Alcuni geni, indicati come proto-oncogeni, in condizioni normali stimolano la proliferazione delle cellule, dirigendo la sintesi di proteine che agiscono come fattori di crescita. Queste molecole sono proteine di basso peso molecolare e, dopo essere state sintetizzate, fuoriescono dalla cellula e si trasferiscono allo spazio intercellulare. Vengono quindi riconosciute e legate dai recettori posti sulla membrana di altre cellule, nelle quali attivano una sequenza di reazioni chimiche che hanno come effetto ultimo l’induzione della divisione cellulare (mitosi).
Alcuni geni, indicati come proto-oncogeni, in condizioni normali stimolano la proliferazione delle cellule, dirigendo la sintesi di proteine che agiscono come fattori di crescita. Queste molecole sono proteine di basso peso molecolare e, dopo essere state sintetizzate, fuoriescono dalla cellula e si trasferiscono allo spazio intercellulare. Vengono quindi riconosciute e legate dai recettori posti sulla membrana di altre cellule, nelle quali attivano una sequenza di reazioni chimiche che hanno come effetto ultimo l’induzione della divisione cellulare (mitosi).
L’azione dei proto-oncogeni è normalmente modulata da un altro gruppo di geni, gli oncosoppressori, i quali producono fattori di inibizione della crescita cellulare.
I proto-oncogeni possono subire mutazioni, ovvero alterazioni della struttura che interferiscono con la loro attività; se il gene, a causa di queste lesioni, produce fattori di crescita in modo eccessivo, ne deriva una incontrollata azione di stimolo della proliferazione cellulare.
Il proto-oncogene, a causa della mutazione, diviene dunque un oncogene attivo; le cellule-bersaglio del fattore di crescita da esso prodotto si moltiplicano in modo abnorme, dando luogo a una massa neoplastica di cellule che ha caratteristiche tumorali. La mutazione di un proto-oncogene avviene con gli stessi meccanismi degli altri geni; cioè, può avvenire in modo spontaneo oppure essere indotta da agenti mutàgeni esterni, quali composti chimici e radiazioni. Per tale motivo, le sostanze chimiche di sintesi vengono sottoposte a test di mutagenicità e cancerogenicità per valutarne la potenziale relazione con l’insorgenza di neoplasie.
Anche alcuni virus possono interferire con il patrimonio genetico umano in modo analogo ai composti chimici mutàgeni, e provocare anch’essi l’attivazione degli oncogeni: si parla in tal caso di oncovirus. Appartengono a questa tipologia alcuni retrovirus, che costituiscono la sottofamiglia Oncovirinae.