Popolazione

La POPOLAZIONE è un gruppo di organismi della stessa specie (individui che possono potenzialmente incrociarsi fra di loro producendo progenie fertile e pertanto possiedono un patrimonio genetico comune) che occupano lo stesso spazio

nello stesso periodo di tempo (interagiscono fra loro nello spazio e nel tempo), condividono uno stesso ruolo funzionale (ossia una medesima nicchia ecologica) e reagiscono in modo simile allo stimolo dei fattori ambientali; formano un sistema biologico dotato di propri meccanismi di controllo.

 

La POPOLAZIONE è un gruppo di organismi della stessa specie (individui che possono potenzialmente incrociarsi fra di loro producendo progenie fertile e pertanto possiedono un patrimonio genetico comune) che occupano lo stesso spazio

nello stesso periodo di tempo (interagiscono fra loro nello spazio e nel tempo), condividono uno stesso ruolo funzionale (ossia una medesima nicchia ecologica) e reagiscono in modo simile allo stimolo dei fattori ambientali; formano un sistema biologico dotato di propri meccanismi di controllo.

 

 

Popolazioni con Dipendenza da Densità:

Le due ipotesi fondamentali che devono essere verificate perché la dinamica di una popolazione segua un andamento esponenziale, come previsto dal modello malthusiano, sono:

1. l'ambiente in cui la popolazione vive deve garantire a ciascun individuo di poter attingere alla stessa quantità di risorse, indipendentemente dal numero di individui presenti;
2. nessun individuo danneggia o è danneggiato da altri individui della popolazione.

In sintesi, ciò significa che le capacità di sopravvivere e di riprodursi di ciascun individuo non sono influenzate dalla densità di individui presenti. La malthusianità non è dunque una proprietà che riguarda la specie in senso generale, ma ha piuttosto a che fare con una particolare popolazione che vive in specifiche condizioni ambientali.

Se viene meno una delle due ipotesi sopra elencate, il modello malthusiano risulta inappropriato a descrivere la dinamica della popolazione ed è necessario modificarlo.
Ipotizzare che gli individui non si influenzino reciprocamente o che sopravvivenze e fertilità non dipendano dal numero di individui nella popolazione è spesso un'approssimazione troppo cruda della realtà.

Tale assunzione è infatti realistica solo se la densità della popolazione è bassa, perché in condizioni di affollamento le interazioni fra gli individui diventano sempre più importanti: essi competono fra loro per lo spazio, per le risorse — ad es. acqua, nutrienti e luce per le piante, o cibo di cui si nutrono gli animali –, oppure per la riproduzione. Tutte le risorse che diventano scarse e risultano limitanti concorrono naturalmente ad alimentare la cosiddetta competizione intraspecifica. Come conseguenza, i tassi di natalità e di mortalità vengono a dipendere anche dalla densità.

Popolazioni Strutturate per Età o per Taglia 

Fino a questo punto abbiamo considerato popolazioni omogenee, in cui tutti gli individui condividono il medesimo tasso di natalità e di mortalità indipendentemente dalla loro età, taglia o stadio di sviluppo. In molti casi pratici, tuttavia, questa approssimazione non è accettabile: organismi in stadi diversi della loro vita, infatti, possono fornire contributi decisamente diversi alla dinamica della popolazione cui appartengono, sia in termini di mortalità che di fertilità.
La mortalità raramente è costante con l'età: nei mammiferi, per esempio, gli individui adulti sono in molti casi più resistenti di quelli giovani.

Questa maggiore resistenza può avere una base fisiologica, dovuta ad esempio alla disponibilità di una maggiore riserva di grasso che permette all'adulto di affrontare con successo inverni particolarmente rigidi o lunghi periodi di penuria di cibo. In altri casi gli adulti sono più resistenti dei giovani ad alcune malattie perché l'esposizione ripetuta agli agenti infettivi permette agli animali che riescono a sopravvivere di costruire un'adeguata risposta immunitaria che li protegge da attacchi futuri. Anche l'esperienza acquisita con l'età può essere un elemento importante, perché un individuo adulto sa in genere affrontare meglio le condizioni di pericolo o di stress, come la fuga da un predatore o la ricerca di una preda o del cibo. L'effetto netto, in questi casi, è che la sopravvivenza annuale non è più costante, ma cresce con l'età degli individui, che d'ora in poi indicheremo con il simbolo x.

Naturalmente può anche accadere che la mortalità cresca con l'età negli individui più anziani, perché gli animali più vecchi possono essere meno efficienti nella ricerca e acquisizione del cibo ed essendo più deboli diventare soggetti ai rigori dell'inverno, alla pressione dei predatori e alle malattie. Ci sono poi molti altri casi in cui la mortalità è invece bassissima nei primi stadi di sviluppo e cresce successivamente con l'età degli individui.

Non bisogna dimenticare, infine, che anche da un punto di vista gestionale la conoscenza della struttura d'età della popolazione può essere molto importante, perché molte politiche di prelievo (quelle considerate ad esempio nei piani di abbattimento faunistici) sono legate proprio allo stadio di sviluppo dell'animale. Il prelievo, infatti, può concentrarsi solo su alcune classi d'età: se si vuole ridurre al minimo l'impatto sulla crescita della popolazione, ad esempio, si può porre il vincolo di prelevare solo gli individui adulti non riproduttivi, tipicamente anziani; se viceversa si è preoccupati per il forte incremento demografico di una popolazione e si decide di attenuarlo, risulta conveniente abbattere gli individui giovani. A volte il principale parametro di interesse non è l'età dell'individuo, ma la sua taglia.

Nel caso della gestione delle risorse ittiche, ad esempio, esistono sia a livello commerciale che a livello di pesca sportiva delle limitazioni sulla taglia di rimozione: gli individui più piccoli, che non hanno ancora avuto modo di esprimere il loro potenziale riproduttivo, non possono essere oggetto di sfruttamento. Dal punto di vista pratico questo si traduce nell'utilizzare reti la cui maglia sia sufficientemente larga da prelevare solo gli individui superiori a una taglia minima fissata. La taglia è nei pesci largamente correlata all'età, quindi porre una limitazione sulla taglia equivale di fatto a porre un limite sull'età degli individui catturabili.

Risulta chiaro dunque come – in molti casi di interesse pratico – sia difficile arrivare ad una conoscenza della dinamica di una popolazione che sia di una qualche utilità se non si considera esplicitamente la dipendenza dei parametri demografici della specie dall'età degli individui. Vediamo quindi come si costruisce un modello di dinamica delle popolazioni con struttura d'età. Estenderemo in seguito questa tipologia di modelli alle popolazioni strutturate per taglia.