Cancerogenesi Ormonale

Un determinato ormone, se è prodotto in maniera squilibrata, può provocare a livello dell’organo bersaglio una iperproliferazione prima iperplastica e poi, eventualmente, tumorale. Squilibrio endocrino non è necessariamente sinonimo di iperproduzione ma sull’argomento se ne sa comunque poco.

Per quanto riguarda l’ormone tiroideo particolarmente grave è l’assenza di feedback negativo a livello ipotalamico.

Un determinato ormone, se è prodotto in maniera squilibrata, può provocare a livello dell’organo bersaglio una iperproliferazione prima iperplastica e poi, eventualmente, tumorale. Squilibrio endocrino non è necessariamente sinonimo di iperproduzione ma sull’argomento se ne sa comunque poco.

Per quanto riguarda l’ormone tiroideo particolarmente grave è l’assenza di feedback negativo a livello ipotalamico.

Lo stesso può avvenire per esempio nell’ovaio se gli ormoni da esso prodotti sono anomali e non in grado di inibire la produzione di gonadotropine ipotalamiche. Questo può portare allo sviluppo di tumori della granulosa ovarica.

Per quanto riguarda gli ormoni steroidei, come i glicocorticoidi, il loro recettore è normalmente inattivo perché legato ad una heat shock protein. Quando l’ormone si lega al recettore la HSP si slega e il complesso recettore + ormone può diffondere nel nucleo e funzionare da agente trascrizionale.

Quando uno di questi sistemi è alterato si verifica uno squilibrio che può comportare la comparsa di tumori ormone-responsivi. I tumori ormone-responsivi sono tumori costituiti da cellule che sintetizzano recettori per determinati ormoni i quali ne inducono la proliferazione.

Esistono dei farmaci, come il tomoxifen, che inibiscono competitivamente gli estrogeni: essi si usano nella prevenzione di una recidiva nelle donne che hanno già avuto un tumore al seno. Ma bisogna anche bloccare, con un altro farmaco, il processo di conversione del testosterone in estradiolo.

A livello della prostata è il testosterone, o meglio il diidrotestosterone, a provocare lo squilibrio che porta alla iperproliferazione. Si può intervenire allora con il finasteride, un inibitore della 5α-reduttasi.

Tuttavia questo spesso non è sufficiente perché prima o poi le cellule iperproliferanti perdono la dipendenza dall’ormone mediante diversi meccanismi come il blocco dell’espressione dei recettori, il metabolismo dei farmaci competitivi, anomalie nelle sequenze responsive agli ormoni…

Ancora ormone-indipendenza si può avere se le cellule iper-esprimono geni come myc o Erb2 oppure se hanno mutato il geneRAS.

Sindromi paraneoplastiche: alcune neoplasie umane provocano la comparsa di condizione morbose che non dipendono direttamente dalle lesioni causate dall’espansione della massa neoplastica. Un esempio è un tumore secernente ormone (che non è necessariamente un tumore di una ghiandola endocrina).

Un altro esempio sono le ripetute tromboflebiti (coagulazioni intravasali) dovute a fattori prodotti dalle cellule tumorali.