Per raggiungere l’obiettivo della trasmissione e dell’integrazione dei dati degli argomenti di interesse sono:
Individuazione di una architettura di riferimento di un sistema informativo ospedaliero mediante lo studio delle varie unità che lo compongono, dei loro obiettivi e delle interazioni reciproche
Analisi e formalizzazione dell’informazione medica richiesta in ciascuna unità e delle procedure ad essa afferenti
Per raggiungere l’obiettivo della trasmissione e dell’integrazione dei dati degli argomenti di interesse sono:
Individuazione di una architettura di riferimento di un sistema informativo ospedaliero mediante lo studio delle varie unità che lo compongono, dei loro obiettivi e delle interazioni reciproche
Analisi e formalizzazione dell’informazione medica richiesta in ciascuna unità e delle procedure ad essa afferenti
Studio e definizione delle principali tecniche di comunicazione e cooperazione tra i vari attori sia interni che esterni all’ospedale.
Ci sono dei problemi di come gestire e proteggere da un accesso non autorizzato i dati presenti nelle singole cartelle. Per esempio nel caso del medico, lui deve poter accedere a tutti i dati per fare una diagnosi ma l’infermiere non ha l’esigenza di accedere a tutte le informazioni ma solo a quelle relative alla terapia. Se i dati sono trasmessi all’esterno o se si permette ai familiari di accedere ai dati dobbiamo garantire due cose:
1. Che possa accedere solo ai dati di interesse e non ad altro
2. E che nel transito tra l’ospedale e la costruzione remota, i dati non siano intercettati.
Quando i dati sono trasmessi dobbiamo fare in modo che siano trasmessi utilizzando degli standard che consentano sia una semplice trasportabilità degli stessi ma anche il loro uso con sistemi informativi diversi. In questo contesto entra lo standard DICOM per le immagini e HL7 per trasferire un referto da un laboratorio ad un altro. Quando un paziente si reca ad un laboratorio, il laboratorio compila un referto che è dato al paziente in forma cartacea e quasi mai su formato elettronico con cd o dischetto.
Questo referto è leggibile dal sistema informativo di quel laboratorio, ma non è detto che lo sia anche dal sistema informativo del reparto che lo richiede. Per ovviare a questo problema lo standard di trasmissione dei dati DICOM e HL7 consentono che il dato informatico sia leggibile dall’uno e dall’altro sistema. Se il paziente va farsi una TAC in un altro reparto, è improbabile che i risultati della TAC siano inseriti nella prima cartella clinica (forse si riferisce alla cartella del reparto da cui il paziente proviene) e siano leggibili dalla prima cartella. In modo tradizionale al paziente sarà consegnata una lastra o una stampa che sarà allegata alla parte cartacea, anche se gli fosse dato il CD, non è inserito o non è direttamente accessibile nella prima cartella; gli standard servono proprio all’integrazione dei dati.
Fondamentale in un sistema ospedaliero si hanno una serie di reparti che sono specifici altri che sono trasversali e altri ancora che danno ulteriori servizi come la farmacia. Se guardiamo questo schema possiamo visualizzare una serie di frecce che partono dal medico di base, accettazione, ecc. fino ad arrivare alla dimissione. Internamente alle varie parti dello schema, ci sono una serie di dati.
Oggi parleremo degli standard in sanità e di come sono usati.
• In primo luogo gli standard sono usati per consentire ai vari reparti di comunicare tra loro con dati in formato elettronico in maniera efficiente,sicura e semplice.
• In secondo luogo sono usati per decidere quali dati memorizzare, partendo dai dati dell’accettazione fino ai dati di dimissioni; affinché si possano trarre dati aggregati, utilizzati nella corrente legislazione italiana, per individuare ciò che è stato fatto al paziente e quali risorse sono state usate e quantificare il compenso che la Regione verserà alla struttura ospedaliera, si parla di struttura del DRG. Questo meccanismo si chiama DRG, c’è una struttura dati, un oggetto che è il DRG che è costituito da due elementi:
1. il documento rilasciato al momento della dimissione detto schema di dimissioni ospedaliera posto o( non si capisce)
2. una serie di codici di codifica appunto gli standard che codificano per due aspetti la patologia e i trattamenti applicati a questa patologia.
Se guardiamo una cartella clinica cartacea orientata temporalmente, per ogni incontro si possono evidenziare i dati soggettivi riferiti dal paziente, i dati oggettivi, la temperatura, esami di laboratorio, la valutazione ovvero la diagnosi, la pianificazione, cioè il trattamento terapeutico che è stato prescritto. I dati sono organizzati in modo temporale. Poi ci sono i dati organizzati in base alla sorgente organizzativa che li userà, che li ha generati sia la sorgente che gli attori. In primo luogo la sorgente è rappresentata dagli episodi fisici, tipo incontro con il medico, oppure esami di laboratorio, la cui sorgente è il laboratorio. Se invece le sorgenti le vediamo dal problema guardiamo la malattia. Quindi gli stessi dati possono essere visti da punti diversi. Il problema dov’è se noi abbiamo gli standard che codificano per memorizzare i dati,all’interno del mio sistema informatico? Ogni quadratino del grafico rappresenta un sistema informatico e per come si è sviluppata la sanità non sono uguali, ma rappresentano nicchie di mercato dove alcuni fornitori hanno sviluppato sistemi informativi nei primi tempi, incompatibili ovvero che non dialogavano fra di loro. L’uso dello standard sia in fase di memorizzazione dei dati che in fase di trasmissione è alla base per poter fare un sistema ospedaliero che contenga tutti i dati.
Un aspetto importante della cartella clinica è il tempo associato ad un certo dato, il tempo di inserimento del dato, il tempo dell’esame clinico ed il tempo di validità. Il tempo è importante sia per il valore di un esame nel corso del tempo che subisce una variazione, tipo valori del colesterolo, ma è anche importante per fare una valutazione dell’attività di un certo reparto, il tempo di sopravvivenza alla malattia che si inserisce nel Registro di malattia. I problemi sono l’inserimento dei dati, che i dati siano omogenei nei reparti, evitare gli errori,le incompletezze. Se noi abbiamo una serie di sistemi informativi tra medico di base e l’ASL.
Il medico fa la prescrizione( anche per questa c’è un tempo) la digita in formato elettronico poi la stampa e viene passata al paziente che la porta all’ASL. Innanzitutto avere un sistema informatico permette di trasferire i dati della ricetta direttamente al laboratorio dove il paziente si recherà. Non ci deve essere solo il mezzo telematico che trasporta il dato fisico in sicurezza ma ci deve essere integrazione tra i due sistemi e che adottino la stessa codifica o nomenclatura per gli esami cioè che siano tra loro compatibili. Nell’ASL ci sono i pazienti, le prestazioni erogate, il laboratorio, un archivio di prenotazione uno per i referti. Il referto è stampato su carta o dato su cd e poi il medico con una valutazione visiva lo valuta. Avere un sistema elettronico consente di avere la trascrizione elettronica del referto, può essere poco utile per il medico di base ma è importante se il laboratorio si trova nella stessa struttura del reparto. Il referto è inviato all’unità operativa che si occuperà del dato.