La memoria è una delle capacità del cervello di conservare informazioni, la memoria esiste a breve ed a lungo termine. Non tutte le memorie a breve termine si consolidano in quella a lungo termine. La memoria sensoriale infatti è rappresentata da una quantità di dati sensoriali che possono rimanere in memoria a breve termine per pochissimo tempo e non essere consolidati.
Memoria a lungo termine
La memoria a lungo termine può essere suddivisa in memoria dichiarativa o esplicita, e memoria procedurale o implicita (incosciente), ed esse sono veicolate da strutture diverse. La memoria procedurale è quella dell’apprendimento, dell’assuefazione e della sensibilizzazione (come quella dei riflessi spinali, che possono diventare più efficienti, potendo potenziare le sinapsi e costituendo di fatto, anche questi, una sorta di memoria non cosciente).
Memoria emotiva
Anche la memoria emotiva (come la paura di un serpente che diventa, di fatto, memoria) rappresenta una memoria non cosciente. Il cervelletto e i nuclei della base sono due strutture che stanno alla base dell’apprendimento di nuove azioni e comportamenti. I comportamenti una volta appresi grazie soprattutto al cervelletto, vengono poi richiamati sotto l’azione dei nuclei della base nella memoria a lungo termine.
Nel cervelletto si viene a creare un “vocabolario” di azioni possibili, dalle quali si sceglie il pattern motorio più appropriato per raggiungere un determinato scopo grazie alla porzione dorso-laterale del lobo prefrontale. Le strutture a cui deve far riferimento invece la memoria dichiarativa sono essenzialmente l’ippocampo, i corpi mammillari, la parte mediale del lobo temporale, parte del lobo prefrontale e il diencefalo in senso un pò più generale. Questo tipo di memoria è quella colpita dalle amnesie, ovvero, deficit di memoria.
L’amnesia
Esistono tre tipi di amnesia:
- retrograda se non si ricordano gli eventi accaduti precedentemente al danno riportato,
- anterograda se non è più possibile accumulare nuovi accadimenti,
- prospettica che compromette la “memoria di lavoro” ovvero la memoria che sta nel lobo prefrontale e che è implicata nell’organizzazione e nella progettazione di azioni o di eventi che si stanno per svolgere. L’atto del concentrarsi su un lavoro, su un compito, ad esempio, è gestito da questa memoria. Il lobo prefrontale è connesso al sistema limbico, pertanto le decisioni prese, sono certamente guidate anche dall’emotività.