La barriera ematoencefalica è un handicap non da poco soprattutto per quei farmaci che devono andare ad agire a livello del SNC per esempio i farmaci antiepilettici.
La barriera ematoencefalica è un handicap non da poco soprattutto per quei farmaci che devono andare ad agire a livello del SNC per esempio i farmaci antiepilettici.
L’EPILESSIA è un insieme di patologie che ha cause molto diverse tra loro in cui i fattori più importanti sono gli attacchi epilettici che possono essere estremamente gravi e per i queli alcuni vivono con la terapia. Essendo una malattia con eziologie diverse e perciò non potendo andare alla ricerca della causa si curano i sintomi in generale; a volte però alcuni farmaci hanno come effetto collaterale quello di generare l’azione convulsivante.
L’altro aspetto nell’epilessia è il fatto che in generale i farmaci non possono essere usati a lungo perché il farmaco dopo un certo periodo di uso diventa obsoleto perché la cellula sviluppa una resistenza e bisogna passare ad un altro farmaco; proprio perché le epilessie sono patologie con eziologia diversa non tutti i farmaci funzionano nel contenere gli effetti e dover cambiare continuamente farmaco non è un problema da poco.
Gli antiepilettici non sono tantissimi e quei pochi che ci sono uno se li gioca nel giro di poco tempo proprio perché la cellula sviluppa una farmacoresistenza alla base della quale c’è un diminuito uptake del farmaco nel cervello cioè una minore capacità di assorbimento mediato dai trasportatori, oppure un maggiore flusso dovuto ai fenomeni di sovraespressione o di amplificazione di PgP proprio in corrispondenza del FOCUS EPILETTOGENO, ma anche a livello della membrana.
Quello che è stato visto è che i due alleli di uno SNP C3435T che è silente e che pur essendo una sostituzione sinonima l’allele C è associato ad una elevata espressione dell’allele T che sarebbe quello a bassa espressione. Il soggetto CC è quello associato ad una elevata espressione di PgP e ha un’aumentata resistenza ai farmaci antiepilettici, l’aumentata espressione di PgP aumenta la resistenza e diminuisce la concentrazione del farmaco al bersaglio.
Un altro esempio è l’infezione da HIV il virus riesce a penetrare la barriera ematoencefalica e si va ad annidare nel SNC e sarà poco raggiungibile dai farmaci antivirali, sarà dunque necessario somministrare dosi elevati di antiviali per raggiungere una concentrazione sufficiente a livello del cervello.
In genere si tratta di sostanze che sono substrato anche queste della PgP e che penetrano male e raggiungono difficilmente concentrazioni elevate, per questo sono state cercate nuove strategie per inibire l’azione della PgP e associare un inibitore alla PgP all’azione dell’antivirale tenendo conto del genotipo.