Gli artropodi sono organismi invertebrati con esoscheletro duro e articolato; possono causare danni agli ospiti attraverso:
· trauma meccanico (puntura o lacerazione della pelle);
· iniezione di sostanze estranee (durante la puntura);
· infezione secondaria (trasmessa dall’artropodo o sovrapposizione a seguito del grattamento);
Gli artropodi sono organismi invertebrati con esoscheletro duro e articolato; possono causare danni agli ospiti attraverso:
· trauma meccanico (puntura o lacerazione della pelle);
· iniezione di sostanze estranee (durante la puntura);
· infezione secondaria (trasmessa dall’artropodo o sovrapposizione a seguito del grattamento);
· reazione dell’ospite (dermatite da contatto irritante, reazioni granulomatose, shock anafilattico);
· trasmissione di malattie infettive (come malaria e leishmaniosi).
Scabbia
È causata dalla femmina di un acaro (sarcoptes scabiei), che scava cunicoli nello strato corneo e nello strato superficiale dell’epidermide per ospitare il maschio (che è più piccolo) e deporre le uova (e le feci) dopo la fecondazione (4 – 6 settimane). Dopo 3 – 4 giorni le uova si schiudono, le larve escono dal cunicolo e ne scavano altri a loro volta (più corti e stretti), nei quali si trasformano in ninfe e maturano fino a raggiungere la forma adulta.
La scabbia ha un’incidenza maggiore nelle zone belliche e povere, colpisce tutte le età, ma soprattutto bambini e giovani adulti, e si trasmette per contagio diretto, ma anche indiretto (più raro, tramite vestiti o lenzuola).
Il paziente lamenta prurito dove c’è l’acaro, che si localizza dove la cute è più tenera (addome, glutei, capezzoli, genitali) e non a livello di testa, mani e piedi (tranne nel caso dei bambini che hanno la cute tenera dappertutto); il prurito viene avvertito soprattutto di notte, quando la cute si riscalda di più e l’acaro scava.
La lesione patognomonica è il cunicolo, che appare lievemente rilevato, di color bruno chiaro, a decorso tortuoso, largo circa 1 mm e lungo 5-10 mm. Soprattutto all’inizio, i cunicoli possono essere poco evidenti (in particolare se il soggetto è propenso all’igiene personale), e la diagnosi può essere suggerita solo dal prurito particolare e dalla storia del paziente (vacanze in paesi come la Thailandia, militare, contatti famigliari,…); a volte, in seguito al grattamento, sono visibili le feci. Quando la scabbia è presente da molte settimane, fenomeni di ipersensibilità agli acari e ai loro prodotti portano alla formazione di papule e noduli pruriginosi (ben visibili sui genitali maschili). La diagnosi viene confermata dal ritrovamento dei cunicoli ed eventualmente dall’esame microscopico del parassita. Una diagnosi corretta è importante per evitare il propagarsi di epidemie.
La terapia consiste nell’applicazione di benzil-benzoato in emulsione al 33% per almeno 24 ore, che va ripetuta dopo 48 ore e dopo una settimana. Può essere causa di dermatite da contatto in quanto è un forte irritante.
Una forma particolare è la scabbia norvegese, che invade tutto il corpo ed è caratterizzata dalla presenza di migliaia di femmine contemporaneamente (normalmente sono una decina), che si ha soprattutto negli immunodepressi e in soggetti con neuropatie sensitive che non avvertono il prurito (il grattamento distrugge la maggior parte dei cunicoli).
L’uomo può essere colpito anche dalla scabbia animale, in quanto alcuni acari non hanno una specificità assoluta per l’ospite; in questo caso l’infezione si autorisolve sempre e mancano i cunicoli.
pediculosi
Le pediculosi sono causate da pidocchi: sono insetti ematofagi visibili ad occhio nudo. L’uomo può essere parassitato da due specie.
Pediculus humanus
Esistono due varianti, capitis e corporis. La seconda variante parassita i vestiti e nelle nostre zone si trova solo in persone dedite al vagabondaggio che si cambiano molto raramente; può essere vettore del tifo esantematico. Per eliminarlo basta lavare i vestiti con acqua calda.
La variante capitis colonizza il cuoio capelluto, colpisce soprattutto i bambini all’inizio della scuola, e non sopravvive al di fuori dell’ospite. Non c’è relazione con l’igiene; anzi, il pidocchio preferisce i capelli puliti! La femmina depone le uova (lendini) cementandole alle radici dei capelli: nel corso della sua vita (40 giorni) ne può deporre fino a 300, che si schiudono dopo 8 giorni.
Il sintomo caratteristico è il prurito a livello del cuoio capelluto che si può estendere al collo; ci può essere un’infezione piogenica secondaria al grattamento.
La terapia consiste nell’applicazione di un insetticida (malathion, permetrina), che va lasciato in sede per 15 minuti. Il trattamento si ripete dopo otto giorni.
Phtirus pubis
Il pidocchio del pube, o piattola, è più corto e tozzo del P. humanus, e aderisce ai peli del pube e, negli uomini pelosi, dell’addome e delle ascelle, e sulle ciglia (soprattutto nei bambini). Non colonizza barba e capelli.
Anche in questo caso il sintomo caratteristico è il prurito, soprattutto alla sera o di notte, e la terapia consiste nell’applicazione di permetrina. Raramente possono comparire macchie bluastre sull’addome o sul tronco, probabilmente a causa dell’azione del secreto salivare del parassita sul sangue.