Responsabilità Professionale

RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE

 Sentenza Della CorteCostituzionale N°184 Del 1986

· Il risarcimento del danno deriva dal combinato disposto dell’art.2043 cc (risarcimento per danno ingiusto da fatto illecito) e dell’art. 32 della Costituzione (diritto alla salute)

· Danno biologico sussiste se è presente una menomazione dell’integrità psicofisica

RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE

 Sentenza Della CorteCostituzionale N°184 Del 1986

· Il risarcimento del danno deriva dal combinato disposto dell’art.2043 cc (risarcimento per danno ingiusto da fatto illecito) e dell’art. 32 della Costituzione (diritto alla salute)

· Danno biologico sussiste se è presente una menomazione dell’integrità psicofisica

· Il danno biologico è altra cosa dal danno morale che è mero turbamento dell’animo

· Il risarcimento del danno biologico prescinde dalla condizione del reddito del leso, che – ove esista –deve … a parte

Intorno agli anni ’20  e in seguito intorno agli  anni ’50, la scuola medico legale romana  iniziò ad affrontare il problema riguardante il risarcimento del danno alla persona, che poteva essere patrimoniale. Si cominciò ad elaborare la teoria sul risarcimento del danno alla persona, poi arrivata al punto con l’introduzione del danno biologico. Il nucleo principale del dibattito era quello di evitare di ancorare il risarcimento del danno alla persona al mero aspetto reddituale;ossia di valutare l’incidenza che la lesione o la menomazione, ingiustamente o illecitamente procurate, avevano sulla capacità reddituale della persona (la capacità di una persona di produrre reddito). In seguito  a ciò si arriva alla sentenza della Corte Costituzionale n°184 del 1986, in cui si dà interpretazione del risarcimento del danno alla persona  riconoscendo la teoria secondo cui il valore di una persona è indipendentemente dalla sua capacità di produrre reddito.

La sentenza ha subìto anni di critiche e interpretazioni.

Le sentenze,in realtà, non fanno altro che riprendere il linguaggio giuridico e fotografare quello che è la sensibilità sociale sviluppata nei confronti di un problema.

Esempio: Reati sessuali

Pensate all’evoluzione, dico a voi donne, sui reati sessuali si è passati da un’ enunciazione del cp che faceva riferimento al  reato di violenza carnale, che richiedeva come suo requisito che ci fosse contrazione carnale quindi che l’atto sessuale fosse consumato alla situazione attuale profondamente diversa.

Questi processi nell’ Italia degli anni ’60 erano molto seguiti e la donna, che denunciava il suo violentatore molte volte ne usciva male, perché la difesa sosteneva che c’era stato consenso da parte della stessa e, che fosse più una vendetta nei confronti dell’uomo. Da questa enunciazione del codice penale degli anni ’30 si è passati alla legge ’44 del 1996 sulle violenze sessuali con profondo rinnovamento del sistema, perché si è ubicato questo reato come reato contro la persona, è stato equiparato a quello per lesioni personali, all’omicidio, sono state  articolate in maniera molto complessa le diverse situazioni che rappresentano  reato e è stato eliminato il riferimento alla congiunzione carnale, alla consumazione del rapporto sessuale facendo riferimento a un concetto di violenza sessuale diverso  inteso come ogni contatto di natura sessuale con zone erogene della donna, che non siano consenzienti.

Un enorme transizione della giurisprudenza in maniera molto spesso criticata.

Si pensi  a quello che è successo,  sulla coda di questa maggiore sensibilità, quando è stato creato il reato di stalking inteso come quel fenomeno di molestie non sessuali, intese come minacce continue, invio di sms che spesso capita tra un uomo e una donna, spesso capita anche tra una donna e un uomo ma può capitare anche tra individui dello stesso sesso.

Sia le leggi e spesso anche le sentenze fotografano l’evoluzione del pensiero sociale, i giudici sono influenzati da quello che è un sentire collettivo e questo, per esempio, ha portato all’abrogazione del reato di plagio. Tanti cambiamenti che ci sono stati nel nostro codice penale e nella nostra giurisprudenza sono la conseguenza dell’evoluzione del pensiero.

La sentenza n° 184 riconosce pienamente tutta l’elaborazione dottrinale che era stata fatta precedentemente e riconosce una situazione diversa rispetto a quella in cui era stata approvato il codice civile del 1942, siamo in un’ Italia democratica con una Costituzione molto equilibrata molto ben scritta da costituzionalisti non solo italiani. Molto importante sul piano dei principi ci dice, in riferimento all’art.32, che sancisce il diritto alla salute di ogni cittadino, che il risarcimento del danno biologico, questa nuova entità entra in maniera prepotente nel nostro sistema, è tale quando è provata menomazione psicofisica. È interessante anche, in merito alla legge 88 del 2000, riguardante le disposizioni INAIL  che hanno  riformato l’indennizzo dei danni sul lavoro e con  riconoscimento del danno biologico definendolo come quella lesione dell’integrità psicofisica, suscettibile di valutazione del medico legale.

Una sentenza molto articolata definisce il danno biologico diverso dal danno morale. Il danno morale già esisteva nel nostro ordinamento, più precisamente, l’art.2043 fa riferimento anche al danno morale.

Che cosa è il danno morale?

Il danno morale è un patimento, una sofferenza che ognuno di noi prova perché è costretto a letto perché per esempio investito da una macchina, costretto a operarsi, costretto a una mutazione ad un cambiamento anche con  sofferenza fisica, di quella che è la sua normale vita quotidiana dovuta a responsabilità di altri.

Un altro aspetto di questa sentenza dice che il risarcimento del danno biologico con danno quindi all’integrità psicofisica della persona medico legalmente apprezzabile deve essere valutabile, misurabile, accertabile anche strumentalmente, clinicamente ma deve essere distinto da quello che è il danno reddituale che la corte costituzionale definisce come danno alla capacità lavorativa specifica e inteso come lucro cessante e danno emergente di cui parlavamo la scorsa volta.

I successivi interventi legislativi  hanno poi sottolineato questo aspetto del danno biologico che non va confuso con altre categorie di danno, e per questo per valutare l’entità del danno chiamano il medico legale ed è per questo che è importante studiare medicina legale.

Decalogo SIMLA 2001

“ il danno biologico è il pregiudizio che la menomazione (temporanea o permanente) dell’integrità psico-fisica della persona conseguente alla lesione iniziale arreca al bene costituzionalmente protetto della salute.”

DANNO BIOLOGICO

          

Alterazione integrità psico-fisica

Attività quotidiana

Capacità generica di effettuare gli atti ordinari

della vita non finalizzati al reddito.

                                                                   Aspetti dinamico- relazionali

· Danno estetico

· Danno sessuale

· Danno alla vita di relazione

Ci sono delle situazioni di danno biologico che possono avere delle conseguenze che non sono direttamente incidenti sulle attività quotidiane ma investono gli aspetti dinamico-relazionali della persona, e sono molto importanti. Questi aspetti dinamico-relazionali esistevano pure prima della sentenza,  però quando c’erano persone che in seguito ad incidenti riportavano conseguenze sull’aspetto estetico come cicatrici molto brutte oppure con lesioni,oppure  traumi che comportavano una difficoltà nei rapporti sessuali nel vecchio sistema venivano considerate come non inerenti all’attività rituale; a meno che, il soggetto non fosse un attore o un’attrice, e quindi bisognava aggiungere delle voci di danno nei testi di medicina legale, che prendevano in considerazione questo tipo di danno.

DANNO BIOLOGICO

– Afferisce  al diritto alla salute e non alla redditività del danneggiamento

– È valutato sulla base dell’incidenza della menomazione su ogni menomazione della vita pubblica o privata

– Viene risarcito con criterio egualitario con parametri comuni per tutti i cittadini

– Comprende il danno estetico, il danno sessuale, il danno della vita di relazione, danno psichico, danno estetico ecc..

Il danno biologico comprende tutte queste voci: va calcolato sulla base dell’incidenza difettiva che la lesione o la menomazione hanno sulle attività della persona, sia nella sua vita pubblica che nella sua vita privata, deve avere una voce di risarcimento del danno economico uguale per tutti, prima della sentenza del 1986 venivano considerate come voci a parte. Per quanto riguarda il criterio egualitario economico c’è stato il problema di come doveva essere risarcito il danno biologico e per questo vennero elaborate dai vari tribunali italiani delle tabelle di conversione in termini economici di quella che era la percentuale di danno biologico. Quando le persone andavano dal prof. per chiedere il calcolo per il risarcimento gli veniva suggerito di rivolgersi ad un avvocato perché esistono delle tabelle di conversione. Il problema delle tabelle era che per lo stesso danno il soggetto a Milano veniva risarcito in un modo e a Catanzaro in un altro, le tabelle più usate erano quelle di Milano o di Roma, recentemente la Cassazione a sezioni unite ha stabilito che le tabelle di riferimento per il danno biologico devono essere quelle di Milano.

Il sistema di risarcimento italiano ha due canali:

·  Affidarsi ad un giudice civile, mediamente una causa civile dura dai 15 ai 20 anni e chi affronta questo percorso sa che la causa durerà molti anni ;

·  Assicurazioni

Nel nostro paese esiste una responsabilità civile auto nata nel 1958, secondo cui tutti i soggetti che acquistano un auto devono contrarre polizza assicurativa che risarcisce le vittime, oltre che i trasportati. Questa gestione fu affidata alle compagnie assicurative che hanno investito milioni di euro in “fondi spazzatura” swap, hanno fatto speculazioni e per recuperare denaro hanno cercato di far passare una legge che riducesse l’entità del risarcimento ad 1/3, però le associazioni delle vittime della strada e la società di medicina legale hanno bloccato questa proposta del presidente Mario Monti.

Questo per dire che al momento il sistema di risarcimento è un sistema che manca di parametri stabiliti per legge si fa riferimento solo alle tabelle di danno che valutano l’età, la percentuale di danno biologico si calcola monetariamente quanto è il risarcimento della persona.

IL DANNO BIOLOGICOsi presta ad una valutazione standardizzata di tipo tabellare (slide)

·Tabella delle menomazioni all’integrità psico-fisica comprese tra 1e 9 punti di invalidità (approvata DM 3/07/03)

· Valori tabellari ricavati dalla “guida orientativa per la valutazione del danno biologico”

                      Percentuale di danno biologico             soldi

Le tabelle sono state elaborate dai medici legali che per ogni voce di invalidità indicano una percentuale, per alcune invalidità si ha una forbice di valori di massimo e minimo per cui, in base alla gravità, viene lasciato al medico legale la possibilità, dopo accertamenti e esame clinico , di stabilire qual è la percentuale. Esistono anche delle regole stabilite dall’INAIL per le varie lesioni.

Le tabelle che venivano usate erano quelle della società italiana di medicina legale, sviluppate sempre da tabelle risalenti al 1958 e  stilate nel congresso di medicina legale a Como, poi nel 2003 è stata fatta una legge che stabilisce l’esistenza di una sola tabella nazionale che comprende:

· Microinvalidità → dall’1 al 9% , approvate per legge

· Invalidità dal 10% in su → fu fatta una commissione presso il ministero della salute nel quale venne stilato quello che i medici legali chiamano “tabellone” ossia la tabella delle macroinvalidità, che non è stato mai approvato per legge.

La tabella delle macroinvalidità è una guida orientativa cioè il medico legale può nell’ambito di questa tabella modificare le percentuali seguendo dei principi che sono:

·Principio di analogia

·Principio di proporzionalità

Principio di analogiasignifica che se io riconosco ad una lesione una determinata percentuale, non posso dare ad una persona che ha lesione d’organo con un’incidenza funzionale inferiore un’invalidità esaustiva superiore; ci deve essere un criterio di giudizio uniforme in merito alle conseguenze disfunzionali che una lesione può comportare.

Es.: tutte le tabelle di risarcimento delle malattie reumatiche sono  sottostimate vengono riconosciute delle percentuali d’invalidità che non sono quelle che meriterebbero, e per ovviare a questo problema si dovrebbero aggiornare le tabelle. Viene da chiedersi: «Come vengono assegnate le percentuali?». Vengono assegnate in merito alla gravità della malattia in termini di conseguenze sulla vita della persona, anche in base alla prognosi della malattia, in base alla possibilità di usare ausili protesici.

Principio di proporzionalità significa che se io assegno una percentuale del 100% ad una persona con una tetraparesi ad un’altra persona con una frattura bi-ossea della gamba guarita nonostante un conseguente accorciamento minimo della gamba o un iter doloroso.

Esistono delle differenze tra le varie tabelle, per esempio le tabelle del danno biologico per gli infortuni professionali sono diverse da quelle usate per il risarcimento del danno alla personae tutto ciò introduce dei problemi, perché bisogna spiegare alle persone il motivo per cui il calcolo fatto con la tabella INAIL è superiore rispetto a quello fatto con le tabelle del medico legale. Questo perché le tabelle di medicina legale hanno più tabelle a seconda dell’ambito in cui ci si trova.

 

Menomazione del danno estetico

I classe  ≤ 5%: il pregiudizio estetico complessivo è da pressoché nullo a molto lieve ;

II classe  6-10%: il pregiudizio estetico complessivo è da live a moderato ;

III classe 11-15%: il pregiudizio estetico complessivo è da moderato a importante;

IV classe 16-35%: il pregiudizio estetico complessivo è molto importante ;

 

La percentuale viene valutata in base alle conseguenze sulla  persona, una cicatrice sul volto non ha le stesse conseguenze su tutti, su alcuni grava di più che su altri e non è un discorso sulla bellezza della persona, sull’età ma si basa sulla diversa reattività della persona in termini di  cicatrizzazione, al diverso impatto su chi vede, al diverso modo in cui la persona vive questa situazione; ci sono persone che riescono ad accettare bene, riescono a convivere bene con questa loro situazione e altri che la vivono peggio. »

Dalla legge del 2003 del Codice delle Assicurazioni: recentemente è entrata la voce della personalizzazione del danno biologico, cioè viene data la facoltà al giudice di poter aumentare l’entità del risarcimento in funzione all’ incidenza in termini negativi che quella determinata lesione ha sulla persona. Se la lesione al livello tabellare prevede un risarcimento basso e si riesce a dimostrare che ha un impatto notevole sulla persona, il giudice può decidere nell’ambito del processo di aumentare l’entità del risarcimento.

Danno non patrimoniale

Danno biologico

Danno morale: sofferenza soggettiva in sé considerata

Danno esistenziale: “ogni pregiudizio di natura non meramente emotiva e interiore ma oggettivamente accertabile che alteri le abitudini e gli assetti relazionali propri del soggetto, inducendolo a scelte di vita diverse da quanto alla realizzazione della sua personalità nel mondo esterno …” (Cassazione Sez. Unite n°2546 del 6 febbraio del 2007; )

Nel danno non patrimoniale noi distinguiamo:

· danno biologico lesione dell’integrità psico-fisica della persona causata da un fatto non decisa da noi che è medico legalmente apprezzabile

· danno morale compreso nell’art.2083 del cc che riguarda le sofferenze, viene inteso diversamente dal dolore somatico che è adesso soggetto dello studio dell’algologia.

L’algologia studia quali sono le tecniche per procurare dolore somatico che è danno biologico. Esistono anche delle scale per il dolore somatico ma parliamo di danno biologico e non morale.

·Il danno esistenziale viene introdotto nel nostro sistema con sentenza del 2001 della Corte Cassazione e poi ripreso nel 2006 dalla Corte di Costituzionale che ha mitigato la precedente sentenza.

Il danno esistenziale interessa poco ai medici legali, e nasce dalla teoria di un giurista molto simpatico, ieratico il professore Paolo Cedon che con la collega Patrizia Ziviz hanno scritto il trattato “Il Risarcimento del danno esistenziale”.

Ai giuristi i risarcimenti del danno regolati dai medici di medicina legale stavano un po’ stretti e hanno inventato la voce del danno esistenziale che in seguito è stato molto ridimensionato.

Il danno esistenziale è ogni altra voce di danno che non si inquadra né come danno biologico né come danno morale. Esempi: “ Prima andavo a spasso con il mio cane tutti i giorni e questo mi rendeva felice, adesso non lo posso fare più” ; “ Prima avevo una casa con la vista sul bosco e questo mi faceva stare bene ora hanno costruito una pizzeria e io non sto più bene, non dormo la notte”; “Ho pagato in agenzia una vacanza da sogno, arrivato a destinazione niente era come prospettato mi hanno risarcito per il danno economico ma io ho avuto anche danno esistenziale perché la mia ragazza ha visto il posto orribile e mi ha lasciato” .

I giuristi sono rimasti molto colpiti da quelle sentenze su coppie che portano avanti gravidanze con  bambini con gravi paralisi cerebrali, la vita di queste persone viene completamente cambiata, le abitudini di vita cambiano anche rispetto agli altri figli, tutta la vita viene incentrata all’assistenza a questo figlio. Quindi hanno trovato che questa voce del danno esistenziale potesse essere in qualche maniera una forma ulteriore di compensazione di un danno non patrimoniale che altrimenti non rientrava in questa voce. Il danno esistenziale non è di competenza del medico legale e deve essere provato dalla persona che deve dimostrare che questo danno ha modificato in maniera consistente le mie abitudini di vita, in peggio.

Dopo questa tripartizione del danno non patrimoniale il giudice ha sempre cercato di ricordarci che le distinzioni che vengono fatte dal medico legale devono sempre essere ricondotte a questa categoria che è il danno alla salute della persona o danno biologico.

Attualmente noi distinguiamo il danno patrimoniale che si distingue:

· lucro cessante

· danno emergente.

Il danno non patrimoniale, invece, in :

· danno biologico

· danno morale

· danno esistenziale

Nella valutazione del danno alla persona il medico legale deve:

–  esaminare la documentazione relativa alla lesione iniziale ed al decorso della malattia ad essa conseguita, accertare la natura e l’entità delle eventuali menomazioni permanenti residuate ;

–  qualora sussistano postumi, deve quantificare la componente temporanea (Inabilità Temporanea Totale e Parziale) e la componente permanente (Invalidità permanente, nel senso di danno biologico);

–  stabilire se e come quella menomazione si ripercuote sulla capacità lavorativa specifica ;

Il medico legale valuta l’esistenza della malattia in atto o le pre-manifestazioni della malattia, per esempio in un incidente stradale si visita il pz valutando i sintomi che riferisce e apprezzando i segni, che possono essere lesioni. Si valutano anche le dinamiche dell’incidente, il medico legale deve fare un matching ossia fa una valutazione di tutto quello che trova sulla persona, delle lesioni riportato e vedere se c’è concordanza con gli atti. La prima parte è di natura accertativa e  narrativa, qualche volta può essere semplice e qualche volta complicato. Le vicende legate a responsabilità mediche sono quelle più complicate.

Una volta fatto l’accertamento attraverso cartelle cliniche, si valuta che tutti i documenti sono credibili .

Se un soggetto ha una malattia  reumatica come per esempio un’anchilosi del gomito, viene valutato se c’è rapporto di casualità rispetto a questa dinamica che ci ha raccontato il pz ma Come facciamo a quantificarlo? Attraverso 2 entità ossia attraverso la durata della malattia reumatica, ossia quel periodo in cui quella persona non ha potuto svolgere le sue normali attività, per esempio se un soggetto era un’insegnante, un manovale e ho trascorso 3 mesi in ospedale e non ho potuto svolgere il suo lavoro, va risarcito.

Come risarcirlo? Attraverso due categorie  :

– Inabilità TemporaneaTotale→ il periodo in cui il soggetto è stato costretto a letto e non ha potuto svolgere nessuna attività;

– Inabilità Temporanea Parziale → il periodo in cui il soggetto ha ripreso pian piano parte le sue normali attività con postumo;

Il postumo come lo valuto?

In termini di danno biologico tramite tabelle attraverso criterio di proporzionalità e analogia cerco di fornire un numero ragionevole e motivabile. Bisogna segnalare al giudice anche se c’è danno morale per esempio un soggetto che faceva il muratore da oggi in poi lo farà con fatica perché ha avuto una frattura di una vertebra,  quindi  attraverso criteri citati precedentemente si valuta quanto questo incida sulla sua capacità lavorativa specifica.

 La capacità lavorativa specifica

La capacità che ha una determinata persona nell’espletare una ben precisa attività lavorativa, cioè quel determinato mestiere e determinata professione.

In medicina legale l’iter logico e pratico per poter arrivare ad una valutazione del danno, in termini di risarcimento, equa è molto complesso.