Rettosigmoidoscopia
La rettosigmoidoscopia eseguita con strumento flessibile di circa 50 cm di lunghezza, come screening del cancro del colon retto, è raccomandata in quanto studi epidemiologici hanno mostrato che la maggior parte delle neoplasie si localizza nel retto sigma e nell’ultima parte del discendente. Ben pochi studi caso-controllo hanno dimostrato una riduzione di mortalità per CCR in relazione alla sola rettosigmoidoscopia come esame di screening. Lo studio più significativo è quello di Selby che trova riscontro positivo, però, nell’arco di 10 anni nel ridurre l’incidenza e la mortalità specifica.
Risultati sovrapponibili non si ottengono per neoplasie localizzate in sedi non raggiungibili con il rettosigmoidoscopio. Tale strategia di screening è raccomandata negli Stati Uniti, in quanto la rettosigmoidoscopia può essere eseguita dai medici di medicina generale e in alcune realtà anche da infermieri con particolare training. Tutto questo è poco proponibile nel nostro Paese; infatti, gli operatori che di norma eseguono l’esame endoscopico per lo screening sono gli stessi che effettuano comunemente la colonscopia negli stessi servizi. I vantaggi del suo impiego sono quelli di dover fare una preparazione più semplice e di non richiedere necessariamente una sedazione.
Non conosciamo ancora quale sia l’intervallo ottimale per la rettosigmoidoscopia flessibile. Inoltre, la stessa dovrebbe essere seguita dalla colonscopia totale quando venga riscontrato un adenoma ad alto rischio, oppure un numero di polipi maggiore di 3 o un polipo a istologia villosa, con diametro maggiore di 1 cm. L’American College of Gastroenterology raccomanda questa procedura a intervalli di cinque anni. I limiti della tecnica sono rappresentati dalla mancata esplorazione di tutto il colon e dal fatto che una parte considerevole dei carcinomi e degli adenomi (fino al 40%) può sfuggire all’indagine; è stata dimostrata, infatti, una progressione della neoplasia verso il colon prossimale con l’evolvere dell’età.
Uno studio è in atto nel Regno Unito e in Italia per verificare l’ipotesi che una rettosigmoidoscopia eseguita verso i 60 anni, seguita dalla colonscopia soltanto quando viene riscontrato un adenoma ad alto rischio, possa essere una procedura efficace nel ridurre l’incidenza di cancro. I primi risultati suggeriscono che lo screening endoscopico con rettosigmoidoscopia eseguita all’età di 55-64 anni è fattibile e relativamente efficace. La prevalenza delle neoplasie è alta e il numero di colonscopie eseguite (5% dei casi) è basso; le compliance sono però limitate (23%).