Asse Ipotalamo – Ipofisi – Tiroide

La funzione dipende dall’asse ipotalamo ipofisi ovvero da ormoni come il TRH ipotalamico e dalla tireotropina TSH ipofisaria; questi due ormoni mantengono attiva la sintesi degli ormoni tiroidei infatti tutte le tappe sono dipendenti dal TSH a cominciare dal primo evento che è quello dell’ingresso di iodio nel tireocita.

La funzione dipende dall’asse ipotalamo ipofisi ovvero da ormoni come il TRH ipotalamico e dalla tireotropina TSH ipofisaria; questi due ormoni mantengono attiva la sintesi degli ormoni tiroidei infatti tutte le tappe sono dipendenti dal TSH a cominciare dal primo evento che è quello dell’ingresso di iodio nel tireocita.

Ci sono modulatori positivi e negativi di quest’asse in particolar modo gli estrogeni che aumentano l’attività dell’adenoipofisi e fanno si che rilasci più TSH mentre un controllo negativo è dato dalla dopamina che è un neurotrasmettitore e dalla somatostatina che è un ormone ipotalamico che inibisce il TSH ma in modo specifico inibisce il Gh ma controlla anche direttamente il rilascio di TSH dall’adenoipofisi. I meccanismi di feedback negativi sono innescati dagli ormoni T3 e T4 che quando tendono a raggiungere valori elevati innescano meccanismi di inibizione a livello dell’adenoipofisi e dell’ipotalamo inducendo una diminuzione del GRH.

I meccanismi di feedback negativi vengono stimolati dalla T3 quindi anche se in circolo c’è T4 quando questo arriva a livello ipofisario trova la 5’monodeiodasi che la converte in T3 che agisce quindi a livello dei tessuti dopo essere stata convertita a partire da T4. La T4 è unicamente di derivazione ghiandolare mentre la T3 deriva in piccola parte da secrezione ghiandolare ma per la maggior parte deriva da conversione della T4 in T3.

Le quote libere degli ormoni dipendono dall’età del soggetto; in epoca fetale sono importanti per lo sviluppo del SNC e anche per garantire al nascituro una crescita corretta. Fino all’11 settimana ancora la tiroide del bambino non è pienamente funzionante quindi tramite la circolazione placentare arrivano gli ormoni materni ma c’è da considerare che la placenta ha un elevata attività di deiodinazione per cui gli ormoni vengono deiodinati per cui il pool che arriva al bambino  è molto bassa ma diciamo che fino all’11 settimana sono sufficienti.

Dall’11 settimana in poi inizia ad essere attiva la tiroide del bambino che inizia a sintetizzare una quantità adeguata di T3 e T4 che favorisce lo sviluppo del cervello, gli assoni vengono rivestiti da mielina. Senza questa quantità lo sviluppo non avviene in maniera ottimale.
Nell’epoca post-natale e adolescenziale gli ormoni tiroidei continuano ad essere importanti per guidare una corretta crescita somatica del corpo in quanto gli ormoni tiroidei insieme al GH servono per garantire un corretto sviluppo degli organi, scheletrico e una corretta crescita somatica anche perché se non ci sono quantità adeguate di questi ormoni gran parte dei principi nutritivi non vengono utilizzati.

Nell’adulto sono invece importanti perché interessano le tappe del metabolismo lipidico, glucidico e proteico. Gli ormoni tiroidei hanno effetto anche sull’apparato cardiovascolare in quanto a livello del muscolo cardiaco ma anche scheletrico aumentano la sintesi della catena pesante alfa della miosina, aumentano la sintesi della calcio ATPasi e aumentano anche il numero dei recettori adrenergici e anche della proteina g quindi sicuramente gli ormoni tiroidei sono importanti perché mantengono elevata l’attività contrattile del tessuto muscolare scheletrico e cardiaco. Il fatto stesso che aumenta il numero dei recettori beta adrenergici vuol dire che hanno un effetto ipertensivo e di aumento della gittata cardiaca, della frequenza cardiaca ovvero tendono ad avere un effetto inotropo positivo sul miocardio.

Gli ormoni tiroidei aumentano il consumo di ossigeno e la produzione di calore, aumentano l’utilizzazione di ossigeno per cui sono altamente energetici, per quanto riguarda il metabolismo del glucosio e dei carboidrati aumentano la glicogeno lisi epatica, la gluconeogenesi, facilitano e aumentano l’ingresso intestinale di glucosio e hanno azioni simili all’adrenalina ovvero tendono a catabolizzare il glicogeno: quando si attiva la glicogeno lisi questo glicogeno viene clivato e viene rilasciato il glucosio.

Tendono a mobilizzare anche le riserve lipidiche quindi hanno effetto lipolitico e questa azione è simile a quella dell’adrenalina, del GH, del glucagone e dagli ormoni glucocorticoidi.  Stimolano la sintesi proteica, favoriscono l’assemblaggio dei ribosomi ma se aumentano troppo tendono ad avere effetto catabolico sulle proteine, sui lipidi infatti l’ipertiroideo tende a perdere peso pur mangiando di tutto, tende ad agitarsi a causa dell’aumento della frequenza cardiaca. L’ipotiroideo invece tende ad ingrassare anche se mangia troppo ed è un soggetto apatico, tranquillo, perché manca l’effetto degli ormoni tiroidei a livello contrattile, soffrono di pressione molto bassa e hanno un metabolismo più rallentato.

 

 


 

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