Prevenzione della Brucellosi

Notificazione obbligatoria, Misure di protezione e prevenzione individuale e collettiva:

•Educazione igienica del personale addetto ai lavori agricoli.
•Bonifica del latte.
•Vaccinoprofilassi (vaccini vivi ed attenuati, vaccini inattivi, vaccini preparati con frazioni antigeniche di B. melitensis e B. abortus di ultimo impiego).
Prevenzione della brucellosi negli animali.
•Ricerca e individuazione degli animali infetti (ricerca di anticorpi anti-brucella nel latte).
•Abbattimento degli animali che risultano infetti.
•Vaccinazione degli animali.

Definizione: Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte dal metabolismo di funghi (o muffe) che si sviluppano in particolari condizioni su foraggi insilati, cereali e mangimi aziendali od industriali. Tra gli alimenti d’origine animale, e quindi d’interesse per l’alimentazione umana, il latte e i suoi derivati sono i prodotti più frequentemente contaminati dalla presenza di micotossine, a causa del trasferimento di questi metaboliti dai mangimi contaminati di cui si nutrono le bovine.
I bovini sono in grado di operare una bioconversione ruminale delle micotossine in prodotti meno dannosi, tuttavia sono comunque suscettibili all’azione nociva di queste sostanze, cosa intuibile da alcuni sintomi di tipo generale o specifico:

• L’ingestione di sostanza secca può aumentare o diminuire in modo incoerente con la produzione della bovina; in genere se c’è calo d’assunzione si può pensare ad una presenza d’aflatossine, mentre aumenti d’ingestione stanno ad indicare presenza di DON o zearalenone.

• Si verificano facilmente disordini digestivi, come diarrea (anche emorragica), mancanza d’appetito e rifiuto del cibo, stasi ruminale, chetosi, dislocazione dell’abomaso, anomale quantità di muco nelle feci.

• Un’alta incidenza d’aborti, riassorbimento embrionale, ridotto grado di fertilità e concepimento sono indice di presenza di micotossine, così come vulva e capezzoli ingrossati, prolassi rettali o vaginali, manifestazioni estrali in animali gravidi, calori silenti ecc.

• Le forti lattifere sono particolarmente sensibili alla presenza di tossine, cosa evidenziata anche dall’immediato calo produttivo e dall’aspetto arruffato del pelame.

Condizioni predisponenti lo sviluppo: Umidità ambientale o acqua libera (aw), Il parametro maggiormente utile nello stimare le probabilità di sviluppo fungino è l’aw, definito come il rapporto tra la pressione di vapore di un substrato rispetto all’acqua pura. In base al diverso comportamento in funzione della disponibilità d’acqua, le muffe sono state suddivise in:

• igrofile: germinazione delle spore solo a valori d’aw superiori a 0,90; crescita ottimale a 1,00.

• mesofile: germinazione delle spore a valori compresi tra 0,80 e 0,90 d’aw; crescita ottimale tra 0,95 e 1,00.

• xerofile: germinazione delle spore ad un valore d’aw inferiore a 0,80 e crescita ottimale intorno a 0,95 Più in generale, se un substrato presenta un valore basso d’aw c’è una minor disponibilità d’acqua per lo sviluppo fungino.

Temperatura: Le temperature ideali per lo sviluppo dei funghi sono comprese tra 15 e 30°C, con un optimum di 20-25°C. In effetti, alcune tossine come le ocratossine ed i tricoteceni possono ritrovarsi già a T° di + 4-6 °C (ottimale sui 18 °C), mentre le aflatossine vengono prodotte preferibilmente in condizioni di caldo-umido (ottimale sui 25 °C). Climi più temperati e secchi sono ideali per le muffe produttrici di fumonisina e zearalenone (temperatura di sviluppo intorno ai 14 °C) pH e ossigeno. Lo sviluppo delle muffe si verifica generalmente con valori di pH compresi tra 4 e 8; alcune di esse tuttavia sono in grado di comparire anche a valori più bassi o più elevati. Le muffe sono generalmente organismi aerobi, cioè hanno bisogno d’aria per vivere, si sviluppano perciò sulla superficie dei substrati. Diverse specie tuttavia possono crescere anche in profondità o su substrati liquidi, con bassa disponibilità d’ossigeno.