Criteri diagnostici per il Disturbo Dissociativo dell’Identità
Criteri diagnostici per il Disturbo Dissociativo dell’Identità
A. Presenza di due o più identità o stati di personalità distinti (ciascuno con i suoi modi relativamente costanti di percepire, di relazionarsi, e di pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente).
B. Almeno due di queste identità o stati di personalità assumono in modo ricorrente il controllo del comportamento della persona.
C. L’incapacità di ricordare importanti notizie personali è troppo estesa per essere spiegata con una banale tendenza alla dimenticanza.
D. L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. black-out o comportamenti caotici in corso di Intossicazione Alcoolica) o a una condizione medica generale (per es. epilessia parziale complessa).
Nota Nei bambini i sintomi non sono attribuibili all’esistenza di un compagno immaginario o ad altri giochi di fantasia.
Il disturbo riflette il fallimento nella integrazione dei vari aspetti dell’identità, della memoria e della coscienza. Ognuno degli stati di personalità può essere vissuto come se avesse una storia personale, immagine di sé e identità distinte, compreso un nome separato. Di solito vi è un’identità primaria che porta il nome ufficiale del soggetto e che risulta passiva, dipendente, tendente alla depressione e alla colpevolezza. identità particolari possono emergere in circostanze specifiche e possono differire nell’età e nel genere.
I soggetti con questo disturbo presentano lacune mnestiche a proposito della loro storia personale. Un’identità che non ha funzioni di controllo può tuttavia avere accesso alla coscienza attraverso la produzione di allucinazioni uditive o visive. La dimostrazione dell’amnesia può essere raggiunta attraverso le indicazioni di altre persone che sono stati testimoni di comportamenti che il soggetto rinnega, oppure attraverso le scoperte dell’individuo stesso. Le transizioni da una identità all’altra sono spesso scatenate da fattori psico-sociali stressanti.
Manifestazioni e disturbi associati I soggetti frequentemente riferiscono di avere sperimentato gravi maltrattamenti fisici e abusi sessuali, specie durante l’infanzia. Possono manifestare sintomi post-traumatici. Certe identità possono presentare sintomi di conversione.
Mostra un decorso clinico fluttuante, che tende ad essere cronico e ricorrente. Il tempo medio che passa tra l’esordio e la diagnosi è di 6-7 anni.
Fattori che possono supportare una tale diagnosi sono la presenza di sintomatologia dissociativa, con cambiamenti improvvisi dell’identità, amnesia reversibile e punteggi elevati nella misurazione della capacità dissociativa e della ipnotizzabilità in soggetti che non presentano il quadro caratteristico di qualche altro disturbo mentale.