-ipopion(presenza di pus nella camera anteriore,come fosse una falce bianca in basso);

-ipertono oculare;

-sinechie iridolenticolari che sono delle aderenze tra l’iride e il cristallino: l’iride è attaccata al cristallino e non riesce più a muoversi,però magari nelle rimanenti parti dove non ci sono sinechie,la mobilità è uguale e quindi appare diversa la forma.

A volte,un’emorragia sottocongiuntivale,causata da un picco pressorio,indice di retinopatia ipertensiva,va a rompere i capillari o i vasi della congiuntiva e il sangue stravasa e potrebbe essere confuso con una congiuntivite,difatti molti pazienti affetti da emorragia sottocongiuntivale sono in terapia con colliri quali tobradex quindi con cortisone e antibiotico perchè vengono scambiate per congiuntiviti allergiche nonostante vi siano associate a queste altri sintomi quali epifora,sensazione di corpo estraneo,prurito,bruciore. La terapia per l’emorragia sottocongiuntivale è l’eparina sotto forma di collirio oppure dei vasocostrittori i quali comunque non cambiano il tempo di permanenza del sangue all’interno della congiuntiva. Quando l’iride è infiammata perde un pò di sostanza che si deposita sulla cornea; possiamo capire a quale profondità della cornea si trovano le macchie con la semplice lampada a fessura  che,proiettata sulla cornea,ne mostra l’intero spessore.  In seguito a frequenti uveiti è possibile che rimangano dei depositi sul cristallino. Molte forme di uveiti si risolvono da sole,quindi non si vede il paziente in acuto, però dopo settimane o mesi si vedono dei segni caratteristici.

Uveite intermedia o pars planitis: interessa il corpo ciliare ed è una sindrome clinica caratterizzata dalla presenza di essudato cellulare nel vitreo anteriore,accumuli di cellule a palla di neve alla periferia inferiore del vitreo e talora infiltrazione a banco di neve della pars plana e della retina periferica. La pars planite è un processo infiammatorio a carico della struttuta intermedia dell’uvea ed è caratterizzata dalla deposizione di questa cellularità nel vitreo il quale fa parte delle strutture dell’apparato diottrico e dovrebbe essere trasparente.

Uveiti posteriori o coroiditi: processi infiammatori a carico della coroide,molto più rari rispatto a quelli interessanti la parte anteriore e intermedia. Si manifestano comunemente con un calo del visus a causa di alterazioni a carico della retina. Troveremo il fenomeno di Tyndall con cellularità a livello vitreale. Si formano anche dei noduli singoli,talora multipli,a carico del polo posteriore e in media periferia,quindi alla valutazione del fondo oculare si vede che sulla retina sono presenti questi noduli. L’eziologia può essere batterica,virale (herpes zoster),protozoaria oppure micotica da candida.

Coroidite serpiginosa peripapillare: coroidite che determina delle alterazioni a livello della papilla del nervo ottico con modificazione anche del colore del fondo oculare e in più si vanno a formare dei filamenti serpiginosi che rendono ragione del nome della patologia. Può esitare in atrofia della papilla ottica e di tutta la zona peripapillare.

Coroidoretinite iuxtapapillare: non solo vi sono alterazioni a carico della coroide ma anche della retina.

È difficile che le uveiti possano essere singole e quelle del segmento anteriore portano alterazioni anche della cornea(precipitati a livello endoteliale), oppure alterazioni a livello del cristallino e determinano non di rado l’insorgenza della cataratta o comunque di depositi di materiale di scarto dell’iride sul cristallino.

Neoplasie uveali: comprendono sia patologie primitive che secondarie.

Le patologie primitive possono essere a carico:

-dell’iride ( angiomi,nevi,melanomi);

-dei corpi ciliari (l’adenoma di Fuchs,il leiomioma);

-della coroide (neurilemmoma,emangioma,neurofibromi e melanomi).

Le patologie secondarie possono essere metastasi di :

carcinoma mammario,prostatico,polmonare e intestinale.

Nevi iridei: sono dei nevi uguali a quelli che si creano sulla cute che però crescono a livello della coroide o dell’iride e sono dovuti al fatto che vi è un accumulo di melanociti all’interno di queste strutture. Dobbiamo però stare attenti alla diagnosi differenziale tra il melanoma e i nevi .

Melanomi: neoplasie maligne,possono interessare ogni parte dell’uvea e le neoformazioni iridee sono generalmente diagnosticate precocemente con esito migliore rispetto a quelle che colpiscono l’uvea posteriore. L’età è compresa tra 60-70 anni e il rapporto tra i neri e i bianchi è di 1:100. Sono colpite in odine di frequenza coroide,corpo ciliare e iride. La coroide è la porzione maggiormente colpita ed il problema sta nel fatto che l’insorgenza sia asintomatica specialmente nelle prime fasi di crescita e nella maggior parte dei casi questi melanomi vengono scoperti nel corso di visite oculistiche fatte per altri motivi .  Il nevo costituisce il 5-8% dei tumori oculari,può interferire con la forma e la motilità pupillare,metastatizza molto tardivamente. Il melanoma del corpo ciliare può assumere caratteristiche cliniche simili a quelle del melanoma dell’iride o a quello della coroide a seconda che si sviluppi in avanti o indietro. Se si sviluppa in avanti è meglio perchè va a creare un’alterazione di forma dell’iride che quindi può essere più facilmente visualizzabile.

Il melanoma della coroide costituisce il più comune melanoma uveale,si presenta comunemente come una massa scura che si aggetta nella cavità dell’iride e può localizzarsi in sede iuxtapapillare,al polo posteriore,in estrema periferia quindi su tutto l’ambito retinico. Diffonde per contiguità e per via ematica.

Ai fini diagnostici è molto utile la TC, la captazione del P32,la fluoroangiografia e l’esame ultrasonografico. Il melanoma può essere causa di distacco di retina di tipo essudativo.

Melanoma amelanocitico: forma particolare di melanoma che può presentarsi in determinate situazioni senza una pigmentazione particolare.

La differenza del melanoma rispetto ai nevi è che i nevi non hanno tendenza ad a proliferare,non hanno una rete vascolare ,hanno margini regolari. Hanno le caratteristiche benigne dei nevi cutanei. È importante effettuare delle fotografie del fondo oculare : prima non era possibile e si lasciava l’interpretazione al medico ,però magari il soggetto non andava sempre dallo stesso oculista,non aveva le informazioni retiniche,non c’era un metodo di misurazione oggettivo. Ora invece, oltre alla possibilità di fare le foto del fondo oculare,ci sono anche altri strumenti come l’Oct o l’ecografia che permettono di fare le misurazioni di queste lesioni offrendo la possibilità di confronto tra una visita e l’altra.

Le neoplasie secondarie hanno crescita più rapida e hanno un aspetto tipicamente giallastro.

Terapia: esclusivamente chirurgica.

Enucleazione:si svuota tutta la cavità orbitaria.

Eviscerazione: viene svuotato tutto il contenuto dell’occhio ma la sclera rimane e viene cucita e all’interno si possono mettere protesi di idrossiapatite,quindi il bulbo mantiene la sua consistenza e non vengono staccati i muscoli e questo bulbo con dentro la pallina può muoversi e soprattutto le protesi si comportano come lenti a contatto comprensive di riflesso corneale.

Un tipo di terapia che sta prendendo piede prevede l’iniezione di alcune sostanze che distruggono le cellule cancerose con salvaguargia dell’occhio, però il limite sta nel fatto che bisogna agire negli stadi iniziali dei tumori, quindi quando sono ancora completamente asintomatici.

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