Rischio Relativo

I fattori di rischio possono essere attribuiti alla persona stessa, o essere elementi a cui la persona è esposta che aumentano la probabilità che una malattia o una condizione si verifichino.

rischio-relativo

Possono comprendere componenti genetiche (intrinseche all’individuo);

ambientali (inquinamenti di varia natura); comportamentali (errati stili di vita).

I fattori di rischio pur aumentando le probabilità che una determinata malattia si verifichi, no ne determina necessariamente lo sviluppo.

Rischio relativo 

Si chiama rischio relativo in quanto è relativo ai portatori dell’allele normale (più comune), posso considerare più alleli quello che aumenta è il numero di classi.

Esprime di quanto è maggiore il rischio dei soggetti esposti ad un determinato fattore rispetto ai non esposti

RR = Incidenza exp / Incidenza non exp

 

è il calcolo del rischio che un certo fenotipo ha rispetto all’altro (in genere se ne confrontano due ma ce ne possono essere molti), si costruisce una tabella 2×2 (ma può anche essere 3×2) in cui in una parte si considera la risposta e dall’altra si considera il genotipo;

la presenza di un certo allele la possiamo valutare mettendo insieme gli eterozigoti in quella che viene detta un ipotesi di dominanza, cioè supponendo che gli eterozigoti e gli omozigoti che portano l’allele di suscettibilità (allele a rischio) siano insieme, mentre da solo consideriamo il genotipo omozigote wil-type.

Allele selvatico

Si può fare anche l’ipotesi di recessivita cioè in cui l’eterozigote è insieme con l’allele selvatico e da solo consideriamo il genotipo omozigote dell’ellele variante. Queste due ipotesi si fanno in quanto l’allele variante anche se il polimorfismo ha una frequenza superiore all’1% sono sempre delle varianti rare per cui si raggruppano in maniera diversa a seconda dell’ipotesi.

 

 

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