La terapia topica (o locale) è in grado di risolvere una patologia cutanea spesso da sola, oppure può essere impiegata come integrazione di una terapia sistemica.
La terapia topica (o locale) è in grado di risolvere una patologia cutanea spesso da sola, oppure può essere impiegata come integrazione di una terapia sistemica.
La penetrazione nella cute del farmaco scelto è condizionata dal veicolo in cui è posto (crema, unguento, soluzione ecc.), dal tipo di medicazione che si intende effettuare (aperta, occlusiva, con bendaggio), dalla sede di applicazione, dalla patologia cutanea e daII'estensione dell'area trattata. La concentrazione di un farmaco usato topicamente diminuisce generalmente dalla superficie cutanea al tessuto sottocutaneo.
II farmaco scelto può avere talvolta effetti irritanti primari: la maggior parte delle sostanze ha potenziale sensibilizzante, ma alcune sono indubbiamente più a rischio, e altre possono avere capacità di fotosensibilizzazione. Certe dermatosi sono caratterizzate da scarsa tolleranza generale alla terapia topica (come alcune forme d’eczema e la psoriasi in fase d’attivazione); in tali casi bisogna iniziare la terapia con prodotti semplici a bassa attività per procedere poi con farmaci più potenti .
A seconda della penetrazione che si vuole ottenere, si sceglie il tipo più opportuno di preparazlone dermatologica, caratterizzata dal veicolo o eccipiente. Il veicolo, semplice o composto, costituisce la struttura fondamentale delle preparazioni dermatologiche esterne, e, sebbene generalmente sia farmacologicamente inerte, talvolta può compartecipare come medicamento vero e proprio.
La scelta del preparato dermatologico deriva anche dal tipo di lesione cutanea, dalla sua estensione e dalla sede corporea interessata. Le dermatosi essudanti, per esempio, richiedono impacchi o toccature o bagni con soluzioni, e solo in fase successiva possono essere trattate con paste magre.
Per patologie molto estese si può ricorrere all'uso di bagni generali: in tali casi Ia concentrazione del farmaco attivo deve essere molto bassa per ridurre il rischio dell'assorbimento. Nelle zone pilifere è opportuno prescrivere prevalentemente soluzioni. In caso di patologie caratterizzate da superficie molto secca è preferibile l'uso di paste grasse o di unguenti.
PREPARATI FARMACOLOGICI
1. Emollienti: sono oli e sostanze grasse in generale, che, applicate sulla cute, sono in grado di renderla più morbida, provocando un aumento del contenuto lipidico nello strato corneo e diminuendo la perdita d'acqua transepidermica. Le creme, che sono costituite da grasso o olio in gocce disperse in acqua, determinano un effetto emolliente più naturale, in quanto compenetrano lo strato corneo creando una miscela con i lipidi interlamellari.
2. Lenitivi: Un preparato a uso topico ha un'azione lenitiva quando allevia un'irritazione cutanea di qualsiasi causa. Può essere definita lenitiva anche l'azione di un prodotto che rende soffice una cute ruvida e screpolata. D'altra parte è lenitivo anche l'effetto antinfiammatorio procurato da parecchi farmaci veri e propri, come i cortisonici. Nella pratica dermatologica la sostanza più usata con finalità lenitiva è la glicerina o glicerolo, un prodotto sintetico privo di tossicità, ben tollerato che, applicato sulla cute in varie concentrazioni, svolge azione idratante, emolliente, quindi lenitiva.
3. Riducenti: riducono Ia crescita epiteliale (ittiolo, alcuni catrami vegetali, antralina, resorcina e zolfo). Alcune di queste sostanze hanno contemporaneo effetto cheratolitico.
4. Cheratolici-desquamanti: sono cheratolitiche le sostanze che lisano la cheratina e quelle che aumentano la desquamazione con meccanismo irritativo. L'acido salicilico, il benzoil-perossido, l'urea, l'acido azelaico, Io zolfo e la resorcina sono le sostanze più usate in concentrazioni variabili; molte di esse hanno anche attività antimicotica e antibatterica.
5. Irritanti-rubefacenti: sono sostanze come l'ittiolo, Ia cantaridina, il capsico e il balsamo deI Perù, che, applicate sulla cute, liberano mediatori dell'infiammazione e danno iperemia con conseguente senso di caldo e talvolta di iperestesia.
6. Caustici-escarotici e esfolianti: una sostanza è caustica quando, applicata, causa distruzione di tessuto ed è escarotica quando produce escara attraverso la precipitazione delle proteine cellulari o dell'essudato (fenolo, initrato d'argento). Le sostanze caustiche vengono usate per produrre peeling superficiale (o epidermico), di media profondità (interessante anche il derma papillare) e profondo (interessante anche parte del derma reticolare).
7. Antisettici o germicidi: gli antisettici sono farmaci che inibiscono lo sviluppo dei germi con cui vengono in contatto (azione batteriostatica) o che li distruggono (azione battericida). I disinfettanti sono agenti capaci di uccidere i germi patogeni se posti a contatto con essi in concentrazione adeguata (sono utilizzati su oggetti inanimati).
8. Antibiotici: sono sostanze naturali (sintetizzate da microrganismi), sintetiche o semisintetiche, attive prevalentemente contro i batteri ma anche contro altri microrganismi: possono avere attività batteriostatica e battericida con spettro variabile verso Gram-positivi e Gram-negativi. Il loro uso topico è limitato per il rischio di sensibilizzazione. L'eritromicina, agisce per inibizione della sintesi proteica ribosomiale ed è batteriostatica.
9. Steroidi: gli effetti prodotti dagli steroidi sono: antinfiammatorio, vasocostrittore e antimitotico. L'attività antinfiammatoria si realizza attraverso una diminuita produzione di prostaglandine e di citochine, stabilizzazione lisosomiale con blocco del rilascio di mediatori mastocitari, inibizione dei fibrociti, ecc. La vasocostrizione è dovuta alla stabilizzazione della parete vasale con restituzione della sensibilità all'azione catecolaminica. L'effetto antimitotico si esercita sull'epidermide con rallentamento del suo turnover cheratinocitario. L'assorbimento dipende da fattori intrinseci allo steroide e al veicolo, dal tipo di medicazione effettuata e da fattori intrinseci all'area cutanea trattata. La funzione deposito esercitata dallo strato corneo (per cui lo steroide viene rilasciato all'epidermide in tempi variabili) e la tachifilassi (tolleranza alIo steroide dopo ripetute applicazioni) sono altri fattori condizionanti l’attività dei vari preparati. Gli effetti collaterali locali possibili (atrofia cutanea, strie distese, discromie, ipertricosi, effetto proinfettivo, granuloma gluteale, scatenamento di alcune patologie come la dermatite periorale e la dermatite allergica da contatto) sono in relazione spesso con molecole potenti e con applicazioni protratte. A queste stesse molecole è da imputare l’“effetto rimbalzo” o "recidiva in estensione": Ia sospensione del farmaco comporta talvolta una ripresa della malattia con caratteristiche cliniche più gravi e più estese di quelle di partenza. Gli effetti negativi sistemici (molto rari) dipendono dalla quota di steroide assorbito con conseguente azione soppressiva dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene: ciò può avvenire più facilmente nella prima infanzia.