Fibrinolisi

fibrinolisi

Il sistema della fibrinolisi è un sistema rapido e prevede due passaggi: il proattivatore, contenuto nel fattore XII, attiva il plasminogeno, proteina circolante da cui si origina per scissione idrolitica a plasmina, composto naturale fibrinolitico per eccellenza,; la plasmina risolve la prima organizzazione del coagulo costituita da filamenti di fibrina. La sensibilità del coagulo varia in quanto la molecoladeve avere accesso ai siti di fibrina: se il coagulo è vecchio la plasmina non ha accesso e l’effetto è attenuato e limitato.

fibrinolisi

Streptochinasi

Attivatore del proattivatore, ricorda gli streptococchi; ci sono streptococchi emolitici che la producono e da essi può essere estratta, essendo batterica può indurre effetti immunitarie. Perciò è utile utilizzarla in preparazioni locali come pomate.

Urochinasi

Presente nelle vie urinarie perché li si ha una fortissima capillarizzazione in cui lo scorrimento del sangue è forzato, l’estrema capillarizzazione aumenta l’attrito e si possono formare fenomeni di attivazione della coagulazione; può essere prelevata dagli animali da macello e raramente da fenomeni immunitari.

Plasmina

Proteina isolabile dal torrente circolatorio e purificata, può essere utilizzata come farmaco.

Il sistema fibrinolitico ha anche componenti tissutali: si ha un TPA (tissutal plasminogen activator) che controlla la formazione della fibrina e dei coaguli; è controllato anch’esso da un suo inibitore (IP1). In alternativa ai farmaci come streptochinasi e la plasmina si può usare il TPA; per avere effetti meno drastici si possono usare inibitori di IP1 in modo da mantenere attivo il TPA fisiologico.

Reteplase e alteplase

Sono frazioni attive di TPA, con effetto mirato e marginale.

Le indicazioni di questi farmaci sono molto numerose, si sovrappongono a quelle degli anticoagulanti ma sono anche diverse: sono utilizzati in caso di trombosi venose; proprio per la capacità di penetrazione del TPA, per l’angina instabile, particolare forma di angina pectoris, ischemia coronarica che tende a risolversi in un determinato tempo; malattie coronariche; infarto miocardico, con ischemia prolungata e necrosi tissutale; CID; sepsi, in quanto si ha una tempesta immunitaria con attivazione del processo di coagulazione, la stessa cosa si può dire per la liberazione di tossine; tumori; aterosclerosi e obesità.

Il rischio di questi farmaci è l’emorragia; dal punto di vista della struttura del farmaco il TPA è ricombinante, quindi analogo a quello umano. L’unico rischio è il sovradosaggio, che deve essere monitorato. In caso di emorragia non si possono utilizzare questi inibitori, vengono usati per emorragie lievi, che in cronico potrebbero determinare anemie.

Acido tranexamico e acido ε-amminocaproico

Preparati usati frequentemente per forme di emorragia cronica quali epistassi. In vendita anche in forma di bustine sia assumibili per via orale che per uso locale.