I fossili appartenenti agli antenati dell'uomo, ripartiti fra i generi Australopithecus e Homo, risalgono al massimo a circa 5 milioni di anni fa: della storia precedente sappiamo perciò molto poco.
I fossili appartenenti agli antenati dell'uomo, ripartiti fra i generi Australopithecus e Homo, risalgono al massimo a circa 5 milioni di anni fa: della storia precedente sappiamo perciò molto poco.
Tra 7 e 20 milioni di anni fa, animali primitivi simili alle scimmie antropomorfe erano ampiamente distribuiti sul continente africano (più tardi in Eurasia).
Benché sia stata trovata una grande quantità di ossa e denti, tra gli scienziati è ancora aperto il dibattito circa il modo di vivere di questi animali e la loro relazione evolutiva con le scimmie antropomorfe attuali e con l'uomo.
Una di queste scimmie fossili, nota come Sivapithecus, sembra condividere molte caratteristiche con la grande scimmia antropomorfa asiatica vivente, l'orango, della quale potrebbe essere la diretta progenitrice.
Le caratteristiche di questi fossili, tuttavia, non consentono di collocarla nella linea evolutiva che condusse alla famiglia degli ominidi ed alla sottofamiglia umana.
I confronti effettuati tra grandi scimmie africane ed uomo in base alle proteine del sangue e al DNA indicano come la linea che condusse alle popolazioni umane moderne non si sia differenziata da quella degli scimpanzé e dei gorilla se non in una fase evolutiva tarda.
Sulla base di questi confronti, molti scienziati tendono a collocare questo bivio evolutivo tra sei e otto milioni di anni fa.