Immunosoppressori

immunosoppressori

I corticosteroidi sono farmaci con una forte attività immuno-deprimente che si esercita in diverse fasi. Deprimono la moltiplicazione linfocitaria abbattendone la produzione. Finalizzano l’attività alla produzione di glucosio e energia sacrificando la maggior parte dei tessuti in moltiplicazione. Inibiscono anche la liberazione di citochine perché  hanno effetti genomici ed inibiscono la produzione genica delle citochine stesse.

immunosoppressori

I cortisonici agiscono anche su reazioni immunogene dovute a complessi antigene-anticorpo in quanto inibiscono la formazione di questo complesso. Il complesso si forma per l’aggancio dell’anticorpo ad una matrice cellulare, se questo legame sulla cellula non avviene per la presenza di cortisonici anche se si ha la formazione del complesso antigene-anticorpo non è produttivo.

I primi Immunosoppressori

I cortisonici sono i primi immunosoppressori utilizzati sia nelle malattie infettive che per i trapianti; in questo caso la terapia immunosoppressiva era molto gravosa, si teneva il paziente in camera sterile per sei mesi.

Immunodepressivi di vario genere

Gli immunosoppressivi nati successivamente sono di vari tipi: ce ne sono alcuni specifici, mentre altri sono solamente antimitotici e antitumorali.

Ciclosporina-A.

Primo farmaco specifico antirigetto. Ha un’azione molto diversa da quella dei cortisonici (aspecifica). Questo farmaco ha effetti precisi, infatti influenza il processo di maturazione delle cellule T e B; ha un effetto singolare in quanto riduce le cellule T-helper ma potenzia le T-suppressor. La ciclosporina interagisce con un costituente cellulare chiamato ciclofillina, questo ha pertinenza in vari momenti della vita della cellula, compresa la formazione virale (anche in virus usa la ciclofillina); la ciclofillina ha un ruolo nella differenziazione ed interferisce anche nella sintesi dell’interleuchina2.

La ciclosporina è nefrotossica ma nonostante questo è il farmaco migliore per il trapianto renale.

Azatioprina

Usata nell’artrite reumatoide e nei trapianti come immunodeprimente. È un profarmaco della 6-mercaptopurina che ha come meccanismo d’azione quello di interferire con la moltiplicazione cellulare. È utilizzata anche nelle vasculiti, forme infiammatorie anche gravi dei vasi, che portano alla compromissione dell’attività prensile e della deambulazione, connettiviti tra cui lupus eritematoso sistemico, morbo di Crohn, epatiti, ecc.

Come profarmaco si inserisce all’interno della sintesi delle basi provocando la formazione di un DNA alterato. Inibendo la moltiplicazione cellulare ha effetti collaterali di ampio raggio, si hanno anemia, leucopenia, si colpisce il trofismo delle mucose buccali e gastrointestinali, si hanno perdita di peli e capelli.

Rapamicina (sirolimus, rapamune)

Prodotto naturale con capacità di modulazione genica, ha implicazioni sulla funzionalità intracellulare sui linfociti su cui va ad agire. Questo farmaco ha permesso di identificare particolari recettori coinvolti sia nel processo infiammatorio che in quello neoplastico chiamati M-TOR.

Acido micofenolico (micofenolato mofetile)

Si inserisce nella sintesi delle basi interferendo con il ciclo di duplicazione del DNA. Il target è la IMP-deidrogenasi, interferendo con questo enzima si riducono sia la produzione di DNA che di RNA, con ripercussioni sulla proliferazione delle cellule T e B. questo farmaco è molto potente, utilizzato anche in trapianti meno consueti quali pancreas e fegato; oltre ad avere effetti di controllo sulla moltiplicazione cellulare ha una capacità di indurre apoptosi dei linfociti T. gli effettic ollaterali sono pesanti, si ha depressione midollare, può indurre tossicità epatiche e parenchimatiche, ha anche effetti cutanei quali dermatiti.

Bloccanti dei recettori per l’interleuchina-2

Basiliximab

Attivo su una delle due catene che costituiscono il recettore a tirosinachinasi per l’interleuchina-2.

I farmaci teratogenetici come la talidomide sono bloccanti dell’angiogenesi, quindi bloccando la crescita dei vasi in zone del feto come gli arti questi non si sviluppano.

Questo effetto è stato usato in due settori: per la proliferazione del tessuto linfoide come immunosoppressore e nei tumori per impedire la formazione vasale.