Genetica Forense

Questa disciplina si occupa di ricercare le tracce biologiche che si rinvengono sulla scena del crimine al fine di identificare le persone.

Questa disciplina si occupa di ricercare le tracce biologiche che si rinvengono sulla scena del crimine al fine di identificare le persone.

Cos’è un profilo genetico? Si caratterizza dallo studio di alcune regioni genetiche che sono altamente informative quindi non è lo studio di tutto il DNA di un individuo ma solo quello di alcune zone, e si può dire che nessuno avrà mai un profilo genetico identico a quello di un altro tranne i gemelli omozigoti, anche se pure su questi ci sono delle cose da dire. Quando studiamo il profilo di una persona dipende da ciò che prendiamo in considerazione, es. fino a qualche anno fa si ragionava in termini di fenotipo per esempio sui globuli rossi e quindi si parlava di gruppi sanguigni, e i sistemi non erano altamente informativi, inoltre poiché i gruppi sanguigni sono determinati a elementi glicoproteici sui g. rossi con la morte e la distruzione cellulare sicuramente quindi questi si alterano dopo la morte e la distruzione cellulare.

 Il genetista forense si occupa sostanzialmente di campioni biologicirepertati sulla scena del crimine per cercare di ricostruire quanto è accaduto e quindi quale sia stata la dinamica del crimine, e cerca di capire anche di che campione si tratta e a chi è appartenuto quel campione, e ciò lo possiamo dire perché abbiamo la presunzione di poter affermare che sulla faccia della terra non ci sono due individui che hanno lo stesso profilo genetico. La statistica in questa disciplina ha un ruolo fondamentale perché in base ad essa si può dire se un determinato profilo è di un dato individuo o di un altro, questo per quanto riguarda l’ambito penale. In ambito civile invece la genetica forense consente di accertare il riconoscimento o il disconoscimento dei figli per es. (richiesta che arriva non solo dai papà ma anche dalle mamme), lo studio non lo dovete immaginare solo riferito alla coppia e quindi ai genitori rispetto al figlio ma esiste anche il così detto studio delle relazioni parentali complesse attraverso il quale anche in assenza del padre possiamo stabilire se quelli che si definiscono fratelli o fratellastri lo sono effettivamente.

LA SCENA DEL CRIMINE E LE TRACCE BIOLOGICHE DA REPERTARE PER LA RICERCA GENETICA

Sulla scena del crimine queste sono le azioni che devono essere effettuate:

1-       Osservazione delle tracce evidenti(es. si osservano tracce di un liquido rosso che potrebbe essere sangue e si osserva un camminamento che però ad un certo punto si interrompe e le tracce evidenti non si vedono più).

2-       Esaltazione di tracce latenti(li dove si interrompe il camminamento di cui sopra probabilmente ci saranno delle tracce latenti ossia tracce che pur non vedendosi ci sono e le dobbiamo andare a cercare noi).

3-       Studio della forma e della distribuzione delle tracceematiche (BPA) sulla scena del crimine che consente di ricostruire l’evoluzione dell’evento criminoso.

4-       Documentazione, refertazione, confezionamento e trasferimento, ricordatevi che qualsiasi azione effettuata sulla scena del crimine la altera quindi prima di fare qualunque azione bisognadocumentare es. attraverso la foto-documentazione. Una volta che abbiamo documentato si passa al repertamento che consiste nella raccolta del materiale e nel successivo confezionamento in modo tale che la prova/traccia raccolta diventi un referto che verrà poi analizzata in laboratorio. Quando abbiamo a che fare con tracce di sangue dobbiamo stare attenti, perché noi la andiamo a raccogliere su di una superficie che sarà sicuramente ricca di batteri e di ciò se ne accorge successivamente il genetista quando va ad analizzare i reperti, e quel campione che sulla scena è stato descritto come rosso vivo in laboratorio dopo due anni per esempio diventa verde, è diventata infatti una raccolta di batteri e muffe e noi del DNA di partenza non troveremo nulla. Per evitare ciò quando campioniamo se abbiamo una contenitore stagno dobbiamo avere l’accortezza di riporlo in un ambiente refrigerato (- 20 °C), oppure non si deve sigillare la provetta ma la si deve lasciare aperta per 24h in modo che circoli l’aria e che ci sia poi l’evaporazione dell’acqua che è quella che da effettivamente fastidio.

5-       Una volta effettuato il campionamento il campione arriva in laboratorio per essere analizzato.

 

Quando si va su una scena del crimine bisogna sapere che cosa si sta cercando e soprattutto devo sapere come si ricercano determinate tracce e come si evidenziano, devo sapere quali strumenti fisici o chimici devo usare per esaltare delle tracce non evidenti. Sulla scena del crimine bisogna stare molto attenti perché non ci sono due scene uguali quindi bisogna sapere come muoversi e che cosa ricercare.

 

Herbert Leon MacDonnel è l’inventore della BPA, e in tempi recenti ha fatto una serie di studi per ripristinare il concetto di BPA, si stava facendo uno studio per capire quali fossero gli effetti di una testa che viene rotta con un oggetto contundente e per fare questi esperimenti si doveva usare il sangue. Quello che si può notare quando si parla di forma e distribuzione delle tracce ematiche sulla scena del crimine, si nota come si distribuiscono le tracce ematiche e come abbiano una forma sferoidale, mentre sulla gamba e sulla mano del soggetto che ha operato l’azione la forma cambia; questo vuol dire che se si fotodocumenta tutto, anche in assenza della confessione, attraverso lo studio di queste tracce è possibile stabilire come sono andate le cose, ovviamente bisogna prima dimostrare che si tratta di sangue umano e che è il sangue della persona oggetto dell’azione delittuosa.

Le attività che vengono svolte si dividono in tre fasi: preanalitica, analitica e postanalitica.

Nella fase preanalitica si ha: l’osservazione ed esaltazione delle tracce biologiche, catalogazione dei rilievi fotografici, refertazione e raccolta, però poi in laboratorio si ricomincia con descrizione dei reperti, rilievi fotografici, esaltazione e campionamento, questo perché le stesse azioni che si fanno sulla scena del crimine si ripetono dopo in laboratorio,questo perché chi sta in laboratorio non può essere sicuro di ciò che è stato fatto sulla scena per cui se chi ha raccolto le tracce dice che sono tracce ematiche noi in laboratorio non possiamo accettare l’informazione passivamente ma ripetiamo l’esame per verificare se di sangue effettivamente si tratta, e spesso purtroppo gli esami ripetuti non danno la stessa risposta. Questo succede perché la scena è frequentata da esperti della scena del crimine, il laboratorio da esperti del laboratorio e spesso le conoscenze tra questi non sono le stesse. E’ ovvio che chi raccoglie il materiale deve sapere a cosa questo materiale servirà perché altrimenti possono succedere due cose o viene raccolto di tutto o non viene raccolto nulla.

La fase analitica fa riferimento a ciò che succede in laboratorio, e qui rifacciamo la ricerca generica, la ricerca di specie, la diagnosi di sesso e poi la diagnosi individuale che viene fatta attualmente con lo studio dei polimorfismi autosomici dell’X e dell’Y ed un po’ di meno con lo studio del polimorfismo del DNA mitocondriale (mtDNA), quest’ultimo si usa poco perché è ad ereditarietà solo materna, è ovvio che in assenza di qualsiasi altro riferimento va bene e si usa il DNA mitocondriale che è utile soprattutto per gli studi di popolazione. I polimorfismi leucocitari, eritrocitari, piastrinici e sierici invece non vengono più presi in considerazione, anche se per alcune mutazioni si può effettuare lo studio dell’HLA e dei polimorfismi eritrocitari che danno informazioni aggiuntive.

La fase postanalitica invece è rappresentata dallo studio che viene operato sui profili del delitto, quindi non dobbiamo dimenticare che si parte da un campione biologico, dobbiamo stabilire se è un campione ematico o di altro genere, dobbiamo attribuire il campione a una determinata persona, dopo di che una volta ottenuto un profilo lo devo comparare con quello di qualcuno e se sono su una scena del crimine lo comparo col profilo di un sospettato e quindi con quello dell’aggressore e della vittima, dunque dalla comparazione dei profili ne viene fuori che o escludiamo l’ipotesi che avevamo fatto oppure la accettiamo perché per esempio il profilo dell’aggressore combacia con quello venuto fuori dalle tracce di sperma trovate sulla scena del crimine, in conclusione si referta, si fa una relazione e il profilo viene inserito nel database.

 

Qualunque scena del crimine è relativa a qualche cosa che è già accaduta, nessuno può studiare e descrivere la scena del crimine parlando al presente. La scena del crimine infatti è come il luogo in cui si è verificato un evento storico, perciò i criminalisti raccolgono prove per la ricostruzione di un evento criminoso così come gli archeologi raccolgono prove, indizi e dettagli per la ricostruzione di un evento storico. Quindi il sopralluogo è l’elemento indispensabile per la ricostruzione della dinamica di un evento criminoso.

Si possono identificare persone scomparse anche attraverso resti ossei. La scheletrizzazione è l’ultimo stadio dei fenomeni putrefattivi questo ovviamente presupponendo che durante questi processi il cadavere non è stato toccato da nessuno. Invece il caso che descrive è quello di un’anziana persona che si era allontanata da casa e si era persa, e se si guardano le estremità sono tutte erose a causa dell’azione di animali vari . Ma come si è riusciti ad identificare la persona? Un modo per identificare questi scheletri è dall’arcata dentaria mediante il confronto con ortopantomografia fatte in precedenza dalla persona, ma questa era una rom per cui abbiamo preso un frammento di femore, abbiamo estratto il DNA e l’abbiamo confrontato con quello dei parenti più prossimi. Un’altra cosa che si può fare è quella di svelare aborti illegali a partire dai frammenti di un feto.

Tre considerazioni da fare sono: che non sempre siamo in presenza di una scena del crimine, non sempre la scena del crimine è facilmente identificabile ed infine non sempre, anzi quasi mai chi compie il crimine accetta di buon grado di confessarlo. Considerazioni:

1-       Le persone non vengono denudate per essere interrate

2-       Lo scheletro ha quasi lo stesso colore della terra

3-       Le orbite, e la testa sono piene di materiale

4-       Anche le ossa lunghe sono piene

Allora se le ossa lunghe e se il cranio hanno il tempo di riempirsi di questo materiale (cioè del materiale del posto), vi è un’altissima probabilità che lo scheletro abbia un’epoca di datazione che va ben oltre il periodo ritenuto utile ai fini penali.

·         I responsabili della scena del crimine, e della salvaguardia delle cose lì rinvenute sono i carabinieri che per primi vi afferiscono.

 

Quindi con il sopralluogo noi non facciamo altro che raccogliere prove per ricostruire l’evento delittuoso, prove che poi devono essere confermate e verificate all’interno del laboratorio. Per preservare lo stato dei luoghi e delle cose bisogna necessariamente delimitare l’area interessata e si deve evitare che nessuno frequenti la scena del crimine. Quando si fa la fotodocumentazione bisogna fare prima una panoramica quindi una foto che riprenda tutto l’insieme, tutta la scena, e poi ci sono invece le foto che ritraggono particolari, attualmente si possono effettuare operazioni del genere senza usare il mezzo fotografico classico;esistono infatti degli scanner laser che posti al centro della stanza facendo una rotazione di 360° sono in grado di registrare tutto ciò che c’è intorno da quel punto fino a 300 m di distanza, e poi con l’aiuto di un computer è possibile rimettere insieme i vari ambienti e quindi ripercorrere la scena del crimine anche una volta che la stessa è stata abbandonata. Non esiste un tempo stabilito perché da una scena del crimine si ottenga tutto ciò che si deve ottenere. Senza fotodocumentazione diventa impossibile ricostruire la scena del crimine.

Le tracce biologiche possono essere macroscopiche e latenti e possono essere ricercate sia con strumenti fisici che con strumenti chimici. Ilcrimescope è una lampada molto potente che ha una sorgente a vapori di Xeno e che in collegamento con la sorgente ha un tubo che serve a portare la luce dall’interno all’esterno, il fascio di luce inoltre è molto concentrato, e un’altra caratteristica è che è possibile cambiare la cromaticità della lampada stessa e quindi la luce che emerge può essere bianca, azzurra e può essere ultravioletta. Il razionale dell’utilizzo di questa lampada è che se illumino con una luce molto potente una superficie riesco a vedere cose che non si vedono all’osservazione ad occhio nudo, se per esempio provate a mettere una pila non in verticale ma radente la superficie del pavimento riuscirete a vedere quanta polvere e capelli ci sono che ad occhio nudo o con la luce orientata in modo differente non vedete. Se ricerchiamo tracce biologiche come lo sperma dobbiamo usare una luce ultravioletta, infatti lo sperma, la saliva, le urine hanno la caratteristica di accettare la luce ultravioletta e di rimettere una radiazione visibile che è molto caratteristica, per cui se esaminando un fazzoletto vedo una luce di fluorescenza devo pensare che molto probabilmente è prodotta da un fluido biologico e molto probabilmente è sperma.

Per esaltare invece le tracce latenti di sangue si usa un mezzo chimico che è il luminol, fa vedere due foto una è una mattonella su cui apparentemente non si vede nulla l’altra è una foto buia in cui si vede una macchia blu, bene la seconda è la stessa mattonella sulla quale è stato spruzzato il luminol dopo di che si crea il buio si fa la foto nello stesso punto di prima e la macchia di sangue latente viene fuori.

Le tracce latenti sono tracce che ci sono ma non si vedono e le posso mettere in evidenza con mezzi chimici come il luminol, quest’ultimo dunque si usa sulle tracce latenti e non va assolutamente usato su quelle evidenti. Il luminol  in realtà non vede il sangue ma vede il ferro e da luogo ad una reazione che impiega circa 30 secondi perché la sua luminescenza rimanga impressa sulla macchina fotografica ; ora se noi abbiamo poco ferro il reagente dura molto tempo se invece abbiamo molto Fe il reagente viene “bruciato” rapidamente per cui si verifica il fenomeno di ossidazione e l’effetto non si vede più, mentre dove ce ne è poco il luminol dura di più e si può vedere chiaramente la zona di traccia latente che viene rilevata . Una macchia rossa, che potrebbe essere sangue ma non ne siamo sicuri, al crimescope non da nessuna luminescenza anzi diventa più scura, infatti in genere le cose rosse illuminate con luci che danno sul blu diventano più scure, poiché la radiazione usata è vicino all’ultravioletto (450 nm) il sangue risulta più scuro. Quindi quando illuminiamo gli oggetti con il crimescope in realtà siamo alla ricerca di fonti sia che danno fluorescenza sia di fonti che danno un’immagine scura.