Che cos’è l’unità motoria
Le unità motrici servono a mantenere una continuità nella contrazione muscolare, servendosi di fibre intercalate fra di loro; a graduare la forza, variando il numero di unità motrici reclutate e a una riduzione della fatica in quanto le unità motrici grandi sono reclutate dove servono e le piccole sono reclutate per prima in base al principio delle dimensioni.
Suddivisione dell’unità motoria
Le unità motrici si dividono in:
- slow : innervate da motoneuroni piccoli,
- fast: da motoneuroni grandi.
Il potenziale d’azione
Se vi è un potenziale di azione nel motoneurone, c’è un potenziale di azione nel muscolo, il calcio citoplasmatico sale, e vi è uno sviluppo di tensione, dunque una contrazione del muscolo, una scossa e il muscolo si contrae e si rilassa. Se arrivano scosse ripetute, vi sono vari potenziali di azione e vari transienti di calcio, vi è una sommazione temporale, ovvero il terzo transiente di calcio interviene prima che il secondo si sia esaurito, quindi la quantità di calcio nel citoplasma al picco del 3° impulso è maggiore di quella che si sarebbe avuta se le scosse fossero state più spaziate.
Maggiore contrazione, maggiore forza
Quindi se i potenziali d’azione arrivano più vicini, la quantità di calcio nel citoplasma è maggiore, dunque si produrrà più forza. In parole povere, maggiore è la contrazione, maggiore è la forza prodotta. Con una contrazione a potenziali d’azione ripetuti si genera una corrente tetanica. La forza sviluppata da un’unità motrice ce lo dice la frequenza con la quale i potenziali di azione si susseguono. Per cui una unità motrice piccola, anche se stimolata con il massimo della frequenza che può sopportare, potrà generare uno o 10 grammi di Forza, ma non raggiungerà mai 100 grammi; una unità motrice grande stimolata con una scossa singola genererà 50 grammi, con un tetano svilupperà anche 100.
Tensione che si sviluppa dall’unità motrice
La tensione sviluppata dalle unità motrici, dipende dalla frequenza di scarica e dalla variazione della frequenza di scarica dei motoneuroni. In poche parole, la forza generata dalle unità motrici, dipende dalle variazioni della frequenza di scarica dei motoneuroni e dalla frequenza di scarica a plateau. Un muscolo si contrae sostanzialmente per muovere dei carichi; possiamo paragonare il lavoro muscolare ad un sistema di leve. La forza applicata più lontana dal fulcro, viene amplificata dalla distanza, quindi a parità di forza vince quella più lontana dal fulcro.
La leva-braccio è relativamente svantaggiosa dal punto di vista della forza, ma estremamente vantaggiosa dal punto di vista della velocità e dell’ampiezza dei movimenti.
Come avviene la contrazione muscolare
La contrazione muscolare avviene in maniera:
- isotonica: quando non varia la contrazione del muscolo (come quando si porta un vassoio in mano, il muscolo resta contratto allo stesso modo, con possibilità di movimento);
- isometrica: quando il muscolo si contrae senza variare di lunghezza, quindi se blocchiamo un’articolazione, non vi è movimento, ma il muscolo risulta irrigidito.
La maggior parte delle contrazioni naturali ha una parte isotonica ed una isometrica.