Reazione a Catena della Polimerasi

polimerasi-reazione-a-catena

Che cos’è una reazione a cetena della polimerasi

Il suo nome originale è  Polymerase  Chain  Reaction, abbreviata in PCR.

Consiste in  una  metodica  di  Biologia  Molecolare  che  permette l’amplificazione di una regione specifica di DNA mediante cicli ripetuti di replicazione a temperature differenti. La PCR è stata messa a punto negli anni ’80 da Mullis e collaboratori ed è stata applicata per  la  prima  volta  in  medicina  umana  per  la  diagnosi  prenatale  di  anemia  falciforme  mediante l’amplificazione del gene codificante per la ß-globina.

polimerasi-reazione-a-catena

In cosa viene utilizzata la reazione a cetena della polimerasi

La PCR è estremamente specifica e sensibile: permette, infatti, l’amplificazione e l’identificazione di tratti genomici propri di un determinato agente patogeno (alta specificità) anche a partire da campioni biologici contenenti un numero esiguo di molecole bersaglio (alta sensibilità).
Il substrato per l’amplificazione (template) è rappresentato da un frammento di DNA a doppia catena (dsDNA).

Le  metodiche  attuali  consentono  di  amplificare  regioni  di  DNA  lunghe fino a 10  Kba partire da una concentrazione iniziale di 1 nanogrammo di DNA. La PCR consente di amplificare sequenze di DNA  provenienti  sia  da  organismi  unicellulari  che  da  cellule  aploidi  o  diploidi  di organismi pluricellulari.  È possibile amplificare il DNA  anche se  non è chimicamente puro, fermo  restando  l’assenza  di  inibitori  della  reazione.  Risultati  attendibili  possono  ottenersi  impiegando  la PCR anche su campioni contenenti DNA degradato come tessuti fissati in formalina o conservati in paraffina. I migliori risultati ovviamente si ottengono con campioni contenenti DNA integro, la cui presenza fornisce un template di qualità idonea per una PCR attendibile.

Su cosa si basa la reazione a cetena della polimerasi

La  PCR  si  basa  sul  susseguirsi 3  di   reazioni  che  avvengono  a  diverse  temperature  nella  stessa provetta, con reagenti termostabili. Il volume totale della reazione nella provetta è –  di 100  µ 25l: in aggiunta al campione  (template)  la PCR necessita di una DNA polimerasi, di 2 primers specifici, di oligonucleotidi (dNTPs) , di un sistema buffer – (TrisHCl e MgCl2 ), e di acqua bidistillata per portare a volume.
La DNA polimerasi  che si utilizza correntemente è la Dna Polimerasi Taq , enzima termo-resistente isolato dal batterio Thermophilus aquaticus.

I primers  forward e reverse, generalmente   di lunghezza compresa tra 18 e 25 ,  bp dovrebbero a vere un contenuto di G+C non inferiore al -5060% e non devono essere formati da basi complementari per  evitare che  si appaino (dimerizzino) tra loro.  Essi vengono sintetizzati da ditte specializzate in base alla  sequenza  di  DNA alla quale si devono  appaiare:  il  forward ha   una  sequenza  identica  alla sequenza 5’  -3’ del DNA template, mentre il reverse presenta    una sequenza complementare (cioè è costituito da  una sequenza di basi nucleotidiche complementari a quelle della sequenza target e con una direzione opp osta  , ad es .  la seq. del primer reverse CGGTCAAGTC si appaia alla seq. del DNA template GACTTGACCG ).

I deossiribonucleotidi trifosfati   (dNTPs) forniscono le basi azotate per la sintesi del DNA.
Il buffer di   reazione  è  composto  da  Tris –  HCl  e  da  MgCl2:  i Tris –  HCl  tampona  il H   p  della soluzione, mentre gli ioni Mg2+  sono cofattori fondamentali per l’attività della polimerasi.

Le tre reazioni del ciclo di PCR

Per ogni ciclo si susseguono 3 reazioni:

  • Denaturazione del template  : avviene a -9296°C   per 1’, temperatura in grado di rompere i legami idrogeno  che  uniscono  le  due  eliche  del DNA.  Se  il  filamento  di  DNA  è  particolarmente  ricco  di G+C può essere necessaria l’aggiunta di glicerolo ed un incremento del tempo di denaturazione.
  • Ibridazione  o  annealing : avviene  solitamente  a 50 -60 °C  per  20”-1′.  Ciascun  primer  si  appaia all’estremità 3’ del filamento del DNA template, definendo così il tratto di DNA da amplificare.
  • Estensione: avviene  a  72°C  per un  tempo  variabile  in  base  alla  lunghezza  del  frammento  da amplificare:  generalmente  va  da  un  minimo  di  30’’  fino  a -2’ .  1 La  DNA  polimerasi  sintetizza  un nuovo filamento  di DNA in  direzione  5’-3’ a  partire  dall’estremità  libera  del  primer appaiato  alla sequenza bersaglio : il DNA di nuova sintesi risulta essere complementare a  lla sequenza del filamento  denaturato.

Le  3  reazioni  si  susseguono  in  un  numero  variabile  di  cicli  (generalmente –  3035)  all’interno  della stessa  provetta.  I  cicli  di  amplificazione  sono  automatizzati  ed  avvengono  in  uno  strumento  detto termociclizzatore:
Poiché  il  DNA  sintetizzato  in  ogni  ciclo  funge  da  stampo  per  la  sintesi  del  ciclo  successivo,  la successione dei cicli comporta un aumento esponenziale  del numero di copie di DNA: ad esempio, 20 cicli comportano  un’amplificazione di circa un milione di volte.
Il DNA amplificato viene sottoposto a “corsa elettroforetica ” (60 -100 V) in gel di agarosio (1 – 2% di agarosio in tampone TBE): il DNA carico negativamente per la presenza dei gruppi fosfato migra dal polo negativo al polo positivo. Successivamente il gel viene immerso e colorato in una soluzione di etidio  bromuro che  si  interpone  fra  le  eliche  del  DNA  e  lo  rende  fluorescente  ai raggi di un UV transilluminatore.

La prima “lane” o “pozzetto” a sinistra  contiene il marker (cioè un DNA costituito da frammenti di peso  molecolare  noto),  che consente  di  determinare  la lunghezza  (espressa  in  base pairs –  bp) del frammento di DNA che si ottiene dall’amplificazione.  Una maggiore intensità della banda di DNA è indice di una maggiore quantità dello stesso (espressa in nanogrammi – ng).