I toni ed i rumori cardiaci, possono anche essere registrati e quindi visivamente esaminati per mezzo dei fonocardiografi. Questi sono costituiti da un microfono ad alta sensibilità, che viene applicato aderente alla pelle sul focolaio sul quale si vogliono rilevare i toni o i rumori del cuore, collegato con un amplificatore ed un registratore. In certi apparecchi il registratore è rappresentato da un elettro-cardiografo che, opportunamente adattato, può così registrare su uno stesso tracciato contemporaneamente fenomeni acustici ed elettrici del cuore.
I vantaggi che offre la fonocardiografia sono: consentire la precisazione di rumori lievi male apprezzati anche da un orecchio esperto, permette, quando viene effettuata contemporaneamente all’indagine elettrocardiografica, di confrontare direttamente i rapporti tra fenomeni acustici ed elettrici del cuore. Permette quindi di localizzare con la massima esattezza il momento di comparsa del fenomeno acustico stesso. Il fonocardiogramma normale. II tracciato fonocardiografico è caratterizzato da un susseguirsi di oscillazioni rapide, rappresentate da punte che si sviluppano sia in senso positivo che negativo, dovute alle vibrazioni sonore raccolte dal microfono.
I dati sul fonocardiogramma normale del cavallo possono essere così sintetizzati:
1) Tono atriale: non rilevabile in tutti i soggetti esso è caratterizzato da oscillazioni di scarsa ampiezza che, nei confronti dell’elettrocardiogramma, seguono l’onda P e precedono il QRS. Si ritiene sia provocato dalle vibrazioni della parete ventricolare per l’afflusso di sangue dall’atrio.
2) Primo tono: segue di una breve frazione di tempo il QRS dell’elettrocardiogramma ed è costituito da vibrazioni di ampiezza diversa. Inizialmente piccole dovute agli effetti della sistole atriale sulle pareti del ventricolo, poi più grandi in coincidenza con la contrazione isometrica ventricolare e con la chiusura delle valvole atrio-ventricolari, infine di nuovo piccole dovute all’attrito che l’onda di eiezione incontra lungo i grossi vasi.
3) Silenzio sistolico: è rappresentato da una linea isoelettrica nel corso della quale compare l’onda T dell’elettrocardiogramma ed avviene nel periodo di eiezione del sangue dai ventricoli.
4) Secondo tono: è costituito da vibrazioni di diversa ampiezza e si verifica dopo l’onda T dell’elettrocardiogramma ad una distanza non fissa. Si verifica in rapporto alla chiusura delle valvole semilunari ed anche alla apertura delle valvole atrio-ventricolari.
5) Silenzio diastolico: è costituito da una linea isoelettrica ed è in rapporto con il periodo diastolico del cuore.
6) Terzo tono; durante il silenzio diastolico si può osservare molto spesso un gruppo di piccole oscillazioni che sono in rapporto con i rumori originati dal riempimento rapido ventricolare. Modificazioni patologiche del fonocardiogramma.
Le alterazioni che si possono riscontrare nel fonocardiogramma sono numerosissime; le principali sono le seguenti:
1) Aumento di ampiezza delle vibrazioni del primo tono e diminuzione di quelle del secondo tono nelle tachicardie ed in genere in tutte quelle malattie nelle quali sia ostacolata la diastole.
2) Sdoppiamento delle vibrazioni del primo tono e messa in evidenza del tono presistolico quando esista un prolungamento del tempo di conduzione atrio ventricolare (blocco semplice).
3) Presenza delle sole vibrazioni presistoliche del primo tono nel blocco parziale.
4) Assenza della parte iniziale del primo tono (tono presistolico) nella fibrillazione atriale.
5) Vibrazioni dovute alla presenza di soffi cardiaci che potranno comparire, a seconda del vizio valvolare che li determina, prima o dopo il primo o il secondo tono.