Nutrizione Cellulare

la nutrizione cellulare  avviene tramite l’assunzione degli alimenti da parte della cellula. Di solito questa assume gli alimenti, come piccole molecole solubili, direttamente dall’ambiente circostante e tramite le sue membrane permeabili.

In tal modo passano agevolmente l’acqua ed i prodotti in essa sciolti, mentre difficoltà per il passaggio sussistono per le grosse molecole dei polisaccaridi, dei grassi e delle proteine. In effetti, però, con la digestione extracellulare si ottiene che i polisaccaridi vengano trasformati in monosaccaridi, i grassi in glicerina, acidi grassi e basi azotate, le proteine semplici in aminoacidi, e le proteine coniugate in aminoacidi e nelle varie molecole che compongono i gruppi prostetici; con la nuova forma raggiunta l’assorbimento da parte della cellula riesce pertanto possibile.

Vi sono, tuttavia, dei casi in cui la membrana plasmatica ha la possibilità di far passare delle molecole cospicue; cosi é stato, dimostrato che la ribonucleasi, le protamine e gli istoni, pur avendo elevato peso molecolare, riescono a trasferirsi nella cellula come tali, senza cioè subire un processo di demolizione. Altre forme di assunzione da parte della cellula sono la pinocitosi, l’ultrafagocitosi, la microfagocitosi e la macrofagocitosi.

La pinocitosi ha luogo per invaginazioni più o meno pronunziate della membrana plasmatica, cosi da costituire come dei canalicoli attraverso i quali vengono assunte gocciole di liquidi. La quantità di liquido che può essere assunta può essere anche notevole, tanto da raggiungere in taluni casi i 2/3 del totale peso cellulare. Di norma il liquido assorbito, prima di confluire nell’ambito del protoplasma, si raccoglie attorno al nucleo.

L’ultrafagocitosi é detta anche granulopessi, e consiste nella capacità che hanno alcune cellule di assumere particelle colloidali aventi carica elettrica negativa; cosi possono venire assunti coloranti, come il carminio, il blue pirrolo, il blue trypan, il rosso neutro, l’inchiostro di China, nonché metalli colloidali, come l’oro e la silice.

Fra le cellule che hanno il potere ultrafagocitario si ricordano gli istiociti, che sono cellule del tessuto connettivo propriamente detto.
La microfagocitosi si ha quando la cellula é capace di inglobare cellule di dimensioni ridotte, come i batteri; la macrofagocitosi quando vengono inglobati corpi voluminosi, che possono essere anche intere cellule.

In ogni caso il sistema di inglobamento é quello per pseudopodi, secondo quanto é stato avanti detto; e cioè prima appositi pseudopodi avvolgono una particella da tutte le parti, in maniera che, fondendo poi le loro masse, col ricostituirsi della continuità della superficie cellulare, la particella stessa si venga a trovare all’interno. Una cellula può essere idonea sia a microfagocitare che a macrofagocitare.

Tre sono i fattori che condizionano la fagocitosi:  attrazione della cellula fagocita verso il corpo da inglobare, adesione di questo ad un tratto della membrana di detta cellula, avvolgimento dello stesso corpo con pseudopodi e inglobamento definitivo; il corpo di norma viene immesso in un vacuolo, entro cui si trovano degli appositi enzimi digestivi.

 

 

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