Nel cambiare la reattività chimica del composto è possibile che questo acquisti attività farmacologica, cioè che passi da un profarmaco ad un farmaco attivo; ma si vede che alcune persone sono in grado di attivare il composto mentre altre no, questa variabilità può essere genetica e può dipendere dalle variazioni di quegli enzimi che sono deputati alla biotrasformazione a delle varianti polimorfiche che sono presenti in alcuni soggetti che sono incapaci di svolgere questa reazione.
Nel cambiare la reattività chimica del composto è possibile che questo acquisti attività farmacologica, cioè che passi da un profarmaco ad un farmaco attivo; ma si vede che alcune persone sono in grado di attivare il composto mentre altre no, questa variabilità può essere genetica e può dipendere dalle variazioni di quegli enzimi che sono deputati alla biotrasformazione a delle varianti polimorfiche che sono presenti in alcuni soggetti che sono incapaci di svolgere questa reazione.
Se il farmaco è attivo solo dopo questa biotrasformazione, il risultato di questa variabilità genetica è che il soggetto è incapace di attivarlo e non si avrà effetto terapeutico, quella dose che ci aspettiamo efficace sarà inefficace su quel paziente.
Tuttavia l’attivazione metabolica può anche essere un’attivazione farmacologica ovvero ci sono farmaci che per poter essere escreti devono essere attivati metabolicamente perché sono di per se già attivi farmacologicamente; anche in questo caso possiamo avere una diversa capacità di detossificare, avremo soggetti che per un difetto genetico correlato alla variabilità di questi enzimi, non saranno in grado di detossificare, così i farmaci rimarranno più a lungo in circolo e avranno effetti tossici.