Personalizzazione della Terapia

Termine molto usato a parole ma poco con i fatti. Un farmaco per quanto riguarda l’obiettivo terapeutico può essere efficace o non efficace a trattare i pazienti con una certa patologia, quindi un primo aspetto è L’EFFICACIA DEI FARMACI (es.

Termine molto usato a parole ma poco con i fatti. Un farmaco per quanto riguarda l’obiettivo terapeutico può essere efficace o non efficace a trattare i pazienti con una certa patologia, quindi un primo aspetto è L’EFFICACIA DEI FARMACI (es. nel caso della DEBRISOCHINA è la capacità di abbassare la pressione del sangue degli ipertesi), l’altro aspetto è quello delle reazioni indesiderate ADR (Adverse Drug Reaction), queste reazioni indesiderate devono delimitare il campo di applicazione del farmaco a seconda della loro gravità e soprattutto dare un indicazione di quella che è la dose ottimale.

Prima di essere somministrato agli uomini qualsiasi farmaco viene sperimentato sugli animali i quali si trattano con diverse dosi fino ad individuare la dose che provoca la morte del 50% degli animali trattati (LD50), siccome nella sperimentazione di lab si può trovare la LD50 per gli animali che non è direttamente trasponibile all’uomo per cui ci sarà poi una fase in cui si dovrà sperimentare sull’uomo; la prima fase precede la somministrazione del farmaco su volontari sani per rilevare la max dose tollerabile dopo di che bisogna identificare la dose minima efficace ED50 che è quella dose in grado di “curare” il 50% dei soggetti trattati, questa sperimentazione  va fatta su pazienti in quanto si deve poter evidenziare il beneficio del farmaco ci sono poi dei modelli animali di alcune patologie che ci permettono di ipotizzare un efficacia clinica trattando gli animali, però di solito la cosa migliore è la sperimentazione sull’uomo.

Il rapporto tra DL50 e ED50 viene detto indice terapeutico che però è un parametro poco utilizzato perché molto variabile questo perché il fatto che il 50% dei soggetti ha avuto un effetto non ci dice niente del perché l’altro 50% non l’ha avuto inoltre non registra le reazioni individuali e quindi non è più utilizzato. Molto importante è anche la via di somministrazione perché un farmaco iniettato direttamente in vena è diverso da un farmaco assunto per via orale o di una crema ecc. e le reazioni dipendono anche dalla via di somministrazione per esempio nel caso di un ipertensivo si prevede una somministrazione orale in quanto è una somministrazione continuata per molto tempo mentre la somministrazione per endovena è più indicata per un farmaco che deve essere somministrato occasionalmente.

Es. di quanto l’indice terapeutico può essere forviante: La TALIDOMITE è un farmaco che è stato usato come anti-emetico durante la gravidanza e aveva un ottimo indice terapeutico  un’elevata LD50 e veniva usata per combattere le nausee e vomito nelle donne in gestazione, purtroppo si rilevò un farmaco disastroso perché è un potente teratogeno e in seguito a esposizione in utero alla TALIDOMITE nacquero molti bambini FOCOMELICI cioè malformati negli arti superiori, fu tolto dal commercio, attualmente viene usato non più per le sue proprietà antiemetiche ma come antitumorali ma ovviamente non in gravidanza.

Se un farmaco dopo che è stato messo in commercio si rivela responsabile di reazioni avversi gravi, esiste un organo preposto alla sorveglianza FARMACOVIGILANZA che dovrebbe raccogliere gli effetti avversi che potrebbero essere riconducibile all’assunzione di un dato farmaco, in Italia questo funziona poco.
Supponiamo di avere dei pazienti con la stessa patologia che trattiamo tutti con la stessa dose di un o stesso farmaco es. una pillola al giorno per tutti e si vede che ci sono delle differenze tra i soggetti trattati si cerca di capire perché ci sono delle differenze a parità di dose.