Debrisochina

Negli anni ’70 mentre veniva sottoposto a sperimentazione clinica un nuovo anti-ipertensivo, la DEBRISOCHINA, si osservò che in alcuni soggetti l’effetto di abbassamento della pressione sanguigna era talmente marcato da provocare un collasso. Altri soggetti trattati con la stessa dose non mostravano questi effetti.

Negli anni ’70 mentre veniva sottoposto a sperimentazione clinica un nuovo anti-ipertensivo, la DEBRISOCHINA, si osservò che in alcuni soggetti l’effetto di abbassamento della pressione sanguigna era talmente marcato da provocare un collasso. Altri soggetti trattati con la stessa dose non mostravano questi effetti.

Ulteriori studi chiarirono che i soggetti ipersensibili alla DEBRISOCHINA avevano un difetto enzimatico, la carenza di debrisochina idrossilasi che inattiva il farmaco. Questi soggetti erano OMOZIGOTI per un tratto autosomico che fu riconosciuto responsabile dell’assenza di un enzima in grado di idrossilare la debrisochina che nella forma idrossilata perde la sua attività anti-ipertensiva.

Nei soggetti normali la trasformazione avviene in un tempo molto rapido, mentre nei soggetti ipersensibili la carenza di questo enzima faceva si che il farmaco avesse un emivita più lunga, causando l’effetto prolungato tale da provocare un collasso.

Anche questo tratto è stato studiato ed è stato identificato il gene responsabile, il CYP2D6, che appartiene ad una grande famiglia di geni che sono delle ossigenasi funzione mista, che usano il citocromo per il trasporto di elettroni: la variante difettiva di questo gene è autosomica recessiva, cioè solo i soggetti omozigoti hanno un effetto così marcato, ma è anche un tratto comune perché un individuo su 10 in Europa ne è portatore.