Granulociti Neutrofili

I neutrofili sono cellule funzionalmente differenziate a vita breve (la loro vita media in circolo è di sole 12/16 ore). Essi presentano un nucleo polilobato con cromatina molto addensata ed una sintesi proteica ridotta benché non assente (per esempio producono citochine).

I neutrofili sono cellule funzionalmente differenziate a vita breve (la loro vita media in circolo è di sole 12/16 ore). Essi presentano un nucleo polilobato con cromatina molto addensata ed una sintesi proteica ridotta benché non assente (per esempio producono citochine).

All’interno del citoplasma queste cellule sono ricche di granuli: delle vescicole che altro non sono che particolari lisosomi, alcuni di essi particolarmente elettrondensi ed altri più chiari. Le granulazioni più scure sono detti granuli primari mentre gli altri sono stati definiti granuli secondari o specifici. I granuli primari sono classici lisosomi, i granuli secondari invece sono tipici dei neutrofili: hanno un basso ph (4, contro 6 dei primari) e contengono proteine abbastanza inusuali per i lisosomi come la proteina legante la vitamina B12 che è in effetti un agente batteriostatico. E’ stata ipotizzata infine l’esistenza dei granuli terziari che però non sono distinguibili al microscopio.

Una volta formatosi il fagosoma i granuli si fondono con la sua membrana. Oltre a riversare all’interno del fagosoma gli enzimi contenuti nei granuli essi arricchiscono la membrana del fagosoma stesso di componenti della particolare catena respiratoria che permette il “burst respiratorio”.  Questo meccanismo fa sì che il radicale superossido venga prodotto solo dopo la formazione del fagolisosoma.

La fusione dei granuli coi fagosomi (o, per errore, con la membrana citoplasmatica) non avviene sempre ma solo quando la cellula è attivata da particolari stimoli. Inoltre l’attivazione degli enzimi lisosomiali avviene nel fagosoma a causa dei valori di ph bassi: se fossero sempre attivi gli enzimi lisosomiali potrebbero digerire il lisosoma stesso.

I neutrofili però non sono cellule così precise tanto che a volte i granuli si fondono con la membrana citoplasmatica provocando così il versamento di enzimi litici e la produzione di superossido all’esterno.  Sembra per esempio che in caso di ischemia il danno maggiore non sia provocato dall’ischemia stessa, che porta alla necrosi solo di un nucleo centrale, ma dalla risposta infiammatoria che coinvolge i tessuti circostanti che l’ischemia provoca per tutta una serie di fattori (come per es l’attivazione del complemento da parte di fattori di necrosi). Questo danno è probabilmente dovuto all’azione dei neutrofili.

Gli enzimi lisosomiali però, anche se rilasciati all’esterno, non dovrebbero provocare dei danni poiché per la loro attivazione necessitano di un ph acido. Tuttavia l’ambiente di una zona infiammata tende ad essere acido perché:

·È ricco di cellule e quindi il metabolismo è elevato. I neutrofili hanno in particolare un metabolismo prevalentemente anaerobico che porta alla produzione di acido lattico. In una zona infiammata ricca di neutrofili il pH è anche di 6;

·I vasi possono essere danneggiati: la pCO2 aumenta e di conseguenza il pH diminuisce.

Tra macrofagi e neutrofili esistono delle differenze:

·I neutrofili sono disponibili alla fagocitosi in ogni momento. I macrofagi invece hanno bisogno di un periodo di successiva maturazione tanto che prima che un monocita diventi un macrofago vero e proprio ci vogliono dalle 12 alle 24 ore. Il processo maturativo è scatenato dall’azione di citochine, la principale delle quali è l’IFNγ. Così nelle prime ore dell’infiammazione agiscono solo i granulociti mentre macrofagi e linfociti sono attivati solo in un secondo momento;

·I neutrofili hanno vita breve e la loro vita si riduce ulteriormente per i danni da loro stessi prodotti. Se non riesce ad uccidere la particella fagocitata esso, quando muore, la rilascia all’esterno eventualmente ancora viva assieme agli enzimi litici. Per evitare che ciò accada i macrofagi di solito fagocitano i neutrofili. Se ciò avviene l’infiammazione si risolve senza alcun danno ai tessuti circostanti.

Se però i granulociti sono molti è inevitabile che si verifichi un danno massiccio al tessuto circostante con conseguente lisi e formazione di pus (quest’ultimo è composto di liquido edematoso, neutrofili e tessuto lisato). Se la zona dell’infiammazione è vasta si forma un ascesso.