Nome comune con cui si indicano i virus appartenenti alla famiglia Retroviridae, caratterizzati da un patrimonio genetico a RNA, formato da una molecola di acido ribonucleico. Questa contiene tre geni (detti gag, pol ed env) che presiedono rispettivamente alla produzione delle proteine presenti nella regione centrale, delle proteine dell’enzima trascrittasi inversa e di quelle che costituiscono l’involucro virale.
Nome comune con cui si indicano i virus appartenenti alla famiglia Retroviridae, caratterizzati da un patrimonio genetico a RNA, formato da una molecola di acido ribonucleico. Questa contiene tre geni (detti gag, pol ed env) che presiedono rispettivamente alla produzione delle proteine presenti nella regione centrale, delle proteine dell’enzima trascrittasi inversa e di quelle che costituiscono l’involucro virale. La trascrittasi inversa determina la sintesi di DNA su stampo dell’RNA e, per la sua funzione, è detta anche DNA-polimerasi RNA-dipendente; la sua scoperta, operata nel 1970 dal virologo statunitense Howard Temin e dal biologo molecolare David Baltimore, scardinò il dogma della genetica secondo cui l’informazione genetica fluisce dal DNA all’RNA e non viceversa.
I retrovirus, come tutti i virus, possono replicarsi soltanto all’interno di una cellula ospite; in particolare, i retrovirus parassitano cellule di organismi eucarioti. Dopo avere preso contatto con la membrana plasmatica dell’ospite, il retrovirus vi inocula il suo materiale genetico e il suo patrimonio di enzimi. La trascrittasi inversa, quindi, nel citoplasma della cellula ospite dirige la sintesi di un filamento di DNA a partire dalla molecola di RNA virale, processo chiamato trascrizione inversa. Il filamento di DNA così formatosi prende il nome di provirus; penetra nel nucleo e si integra nel DNA eucariote.
L’integrazione del DNA virale è veicolata da due porzioni di DNA, presenti alle estremità della molecola di RNA virale e anche nel suo corrispondente DNA. Queste due sequenze sono dette LTR (Long Terminal Redundancy). Le due porzioni di DNA hanno una funzione di regolazione dell’attività dell’RNA; inoltre, intervengono nel processo di infezione virale di una cellula ospite, permettendo l’integrazione del patrimonio genetico del retrovirus in quello cellulare.