Studio condotto sul mieloma multiplo e sulla farmacogenetica applicata a questa patologia.
Il mieloma multiplo è una neoplasia maligna che rappresenta all’incirca il 10% delle neoplasie ematologiche, ha un incidenza leggermente maggiore nel sesso maschile rispetto a quello femminile; in Italia abbiamo una media di 8,3 casi per ogni 100.000 maschi e di 7,1 ogni 100.000 femmine con un età media che è intorno ai 60 anni per entrambi.
Studio condotto sul mieloma multiplo e sulla farmacogenetica applicata a questa patologia.
Il mieloma multiplo è una neoplasia maligna che rappresenta all’incirca il 10% delle neoplasie ematologiche, ha un incidenza leggermente maggiore nel sesso maschile rispetto a quello femminile; in Italia abbiamo una media di 8,3 casi per ogni 100.000 maschi e di 7,1 ogni 100.000 femmine con un età media che è intorno ai 60 anni per entrambi.
La patologia è caratterizzata dalla localizzazione e dalla proliferazione di un singolo clone di plasmacellule di plasmacellule all’interno del midollo osseo, queste plasmacellule provengono dalla trasformazione di un linfocita B in una delle fasi differenziative verosimilmente a livello di un linfocita B memoria e si localizzano nelle sedi midollari e nelle fasi più avanzate della malattia anche in sedi extramidollari e dal punto di vista clinico il quadro sintomatico include anche sintomi che sono sistemici in cui l’effetto principale sono le lesioni osteolitiche (fratture ossee), danno renale e anemia (aplasia midollare).
Dal punto di vista molecolare il mieloma multiplo è caratterizzato da una serie di alterazioni cariotipiche molto complesse, non esisto delle vere e proprie caratteristiche ma in generale si individuano dei gruppi di traslocazioni principali che vengono costituite a carico della banda 140,32 che è quella che costituisce la catena pesante dell’immunoglobulina. Sia hanno alterazioni di geni implicati nella regolazione del ciclo cellulare come le cicline e anche alcune chinasi o MMSET, GFE3 che è una fosforilasi trovata alterata nel mieloma.
La malattia è caratterizzata da una produzione sierica di una Ig monoclonale che si riscontra nelle urine o comunque a livello sistemico, non tutti questi casi evolvono in mieloma e tutti i mielomi hanno questo accumulo di Ig monoclonali. Comunque sono 7 gruppi di traslocazione che hanno la solita banda (quella della catena pesante delle Ig), questo fa pensare che lenti trasformazioni primarie si ritiene che siano per errore dei meccanismi che interessano quel locus in fase di differenziazione di una cellula B, perché i meccanismi in questione sono quelli di switch di classe delle Ig.
I meccanismi sono lunghi e molto complessi tanto che in questi processi possono avvenire degli errori che si pensa si possono portare a delle trasformazioni da cui avremo il genotipo malattia, dal punto di vista della terapia la malattia rimane tutt’oggi incurabile e la sopravvivenza alla malattia nel 2002 era più o meno di 2 anni oggi siamo su 4-5 anni dalla data di diagnosi ed è uno dei motivi per cui i controlli terapeutici cambiano in maniera molto veloce nel senso che si tenta sempre di più di ottimizzare il trattamento verso la cura, ma adesso verso la maggiore sopravvivenza possibile.