Che cos’è la patologia del disco intervertebrale
Il disco intervertebrale è una formazione anatomica normalmente interposta tra le superfici articolari dei corpi vertebrali. Esso ha la forma di una lente biconvessa ed è costituito da una parte periferica, detta anello fibroso ed una centrale, il nucleo polposo.
L’anello fibroso è costituito da un intreccio di fasci connettivali concentrici, prevalentemente collagenici, che negli strati più periferici si addentrano nei corpi delle vertebre contigue mentre negli strati più centrali si continuano con la cartilagine ialina delle superfici articolari delle stesse.
Il nucleo polposo
Il nucleo polposo è un derivato della notocorda. Dall’età di 10-15 anni la componente cellulare scompare e l’intero nucleo è costituito di mucopolisaccaridi atti a trattenere una grande quantità di acqua tanto che il nucleo stesso ne è composto per il 95% del suo peso.
Nei movimenti di flesso-estensione e di rotazione dei corpi vertebrali, il nucleo polposo si deforma ma non modifica il suo volume, trasmettendo le sollecitazioni pressorie all’anello fibroso la cui struttura è idonea a sopportarle. Con il procedere dell’età, il disco va incontro a processi di invecchiamento tanto che, sforzi anche lievi possono dare origine alla fuoriuscita di materiale nucleare dalla sua normale sede.
Tipologie di ernia al disco
In relazione al danno subito dal disco ed in base alla fuoriuscita di materiale nucleare distinguiamo:
- Ernie discali contenute quando l’espulsione è ancora contenuta dalle fibre del legamento longitudinale posteriore
- Ernie discali protruse quando l’espulsione ha oltrepassato le fibre del legamento longitudinale posteriore pur rimanendo allo stesso livello della loro origine
- Ernie discali migrate o espulse quando il materiale nucleare è stato espulso dallo spazio intervertebrale ed è migrato inferiormente all’origine
L’erniazione del disco è un evento rarissimo a livello delle vertebre dorsali, raro nel tratto cervicale e frequente nella colonna lombare
Gli stretti rapporti anatomici tra disco intervertebrale e radici nervose fanno si che una protrusione di materiale discale può comprimere meccanicamente le radici adiacenti originando così le sindromi radicolari.
Si è soliti dire che ogni radice prende rapporto con il disco soprastante la vertebra di pari numero, indi una erniazione del disco L4-L5 comprimerà la radice L5 ed il disco L5-S1 la radice S1.
Oltre che dalla patologia degenerativa, il disco intervertebrale può essere colpito da processi infiammatori specifici o aspecifici.
Tra i processi specifici riveste primaria importanza la TBC mentre tra quelli aspecifici citiamo le disciti post traumatice, le disciti come complicanza di un intervento chirurgico di erniectomia e le disciti ematogene, queste ultime a carico quasi esclusivamente dei bambini.
Sintomatologia clinica della patologia del disco intervertebrale
Possiamo schematizzare la sintomatologia della patologia discale essenzialmente in tre gruppi:
- generale
- locale o rachidea
- radicolare
La febbre ed altri segni sistemici di infezione si manifestano qualora il disco sia interessato da processi infettivo-infiammatori. Bisogna tuttavia ricordare che nel 50% dei casi questi sintomi possono essere assenti.
Il dolore, la rigidità del tratto interessato e la contrattura paravertebrale reattiva sono i sintomi locali a cui va spesso aggiunta una deviazione scoliotica antalgica.
La fuoriuscita del nucleo polposo dalla sua sede anatomica e la compressione della adiacente radice nervosa da origine all’insorgenza della sintomatologia radicolare.
Le radici nervose più frequentemente interessate da tale patologia sono:
- C6 e C7 a livello cervicale
- L4, L5 ed S1 nella colonna lombare.
In rapporto all’entità ed alla durata della compressione radicolare possono essere distinti tre quadri clinici :
- Sindrome irritativa in cui prevalgono il dolore, le parestesie, e l’iperreflessia.
- Sindrome compressiva caratterizzata da areflessia, ipoestesia ed ipotrofia muscolare.
- Sindrome paralitica che in genere si manifesta bruscamente ed è caratterizzata dall’assenza del dolore, dall’areflessia e dall’anestesia.
Le caratteristiche peculiari di ciascun interessamento radicolare sono in relazione al dermatomero servito dalla radice stessa e quindi possiamo schematicamente distinguere:
- C6: Ipoestesia in corrispondenza del deltoide con ipo-areflessia dei riflessi bicipitale e brachio-radiale.
- C7: Ipoestesia sulla faccia postero-laterale del braccio e dell’avambraccio sino al 2 e 3 dito; ipo-areflessia del riflesso tricipitale.
- L4: Ipoestesia sulla faccia laterale della coscia ed anteromediale della gamba; ipo-areflessia del riflesso rotuleo.
- L5: Ipoestesia sulla faccia laterale della coscia, antero- laterale della gamba con deficit esauribilità del muscolo estensore proprio dell’alluce e del muscolo estensore comune delle dita.
- S1: Ipoestesia sulla faccia posteriore della coscia, della gamba e porzione laterale del piede con ipo-areflessia dei riflessi achilleo e medioplantare.
Manovre che possono riacutizzare il dolore radicolare dell’ernia
Oltre a questi segni, il dolore radicolare può essere riacutizzato da particolari manovre quali:
- Manovra di Lasegue : Estensione della gamba ad anca flessa a 90°
- Manovra di Delitala : Pressione digitale all’emergenza della radice dal rachide
- Manovra di Valleix : Pressione digitale lungo il decorso del n. Sciatico
- Manovra di Valsalva : Espirazione forzata a glottide chiusa
- Manovra di Nafziger : Compressione delle vene giugulari
Diagnostica strumentale
Di seguito ad un accurato esame clinico del paziente, la diagnosi di patologia del disco intervertebrale viene posta con l’ausilio di esami strumentali, primi fra tutti l’RX del rachide, la TAC e la RMN.
L’RX standard e nelle proiezioni oblique è fondamentale nella diagnosi di discite perchè ci mostra il restringimento dello spazio intersomatico e l’eventuale erosione delle limitanti, mentre è insufficiente per la patologia erniaria.
La TAC e la RMN permettono di evidenziare direttamente la fuoriuscita di materiale erniario ed i suoi rapporti con la radice contigua.
Cenni di terapia per le patologie del disco intervertebrale
La patologia infettiva del disco intervertebrale viene trattata con una specifica chemioantibiotico terapia mirata e con l’immobilizzazione della colonna per un lungo periodo.
L’approccio terapeutico all’ernia prevede due orientamenti:
- uno incruento
- l’altro chirurgico.
La terapia incruenta consta, oltre che del riposo a letto, della somministrazione di farmaci antiinfiammatori (FANS ed anche cortisoni per via sistemica o in infiltrazioni peridurali), antidolorifici, decontratturanti, neurotrofici.
Si utilizzano pure sedute di trazioni lombari o cervicali e corsetti ortopedici con l’intento di ridurre l’effetto compressivo sulla radice nervosa ed inoltre sedute di magnetoterapia, radarterapia ed ultrasonoterapia.
Qualora la sintomatologia clinica e soggettiva non regredisca, ci si orienta verso un intervento chirurgico.
Oltre alla chirurgia tradizionale, che prevede l’erniectomia e l’asportazione del disco aprendosi la strada verso lo stesso con una laminectomia ed eventualmente una artrectomia parziale, oggi sono proposti altri interventi:
- Chimonucleolisi: digestione enzimatica del nucleo polposo con l’utilizzo di chimopapaina
- Microdiscectomia: erniectomia e discectomia con l’ausilio del microscopio chirurgico
- Nucleotomia percutanea: asportazione del disco e del nucleo con l’utilizzo di sonde video guida per via percutanea.
La scelta della tecnica chirurgica viene fatta in base al tipo di ernia.
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