Cancerogenesi Fisica

Per cancerogenesi fisica si intende la cancerogenesi da stato solido (o da corpo estraneo) oppure la cancerogenesi da radiazioni.

Cancerogenesi da stato solido

Per cancerogenesi fisica si intende la cancerogenesi da stato solido (o da corpo estraneo) oppure la cancerogenesi da radiazioni.

Cancerogenesi da stato solido

La cancerogenesi da stato solido è provocata da sostanze chimicamente inerti o non biodegradabili che, se inserite nel corpo, possono alla lunga favorire la crescita di tumori intorno ad esse. Ciò che provoca l’effetto cancerogeno non è la costituzione chimica dell’oggetto ma il suo stato fisico: uno stesso oggetto può non avere alcun effetto cancerogeno se intero ma averlo se frammentato. Non si conosce il motivo di questo fenomeno.

Tumori possono essere causati da microtraumi provocati da protesi imperfette, per esempio nel caso delle protesi odontoiatriche. Per fortuna ad oggi le protesi chirurgiche non hanno mai determinato l’insorgenza di tumori.

Un altro strano fenomeno si osserva nel caso degli “scar cancer”, cioè di tumori, spesso carcinomi, che si sviluppano a livello dei tessuti cicatriziali. I calcoli biliari o quelli urinari possono provocare tumori. Lo stesso può fare un calore cronicamente applicato ad un tessuto.

I casi più frequenti di tumori da stato solido sono quelli provocati dall’inalazione di asbesto. Si tratta di fibre di silicati idrati derivate dal processo estrattivo e di lavorazione dei minerali. Le fibre di asbesto possono essere di due tipi: arricciate oppure strette e sottili. Quest’ultime sono le più pericolose.

L’asbesto ha avuto una larga applicazione nell’industria poiché costituisce l’amianto. Il problema è che queste fibre, pur non rappresentando un problema dal punto di vista chimico, possono essere inalate e penetrare in piccole ramificazioni bronchiali provocando tumori: l’asbesto (classe I IARC) provoca mesoteliomi pleurici (tumore molto resistente alla terapia e poco aggredibile dal punto di vista chirurgico) e carcinomi polmonari.

Cancerogenesi da radiazioni

Le radiazioni dannose possono essere:

Elettromagnetiche: ionizzanti (X e γ) o semplicemente eccitanti (UV)

Corpuscolate: raggi α e β, entrambe ionizzanti

Unità di misura: Bequerel (Bq) = disintegrazioni per secondo           3,7 * 1010 Bq = 1 Curie

Gray = dose assorbita = J/Kg

LET (linear energy transfert) = energia trasferita dalla radiazione al bersaglio per micron di cammino   percorso

       X e γ = hanno basso LET e sono in grado di compiere un percorso maggiore;

       α e β = hanno alto LET e si arrestano prima.

EBR = danno biologico relativo, a parità di energia assorbita.

      X = 0,3

      Β = 1

      α = 10/20

La radiazione ha un effetto diretto sulla molecola colpita oppure indiretto se provoca idrolisi e formazione di radicali dell’ossigeno. Una lesione può essere letale ad alte dosi di radiazioni oppure, a dosi più basse, produrre mutazioni che possono portare a tumori.

I tessuti umani non sono ugualmente sensibili al cancro radio-indotto:

Sensibilità elevata = tessuto mielopoietico e tiroide;

Sensibilità media = mammella, polmone e ghiandola salivare;

Sensibilità bassa = cute, osso, stomaco e altri.

Nei bambini di Chernobyl si sono registrati molto carcinomi della tiroide per riarrangiamenti degli oncogeni RET/PTC (PTC = carcinoma papillare della tiroide).

Nell’effetto cancerogeno delle radiazioni ha una grossa importanza l’efficacia dei meccanismi di riparazione del DNA. Questi sistemi possono essere alterati in tutta un serie di malattie (es xeroderma pigmentoso e sue varianti). Il problema per queste persone non sono solo le radiazioni ionizzanti ma anche quelle non-ionizzanti, come le radiazioni solari, che possono per esempio determinare nei bambini affetti da xeroderma pigmentoso l’insorgenza di tumori cutanei.

Le radiazioni solari, in base alla loro frequenza, vengono distinte in:

UVC: vengono di solito trattenute dallo strato di ozono;

UVA e UVB: sono più pericolose e penetranti. Le UVB possono raggiungere lo strato basale dell’epidermide dove si trovano anche i melanociti. Gli UVA possono essere ancora più penetranti e raggiungere il connettivo sottocutaneo.

Le UV possono provocare danni al DNA non sono alterando le basi, per esempio per deamminazione, ma possono anche portare alla formazione di dimeri pirimidinici.

La formazione di dimeri di timina richiede una riparazione attraverso NER (escissione e sintesi). Se il sistema funziona male il danno non viene riparato e l’alterazione può essere trasmessa alla progenie cellulare.

Più della metà delle radiazioni a cui si è sottoposti è dovuta al radon:

· È un gas insapore, inodore e invisibile;

· La sorgente maggiore è il suolo. Il radon, essendo un gas pesante, ristagna al pian terreno e negli scantinati. Altre sorgenti possono essere rappresentate dall’acqua e da materiali impiegati nell’edilizia ricavati dalle case;

· Emette soprattutto particelle α e raggi γ;

· Può essere dannoso se inalato e determina l’aumento del rischio relativo soprattutto di contrarre carcinoma polmonare.