Messa a punto da Hounsfield e Cormack nel 1979, è una tecnica radiologica digitalizzata che traduce i valori di attenuazione radiografica dei singoli blocchetti di tessuto (o voxel) in una scala di grigi, costruendo quindi un’immagine tomografica sullo schermo del pc.
I valori di attenuazione sono riferiti a quello dell’acqua (valore 0).
Messa a punto da Hounsfield e Cormack nel 1979, è una tecnica radiologica digitalizzata che traduce i valori di attenuazione radiografica dei singoli blocchetti di tessuto (o voxel) in una scala di grigi, costruendo quindi un’immagine tomografica sullo schermo del pc.
I valori di attenuazione sono riferiti a quello dell’acqua (valore 0).
Gli strumenti di 1° generazione erano formati dalla sorgente radiogena contrapposta ad un detettore: partendo da un punto, il complesso rilevava l’attenuazione media del tessuto interposto tra le due componenti (quindi una linea), poi traslava lateralmente rilevando una seconda linea parallela alla prima e via così fino ad aver analizzato tutta la sezione traversa del pz. A questo punto il sistema ruotava di un grado e ripeteva l’intera operazione, e di nuovo fino ad una rotazione di 180°. Data la complessità dell’operazione, erano necessari 5-6’ per scansionare ciascuna “fetta” di paziente.
Gli strumenti di 2° generazione erano analoghi ma presentavano più detettori in modo da ottenere più fette alla volta; quelli di 3° generazione presentano poi un arco di cerchio di detettori consentendo così di eliminare il movimento di traslazione e mantenendo solo quello di rotazione: i tempi di scansione sono scesi così a frazioni di secondo per fetta.
Sono stati sviluppati infine gli strumenti di 4° generazione, in cui i detettori sono disposti in un cerchio e a ruotare è solo il tubo radiogeno.
Il problema principale fino agli anni Novanta in realtà è stato l’attorcigliamento dei fili nel movimento di rotazione del sistema: al termine di ogni rotazione, infatti, per evitare di “strozzare” lo strumento con i cavi elettrici, era necessario eseguire una contro-rotazione per ricominciare la rotazione successiva da capo. Ad oggi, con la tecnologia slip ring, invece, non ci sono più cavi e le rotazioni sono effettuate in un continuum.
Nella tc volumetrica si ha l’avanzamento continuo del pz, cosicché il movimento di rotazione del sistema tubo-detettori disegna una spirale (da qui il nome tc spirale); in seguito vengono ricostruite immagini transassiali ed è possibile scegliere il punto esatto di cui si vuole avere la scansione, appunto perché la metodica di fatto analizza l’intero volume del pz: in più, si possono ricostruire scansioni lungo tutti i piani dello spazio, e non solo su quello trasversale.
Con l’introduzione dei detettori solidi, più piccoli, inoltre, è ora possibile acquisire in un’unica rotazione 4 strati, fino ad 8 e 16, diminuendo così il tempo dell’esame.
L’esame Tc inizia con l’acquisizione di uno scanogramma che funge da guida per le scansioni vere e proprie. La somministrazione di mdc è quasi indispensabile soprattutto nello studio dei parenchimi addominali, cerebrale e delle strutture vascolari. Anche i tempi di arrivo del mdc (iodato, baritato…) e la sua dinamica forniscono informazioni sulla tipologia della lesione: il tempo necessario al mdc iniettato e.v di arrivare all’organo e di distribuirsi al suo interno è specifico di ciascun organo, e dopo tale tempo avremo un aumento più o meno intenso ed omogeneo del valore di attenuazione, definito contrast enhancement.
Quando si visualizza una Tc è necessario definire a quale valore si vuole far corrispondere il grigio medio (livello o centro della finestra), e in quale ampiezza possano oscillare i valori dei grigi: questo è fondamentale per vedere dettagli di diversa natura.
Terminologia
Iperdenso e ipodenso sono termini usati per strutture normali in relazione alla densità dell’acqua, ma anche per strutture patologiche in relazione al normale parenchima circostante.