Per arteriopatia cronica ostruttiva (ACO) si intende la riduzione del flusso ematico per ostruzione di un vaso.
Rappresentano un insieme di condizioni morbose rappresentate da lesioni ostruttive o semi-ostuttive in distretti arteriosi a valle dell’arteria renale.
Le arterie che possono essere interessate sono:
· Aorta addominalesottorenale
· A. iliachecomuni
Per arteriopatia cronica ostruttiva (ACO) si intende la riduzione del flusso ematico per ostruzione di un vaso.
Rappresentano un insieme di condizioni morbose rappresentate da lesioni ostruttive o semi-ostuttive in distretti arteriosi a valle dell’arteria renale.
Le arterie che possono essere interessate sono:
· Aorta addominalesottorenale
· A. iliachecomuni
· A. iliache interne(ipogastriche)
· A. iliacheesterne
· A. femoralicomuni
· A. femoralisuperficiali
· A. femoraliprofonde
· A.poplitee
· A.tibiali
Si riconoscono due forme di ACO:
1. Forme degenerative (es.aterosclerosi)
2. Forme non degenerative (es.arteriti)
Le principali cause sono:
· Aterosclerosi: segmentaria, polisegmentaria, diffusa, aorto- iliaca, femoro-popliteadistale.
· Arteriti: batteriche (tifoide, melitense); virali (herpes virus, rickettsie)
· Tromboangioite obliterante (malattia diBuerger)
Altre cause sono:
· Compressione:entraptment popliteo, syndrome dell’adduttore, sindrome del soleo;
· Coartazione aortica: istmica oaddominale;
· Sindrome della piccola aorta (moltorara).
fattori di rischio: dislipidemie, fumo, diabete, obesità.
Sintomatologa su Classificazione di Fontaine:
I STADIO: paucisintomatico con manifestazioni cliniche sfumate, il paziente riesce a compensare la stenosi tramite il circolo collaterale che garantisce un adeguato apporto sanguigno. Può essere presente ipotermia a livello dell’artointeressato.
II STADIO: il paziente manifesta claudicatio intermittente, cioè una difficoltà nellamarcia.
Distinguiamo due classi:
IIA: il paziente avverte il disturbo (claudicatio) oltre 200 metri di marcia IIB: il paziente avverte il disturbo al di sotto dei 200 metri di marcia
III STADIO: il paziente lamenta dolore ariposo
IV STADIO: evoluzione severa della malattia con lesioni distrofiche ischemiche.
Distinguiamo dueclassi:
IVA: necrosi superficiale
IVB: gangrena che può essere secca o umida
Una particolare sindrome che rientra nelle ACO è la sindrome di Leriche:
ostruzione cronica della biforcazione aortica di natura aterosclerotica con possibile estensione prossimale all’aorta addominale.
La sintomatologia, pertanto, sarà estesa a entrambi gli arti, accompagnata da impotenza sessuale.
Come si presenta un arto in una patologia cronica ostruttiva?
Dal punto di vista semeiologico:
Ispezione, l’arto presenta un colorito pallido, ipotrofia muscolare e un iniziale distrofismo della cute e degli annessi, sarà presente caduta dei peli e perdita dell’elasticità cutanea.
Palpazione, la cosa più importante per accertare la diagnosi è la ricerca dei polsi arteriosi (femorale, popliteo, tibiale ant e post, pedidio) e di eventuali fremiti nonché la presenza di un gradiente termico.
Ascoltazione, non è l’elemento fondamentale perché di solito quando un’arteria è chiusa è silente, tuttavia è opportuno ricercare eventuali soffi, in genere aspri, indicanti una riduzione di calibro dell’arteria.
Indagini strumentali: Le più effettuate sono il doppler e l’ecocolordoppler; la capillaroscopia non è più praticata; gli esami di diagnostica per immagini sono l’angiografia, l’angioTC e l’angioRMN.
Diagnosi differenziale:
· Patologie ortopediche (lombosciatalgia)
· Discopatie
· Artrite-artrosi
· Patologie neurologiche (neuropatiadiabetica)
Terapia:
La terapia chirurgica è giustificata con il paziente in osservazione al II, III o IV stadio. Tutte le tecniche di terapia chirurgica sono volte a saltare la sede ostruita oppure a liberarla. Per saltare la sede ostruita si può realizzare un bypass o, se la sede è abbastanza breve, si può effettuare una TEA (tromboarterioectomia), cercando di liberare l’arteria dal materiale che la ostruisce (trombo, placca.
Per il bypass si possono utilizzare diversi materiali: protesi biologiche, sintetiche, biosintetiche e miste. Per le protesi biologiche è utilizzato materiale autologo, prelevato cioè dal paziente stesso. Per le protesi sintetiche si utilizza materiale inerte. Le protesi biosintetiche non sono più utilizzate. I bypass possono essere anatomici ed extra-anatomici: i primi rispettano la sede del tratto bypassato, i secondi non rispettano la normale sede delle arterie ostruite. Laddove esiste la necessità di effettuare un bypass ma il paziente presenta particolari condizioni patologiche (diabete, neoplasia, cardiopatia..) per le quali è opportuno ridurre lo stress chirurgico, una delle tecniche che garantiscono lo stesso risultato è il bypass axillo-femorale. Si anastomizza la protesi con l’arteria ascellare e facendola passare nel sottocute la si porta all’arteria crurale. Oppure si può effettuare un bypass femoro-femorale crociato.
Un altro possibile intervento è la profundoplastica. Questa è una tecnica chirurgica che ci consente di rivascolarizzare l’arto inferiore quando il paziente non ha indicazione per poter eseguire un bypass o una tromboarterioectomia. Oggi gli interventi che si eseguono di più sono quelli di chirurgia endovascolare. La PTA consiste nell’introduzione nel lume dell’arteria per via percutanea di un palloncino che raggiunge la sede dell’ostruzione e in quella sede viene gonfiato. Quando non si è sicuri di riuscire ad effettuare un intervento duraturo, in quella sede si lascia uno stent per mantenere la pervietà nel tempo.