Gli OPPIOIDI sono peptidi endogeni mentre gli OPPIACEI sono farmaci di sintesi. Gli oppiacei interagiscono su recettori presenti sulle cellule del SNC, terminazioni nervose in periferia e cellule del tratto GI. Si distinguano 4 tipi di recettori:
1. µ. Su questo tipo di recettore agisce la β-endorfina. Recettori µ1 sono quelli con migliore azione analgesica
2. K. Su cui agisce la dinorfina. Esistono tre sottotipo k1, k2 e k3.
3. σ agisce la pentazocina
4. δ agiscono la leuencefalina e metencefalina
Gli OPPIOIDI sono peptidi endogeni mentre gli OPPIACEI sono farmaci di sintesi. Gli oppiacei interagiscono su recettori presenti sulle cellule del SNC, terminazioni nervose in periferia e cellule del tratto GI. Si distinguano 4 tipi di recettori:
1. µ. Su questo tipo di recettore agisce la β-endorfina. Recettori µ1 sono quelli con migliore azione analgesica
2. K. Su cui agisce la dinorfina. Esistono tre sottotipo k1, k2 e k3.
3. σ agisce la pentazocina
4. δ agiscono la leuencefalina e metencefalina
5. Recettore orfano degli oppiacei su cui agisce la nocicettina o la proorfanina
Questi recettori sono costituiti da una catena che attraversa 7 volte la membrana con il gruppo NH2 all’esterno e il COOH all’interno. A seconda del ligando si può avere aumento o riduzione dell’AMPc.
È da tenere bene a mente che non tutti gli oppiacei danno dipendenza e questo per diversi motivi. Innanzitutto dipende dalla solubilità dell’oppiaceo e quindi la capacità di superare la barriera emato-encefalica e non devono avere elevata affinità per le proteine plasmatiche. È per tale motivo che l’eroina dà dipendenza rispetto alla morfina o alla codeina.
Inoltre, bisogna ricordare che alcuni di questi farmaci come la codeina, la buprenorfina e pentazocina possono raggiungere il cosiddetto LIVELLO TETTO oltre il quale, pur continuando ad aumentare la dose, danno sempre lo stesso effetto. Tutti questi oppiacei hanno un precursore comune che è la PROOPIOMELANOCORTINA. Si ritiene pertanto che gli oppiacei possano interferire con i recettori del CRH, ACTH e cortisolo anch’essi derivanti dallo stesso precursore.
In generale gli oppiacei hanno le seguenti funzioni:
·Funzione endocrina in quanto aumenta ADH, prolattina, GH, dimuisno invece i livelli di LH, CRH
·Analgesica in quanto innalzano la soglia del dolore. Il paziente continuerà ad avvertire la sede del dolore ma sarà tollerabile. Nei malati di cancro si consiglia di iniziare precocemente la terapia del dolore per evitare che il dolore si automantenga durante tutta la malattia
·Efficacia del sistema immunitario ridotta (alcuni tossicodipendenti diventano suscettibili alle infezioni)
·Funzioni gastrointestinali (alcuni oppiacei erano usati per ridurre la diarrea)
·Funzioni cardiovascolari perché inducono vasodilatazione e quindi ipotensione
·Funzioni polmonari (venivano usati per l’edema polmonare)
·Euforia
·Attivazione del nucleo di Edinger-Westphal del nervo oculomotore con conseguente aumento della stimolazione parasimpatica nell’occhio
·Funzione antitossigena
Tra gli effetti collaterali annoveriamo:
·Stipsi dovuta all’attivazione dei recettori µ2
·Contrattura dello sfintere di Oddi e quindi aumento della pressione a livello biliare e pancreatico
·Vomito
·Ritenzione idrica
·Riduzione delle secrezioni salivari
· Liberazione di istamina
·Disforia
·Depressione del centro del respiro. I recettori µ2 attivati a causa di sovradosaggio danno questo effetto collaterale. Tali recettori, infatti, sono collegati ai chemocettori che non avvertono più l’aumento dell’anidride carbonica.
L’abuso di queste sostanze determinano il rilascio di dopamina dal nucleo accumbens e quindi porta l’individuo alla dipendenza.
Dal Papaverum Somniferum si estraggono 5 gruppo di derivati:
1.DERIVATI FENANTRENICI MORFINO-SIMILI
a. MORFINA. È un agonista forte. Agisce soprattutto sui recettori µ e k facendo diminuire il rilascio di sostanza P che modula la percezione del dolore. Meglio se somministrata per via endovenosa. Metabolizzata dal fegato ed eliminata attraverso bile e urine. Ha emivita di 2 ore e l’azione dura circa 4 ore.
b. CODEINA. Agonista medio. Si può somministrare oralmente. Si trova spesso associata ai FANS perché danno un miglior effetto antidolorifico. Agisce dopo essere stata trasformata dal CYP2D6
c. EROINA. Agonista forte. È prodotta per acetilazione della morfina.
d. NALORFINA.
e. LEVALLORFANO.
f. NALOXONE (antagonista) e naltrexone. Lega con più affinità i recettori k e µ. È utilizzato per contrastare il coma e la depressione respiratoria nel sovradosaggio di oppiacei soprattutto di eroina meno, invece, per il fentanil.
2. DERIVATI FENILPIPERIDINICI
a. PETIDINA.
b. FENTANIL. Agonista forte e lega i recettori µ. È usato come anestetico e ha una azione 100 volte superiore alla morfina. NON determina rilascio di istamina o spasmo dello sfintere di Oddi.
c. SULFENTANIL
d. ALFENTANIL
3. DERIVATI METADONICI
a. METADONE. È un agonista forte. Agisce a livello dei recettori µ. Si somministra oralmente, sede di assorbimento e viene utilizzato per la terapia dei tossicodipendeti. Il metadone si lega alle proteine plasmatiche e viene rilasciato lentamente per cui dà meno dipendenza. Si elimina tramite urine.
b. DESTRO-PROPOSSIFENE. Agonista medio. Si usano anche in associazione con i FANS.
4. DERIVATI DELLA TEBAINA
a. ENTERFINA
b. BUPRENORFINA. Agonista parziale che lega i µ. Ha un effetto tetto. Di solito non dà depressione respiratoria. È inoltre usata come farmaco delle tossicomanie perché evita il legame dell’eroina ai recettori.
5. ALTRI ANALGESICI.
a. TRAMADOLO. Agisce sui µ . Aumenta il rilascio di serotonina e noradrenalina nei nuclei del rafe e del locus coeruleus.