Disturbo di Conversione

Criteri diagnostici per il Disturbo di Conversione

A. Uno o più sintomi o deficit riguardanti funzioni motorie o sensitive, che suggeriscono una condizione neurologica o medica generale.

B. Si valuta che qualche fattore psicologico sia associato col sintomo o col deficit, in quanto l’esordio o l’esacerbazione del sintomo o del deficit è preceduto da qualche conflitto o altro tipo di fattore stressante.

C. Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o simulato (come nei Disturbi Fittizi o nella Simulazione).

D. Il sintomo o deficit non può, dopo le appropriate indagini, essere pienamente spiegato con una condizione medica generale, o con gli effetti diretti di una sostanza, o con una esperienza o comportamento culturalmente determinati.

E. Il sintomo o deficit causa disagio clinicamente significativo, o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti, oppure richiede attenzione medica.

F. Il sintomo o deficit non è limitato a dolore o disfunzioni sessuali, non si manifesta esclusivamente in corso di Disturbo di Somatizzazione, e non è meglio spiegabile con qualche altro disturbo mentale.

I sintomi di conversione riguardano il funzionamento motorio volontario o sensitivo e per questo motivo vengono definiti ”pseudo-neurologici”. I sintomi e i deficit comprendono alterazioni della coordinazione e dell’equilibrio, paralisi o astenia localizzata, afonia, difficoltà di deglutire o sensazione di nodo alla gola e ritenzione urinaria. I sintomi sensitivi comprendono perdita della sensibilità tattile, cecità, sordità, allucinazioni. I sintomi possono comprendere anche attacchi epilettiformi e convulsioni. La diagnosi dovrebbe essere fatta solo dopo che sia stata condotta un’indagine medica completa al fine di escludere una condizione medica generale. I sintomi di conversione tipicamente non corrispondono all’alterazione di nessuna struttura anatomica o meccanismo fisiologico conosciuto, ma seguono piuttosto l’idea che un soggetto si fa di una condizione patologica. I sintomi di conversione sono spesso incoerenti. Una vasta gamma di condizioni neurologiche possono essere diagnosticata come tale disturbo. (sclerosi multipla, miastenia).

Il disturbo può essere diagnosticato in presenza di una condizione neurologica solo se i sintomi non risultano pienamente spiegabili dalla natura e gravità della condizione neurologica o medica. Tradizionalmente il termine “conversione” deriva dalla ipotesi che il sintomo somatico presentato dal soggetto rappresenta la rivoluzione simbolica di un conflitto psicologico inconscio che riduce l’ansia e che serve a tenere il conflitto fuori dalla coscienza (guadagno primario). Il soggetto può trarre dal sintomo anche un guadagno “secondario”. I sintomi non sono però prodotti intenzionalmente per ottenere dei benefici. In generale bisogna arrivarci attraverso una accurata valutazione del contesto in cui il sintomo si sviluppa. 

Manifestazioni e disturbi associati: I soggetti con questo disturbo possono mostrare la “belle indifference” oppure possono presentarsi con una modalità drammatica o istrionica. Siccome questi soggetti sono spesso suggestionabili, i loro sintomi possono modificarsi sulla base di fattori esterni; possono divenire più intensi a seguito di stress psicologico o sociale. L’esordio è in genere acuto, ma può manifestarsi anche una sintomatologia gradualmente ingravescente. Tipicamente i singolo sintomi sono di breve durata.

Diagnosi differenziale: I sintomi dei disturbo fittizi e della simulazione sono prodotti o simulati intenzionalmente. Questo tipo di scopo ricordano il guadagno secondario, ma la differenza sta che nei quadri di conversione manca l’intenzione consapevole di produrre sintomi.