Obesità

L’obesità sta diventando una vera e propria epidemia mondiale che colpisce sia i bambini che gli adulti. Attualmente, nel mondo oltre un miliardo di persone sono in sovrappeso ed oltre 300 milioni di persone sono obese.

L’obesità sta diventando una vera e propria epidemia mondiale che colpisce sia i bambini che gli adulti. Attualmente, nel mondo oltre un miliardo di persone sono in sovrappeso ed oltre 300 milioni di persone sono obese.

L’obesità è un eccesso di grasso corporeo che contribuisce allo sviluppo e alla progressione di una serie di disturbi metabolici che a loro volta favoriscono un incremento del rischio di aterosclerosi. Nell’ultima consensus si è particolarmente insistito su quella che è l’importanza di un adeguato stile di vita soprattutto in relazione a quella che è una corretta alimentazione e a quello che è un sufficiente livello di attività fisica che ciascun individuo dovrebbe affrontare.

Il grasso corporeo, in particolare quello viscerale intra-addominale, è un organo endocrino metabolicamente attivo in grado di sintetizzare e rilasciare vari peptidi e composti non peptidici che possono svolgere un ruolo nell’omeostasi cardiovascolare ed un suo aumento si associa a condizioni di iperinsulinemia, insulino-resistenza, ipertensione arteriosa e dislipidemia.

Da un punto di vista fisiopatologico, l’obesità (in particolare quella addominale) è il maggiore attivatore del circuito insulino-resistenza – stress ossidativo – infiammazione.

L’ingrandimento della cellula adiposa vede attivare una complessa risposta cellulare, in cui le adipochine (citochine o molecole citochino-simili) esercitano un ruolo fondamentale.
Fra esse vanno ricordate:
– Leptina: ormone secreto dagli adipociti per dare un segnale di sazietà all’ipotalamo; viene prodotto in base alla dimensione delle cellule adipose allo scopo di scongiurare l’incremento di volume cellulare; esercita molteplici effetti favorevoli su dimensioni e distribuzione del tessuto adiposo; è un regolatore della fertilità femminile; è coinvolto nella regolazione di alcuni processi infiammatori e nell’immunità.
– Tumor Necrosis Factor (TNF): viene iperespresso dagli adipociti in condizioni di insulino-resistenza ed in caso di ipertrofia della cellula adiposa; interferisce con la trasmissione del segnale insulinico, provocando insulino-resistenza; è in grado di attivare i processi dell’infiammazione.
– Interleukina 6 (IL-6): viene prodotta e rilasciata dal tessuto adiposo in quantità biologicamente significative; nell’obesità e negli stati di insulino-resistenza aumenta la sua produzione;
provoca insulino-resistenza epatica; favorisce l’attivazione dei processi infiammatori.
– Adiponectina: viene prodotta e rilasciata dal tessuto adiposo in quantità biologicamente significative; in condizioni di insulinoresistenza e di ipertrofia della cellula adiposa la sua espressione è inibita; ha un’azione diretta insulino-sensibilizzante sul fegato; è inversamente correlata all’insulino-sensibilità periferica; svolge un’azione anti-infiammatoria in antagonismo diretto rispetto a TNF-_ e IL-6.

Nell’individuo obeso abbiamo:
1. Iperleptinemia, che indica leptino-resistenza.
2. Aumentati livelli di TNF-_ e IL-6 che evidenziano l’attivazione dei processi infiammatori; entrambe inducono insulino-resistenza rispettivamente periferica ed epatica.
3. Un calo dell’Adiponectina, che è in grado di contrastare l’attivazione citochinica, specialmente quella mediata da TNF-_ e IL-6, che a loro volta a livello epatico promuovono la produzione di proteina C reattiva (PCR).
Per valutare quanto più oggettivamente la condizione di soprappeso o di obesità di un paziente sono stati introdotti una serie di parametri che ci aiutano a valutare quello che è lo stato fisico del paziente.
Queste misure cliniche sono: l’indice di massa corporea o Body Mass Index (BMI), la circonferenza vita e il rapporto vita/fianchi. Tali misure sono semplici da eseguire, economiche ed universalmente riconosciute.
Il calcolo del BMI viene effettuato, come sappiamo, attraverso la semplice formula Peso(Kg)/Altezza²(m). Vengono definiti in sovrappeso i soggetti con BMI compreso tra 25 e 29.9 kg/m2 ed obesi i soggetti con BMI _ 30 kg/m2.

Particolarmente importante risulta essere anche la misurazione della circonferenza vita o del rapporto vita/fianchi avendo alcuni studi dimostrato la maggiore importanza della distribuzione regionale del tessuto adiposo nell’incrementare il rischio cardiovascolare. L’eccesso di grasso a livello viscerale addominale è strettamente correlato al rischio cardio-metabolico e ciò ha creato un crescente interesse per tali misure antropometriche. L’OMS raccomanda l’uso della circonferenza vita come indicatore supplementare di fattori di rischio metabolici. Si riconoscono due livelli di azione: al livello di azione 1 (circonferenza vita _ 94 cm per gli uomini e _ 80 cm per le donne) appartengono i soggetti che devono evitare ulteriori incrementi di peso; al livello di azione 2 (circonferenza vita _102 cm per gli uomini e _80 cm per le donne) appartengono i soggetti cui bisogna raccomandare una riduzione di peso. Al momento non esistono prove di superiorità di un indicatore rispetto ad un altro nel predire un incremento di fattori di rischio cardiovascolare.

Ulteriori e più approfondite valutazioni sulla distribuzione del tessuto adiposo e sulle variazioni del grasso intra-addominale possono essere ottenute con diverse metodiche, come la tomografia computerizzata (TC), l’ultrasonografia e la risonanza magnetica (RM).

Poichè queste metodiche richiedono una maggiore quantità di tempo e sono più costose, non possono essere usate per la valutazione quotidiana del rischio. La TC rappresenta il gold standard quando si vuole valutare non solo il volume del tessuto adiposo, ma anche la distribuzione a livello sottocutaneo e viscerale.
La RM fornisce risultati simili alla TC, ma presenta il vantaggio di non esporre il paziente a radiazioni ionizzanti.