Epidemiologia Malattie Pluricausali

Le patologie multifattoriali sono quelle che non risultano causate da un singolo agente patogeno sicuramente identificato, come per esempio accade invece per l'ipertensione, le patologie cardiovascolari, il diabete, i tumori. Esse sono il risultato dell'azione combinata di numerosi fattori eterogenei tra loro (chimici, fisici, biologici, comportamentali). in conseguenza del numero variabile di questi fattori si parla piuttosto di fattori di rischio: intendendo con ciò che l'esposizione a ciascuno di essi aumenta la probabilità di insorgenza della malattia. Il rischio è ovviamente legato alla dose dell'esposizione a ogni singolo fattore, ma non soltanto quella: bisogna infatti tener conto del fatto che a un fattore e tutti gli altri vi è un qualche tipo di interazione.a titolo di esempio viene riportato il rischio di insorgenza di un tipo di tumore, quello dell'esofago, in funzione del consumo giornaliero di alcol e di tabacco. Il rischio stesso aumenta con l'accrescere delle dosi di ciascuna delle due sostanze e sale addirittura più di 44 volte per chi è insieme forte fumatore porte d'editore. Resta allora chiaramente dimostrato l'effetto patogeno sia dell'uno sia dell'alcol, ma soprattutto il fatto che la loro interazione provoca un aumento del rischio totale decisamente superiore alla semplice somma algebrica dei rischi legati a una sola delle due sostanze.
 
Malattie cardiovascolari
Le epidemiologia delle malattie cardiovascolari (MCV) si è sviluppata subito dopo la seconda cura mondiale. Questa disciplina a tre obiettivi fondamentali:
-la descrizione della grandezza e della distribuzione del problema
-La ricerca delle cause ovvero l'individuazione dei fattori a rischio
-la dimostrazione della prevenibilità delle malattie attraverso interventi tesi alla riduzione del peso dei fattori di rischio o alla loro eliminazione.
Lo scopo finale è, dunque, la prevenzione delle malattie è il loro conseguente controllo. Il nostro paese è stato favorito anche dalla tensione che soprattutto negli Usa ha avuto lo stile di vita e quello alimentare degli italiani, come la dieta mediterranea; la collaborazione con i ricercatori americani ha dato impulso alla ricerca italiana, oggi allineata con quelle dei paesi più avanzati. La mortalità per MCV è tuttora la prima causa di morte in Italia (si attesta intorno al 42%) nonostante il calo verificatosi negli ultimi 15-20 anni. Al
 
La classificazione delle MCV
-cardiopatie congenite
-cardiopatie reumatiche
– ipertensione arteriosa e malattia ipertensiva
– cardiopatia ischemica a capo cuore polmonare
– Altre cardiopatie
– Endocarditi infettive
– Accidenti cerebrovascolari
– malattie delle arterie
– malattie delle vene
 
ATEROSCLEROSI
La aterosclerosi è una malattia degenerativa del sistema arterioso caratterizzata dalla formazione di placche ateromasiche depositate sulla parete del vaso; e se ne limitano il calibro e quindi la capacità circolatorio del vaso stesso, per riduzione del volume. In Europa La aterosclerosi e una delle principali cause di mortalità, responsabile di più di un terzo dei decessi totali.
Eziologia. La aterosclerosi e legata a molteplici fattori genetici e ambientali. L'età, il sesso, alcune predisposizioni ereditarie, l'aumento del colesterolo totale, l'ipertensione arteriosa, il fumo di tabacco, il diabete e l'obesità sono i principali fattori di rischio. La aterosclerosi altera la circolazione del sangue del vaso arterioso. E alla ridotta quantità di sangue che passa nel vaso, può essere causa di sintomi di insufficienza vascolare.
Trattamento. Il trattamento medico di tale patologia è caratterizzato dall'utilizzo di farmaci ad azione antiaggregante piastrinica e  da farmaci ad azione anticoagulante.la terapia chirurgica è caratterizzata dall'utilizzo di protesi o di rimozione meccanica di parte della placca a ateromasica sebbene vi sia elevato rischio di trombosi secondaria alla manovra chirurgica effettuata.
Prevenzione. La prevenzione è essenziale. Essa si attua attraverso la diagnosi precoce dei fattori di rischio, seguita dalla loro soppressione o dal loro controllo (eliminazione del fumo, regime alimentare poro di grassi di origine animale).
 
IPERTENSIONE ARTERIOSA
L'ipertensione non è considerata una malattia ma solo la deviazione estrema di una variabile fisiologica individuale che si distribuisce in maniera quasi normale al che a valori crescenti di pressione arteriosa corrispondano valori crescenti di rischio è ampiamente dimostrato dai numerosi studi epidemiologici. Per ipertensione arteriosa si intende un incremento della pressione sanguigna all'interno delle arterie del corpo umano. La repressione è caratterizzata da due parametri: il valore massimo è quello minimo che caratterizzano le fasi del ciclo cardiaco. La pressione massima, detta anche sistolica, si ha in risposta alla contrazione del cuore (si stole) e alla conseguente immissione di sangue del circolo; quella minima, detta anche diastolica, viene raggiunta nel momento della diatole, cioè quando il cuore si rilascia da una contrazione a quella successiva. L'altalena tra valori massimi e minimi si ripete circa 60-70 volte al minuto, secondo la frequenza del battito cardiaco nei singoli individui. Fattori di rischio più importanti:
-familiarità: circa il 55% dei figli di un solo genitore iperteso diventerà sua volta iperteso
-età: i valori aumentano con l'aumentare dell'età 
-sesso: nei maschi di valori sono più alti
-peso e altezza: l'ipertensione arteriosa è più frequente negli individui obesi
-abitudini voluttarie: è stata rilevata una correlazione tre valori pressori e il fumo di sigaretta.
-Stress: esso comporta un aumento temporaneo dei valori
-assunzione di sale
La caratteristica principale di questa patologia consiste nell'assenza di sintomi fino alla comparsa delle complicanze, generalmente gravi, a carico del cuore e del sistema circolatorio periferico; insorgono trasudati ed emorragie retiniche, accidenti vascolari, insufficienza renale e insufficienza cerebrovascolare. risulta dunque evidente come la diagnosi precoce rappresenti l'unico mezzo per combattere attivamente l'ipertensione e le sue complicanze; e per questo che si consiglia di sottoporsi a regolari misurazioni periodiche della pressione arteriosa. Ciò consente di provvedere in tempo utile a una adeguata terapia: dapprima comportamentale e, in seconda battuta, farmaceutica.
-evitare assolutamente il fumo
-non bere più di due caffè al giorno
-abolire i superalcolici
-limitarsi a piccole quantità di vino
-svolgere moderata attività fisica
-ridurre l'eventuale soprappeso
-ridurre l'apporto giornaliero di sodio
 
La prevalenza del ipertensione nella popolazione adulta e intorno al 20%.
Malattia coronaria
Nella seconda metà degli anni 40 si riconobbe che la malattia coronarica, detta anche cardiopatia ischemica, era la principale causa di morte negli Stati Uniti; la reazione del mondo scientifico fu ovviamente rivolta a un fiorire di ricerca sul campo. Nel 1960 si afferma che il fumo di tabacco, l’ipercolesterolemia e l’ipertensione arteriosa sono associati con un aumento della incidenza degli eventi coronarici. Nel 1967 si corre è la l'attività fisica a una minore incidenza di insulti coronarici, che invece risulta nuova aumentati in presenza di obesità; nel 1970 viene correlata all'ipertensione come fattore di rischio nel ictus.
cos'è la cardiopatia ischemica o coronaropatia? con questi termini medici si indica un gruppo di manifestazioni cliniche gravi per il cuore, comprendenti l'angina pectoris, l'infarto acuto del miocardio e la morte cardiaca improvvisa.
 
Accidenti cerebrovascolari
Epidemiologia
La mortalità per accidenti cerebrovascolari in Italia rappresenta la seconda causa di morte caratterizzata da una localizzazione dell'età avanzata e e con scarse differenze tra i due sessi.
Fattori di rischio
I fattori di rischio che ricorrono più di frequente sono l'età avanzata, la pressione arteriosa, la colesterolemia, il diabete, il consumo di alcol.
Conclusioni
Certamente alla base del fenomeno hanno avuto un'importanza cruciale gli interventi di prevenzione primaria e secondaria. Le campagne di comunicazione tendenti alla modificazione dei fattori di rischio, dei comportamenti alimentari errati e ad una maggiore attenzione alla salute, uniti a programmi sistematici di educazione alla salute delle scuole, rappresentano lo strumento in viale per un'ulteriore riduzione di morti e di handicap.
 
Il diabete
Con il termine diabete mellito si indica un gruppo di malattie caratterizzate da iter glicemia e causate da difetti della secrezione o dell'azione dell'insulina o da entrambi; è una patologia caratterizzata clinicamente da iperglicemia, glicosuria e polidipsia. l'insulina è un ormone, cioè una di quelle sostanze che apposite ghiandole producono e immettono nel sangue con una lo scopo di raggiungere i vari organi e tessuti, per modulare una o più delle loro attività. L'insulina prodotta dal pancreas,1 ghiandola posta nell'addome compito dell'insulina è cura di favorire, in tutte le cellule dell'organismo umano, l'utilizzo del glucosio come fonte di energia. Se non vi è metabolizzato, il glucosio si riversa nel sangue in concentrazione crescente. Tale aumento di concentrazione, definito iperglicemia, è un fenomeno del tutto fisiologico subito dopo ogni pasto: e in condizioni normali scompare rapidamente perché proprio pancreas produce l'insulina necessarie a far assorbire il glucosio stesso non cellule. se invece c'è carenza di insulina, la maggior quantità di glucosio nel sangue viene eliminata attraverso l'urina. Il glucosio, per esempio eliminato con urina, deve essere diluito in un notevole volume di acqua; il soggetto diabetico, infatti, ha bisogno di bere abbondantemente.in un diabetico, insomma, il glucosio finisce per essere, invece che una preziosa risorsa,1'ingombrante residua da eliminare con fatica mentre necessario altro lavoro per supplire alla sua mancanza. L'iter glicemia cronica del diabete è associata a lungo termine con danno anatomico, disfunzione e insufficienza di molti organi, specialmente degli occhi, dei remi, dei nervi, del cuore e dei vasi sanguigni. Procedere in tempo all'effettuazione delle diagnosi è fondamentale per evitare le catastrofiche complicanze correlate a diabete.
a)diabete di tipo uno che colpisce prevalentemente giovani e perciò è anche dipinto diabete giovanile. Esso è caratterizzato da un'assenza totale dell'insulina fisiologica; bisogna quindi rimpiazzarla con insulina somministrata dall'esterno. La dose necessaria deve essere assunta da paziente dopo ogni pasto: in caso contrario l'incremento eccessivo della glicemia potrebbe portare fino al coma iperglicemico;
b)diabete di tipo due che colpisce prevalentemente soggetti anziani, solitamente obesi è la forma più comune della malattia. qui la carenza di insulina non è assoluta, ma relativa, e dopo i pasti già un notevole aumento della glicemia solo nei casi più gravi maltrattati. Ciò non impedisce però che nel corso del tempo compaiano le altre complicazioni tipiche della patologia. 
Il diabete rappresenta nei paesi industrializzati una malattia sociale e viene considerato uno dei primi problemi da affrontare nell'ambito della sanità pubblica.
 
Terapia nutrizionale
La modificazione delle abitudini alimentari di vita nel diabetico consente di raggiungere i seguenti obiettivi:
-mantenere livelli di igienici quanto più possibile vicino al normale
-raggiungere valori lipidici ottimali del sangue
-prevenire trattare le complicanze acute del diabete curato con insulina
-migliorare lo stato di salute del diabetico attraverso un piano nutrizionale ottimale.
 
Tumori
Si intende per patologia tumorale una grande moltiplicazione cellulare che, di dignità alla formazione di una massa bella circoscritta. I soli problemi, allora, possono essere di due specie: da una parte l'invasione dello spazio fisico di un organo limitrofo (per esempio la compressione di un vaso, lo succede di un dotto, ecc.); dall'altra, la produzione di enorme sostanza prodotta dal tessuto in cui si è prodotto il tumore. Ciò che invece caratterizza la malignità di un tumore e la sua crescita invasiva; la massa cellulare si diffonde in modo aggressivo, a tentacoli (da cui è sinonimo cancro). più o meno precocemente si assiste anche a distacco da quei cellule che, attraverso il circolo sanguigno, si annidano in altri organi; dopo un periodo di latenza, esseri cominciano a crescere in modo incontrollato e invasivo (fenomeno della metastasi o tumori secondari).è raro che tali patologie colpiscano soggetti giovani ma come vedremo numerosi fattori di rischio sono propri dell'ambiente di vita di lavoro, o ancora sono legati ad abitudini dannose quali il fumo di sigaretta e l'abuso di alcol.
 
Neoplasie polmonari
i polmoni possono essere sede sia di tumori benigni maligni propri dell'apparato sia di metastasi, ovvero tumori secondari che originano in un altro organo ma poi diffondono ai polmoni. Il carcinoma primitivo del polmone rappresenta un problema prioritario in quanto il cancro più frequente nell'uomo. Il principale fattore di rischio chiamato in causa è costituito dall'abitudine al fumo. Smettendo di fumare, il rischio si dimezza ogni cinque anni. Oltre al fattore di rischio fumo ci sono anche gli inquinanti tipici di alcuni ambienti di lavoro (amianto, radiazioni, nichel, cromo, arsenico utile futile…). L'unico mezzo realmente efficace di prevenzione consiste nella riduzione dell'abitudine al fumo e delle esposizioni professionali a inquinanti industriali.