Spazio Morto

Lo spazio morto è il volume dell’apparato respiratorio che non partecipa allo scambio gassoso.

Si può dividere in spazio morto anatomico (bronchi fino agli alveoli, trachea, laringe, bocca);

Non prende parte allo scambio gassoso perché la sua costituzione anatomica glielo impedisce e in spazio morto fisiologico (alveoli non funzionali);

Potrebbero prendere parte agli scambi gassosi ma l’assenza momentanea di sangue e/o ventilazione non glielo permettono.

La presenza del volume residuo e dello spazio morto comportano una diversa composizione tra l’aria che si trova all’interno del polmone e quella che si trova all’esterno.

Dopo una espirazione eupnoica lo spazio morto è occupato dal volume residuo (150 ml) di aria che ha partecipato agli ultimi scambi (aria povera di ossigeno).

La successiva inspirazione, oltre a portare dall’esterno aria ricca di ossigeno (450 ml circa), riporta nel polmone i 150 ml dello spazio morto, mentre la trachea si riempie di 150 ml di aria atmosferica.

Nella espirazione la prima aria ad uscire è quella atmosferica situata nella trachea, poi esce l’aria polmonare, e alla fine della espirazione restano nella trachea 150 ml di aria alveolare povera di ossigeno.

Lo spazio morto serve a scaldare e umidificare l’aria prima che essa raggiunga gli alveoli, in modo che non sottragga loro calore e umidità.