Audiometria Vocale

L’audiometria vocale è lo studio della funzione uditiva mediante somministrazione di stimoli sonori verbo-vocali. Essa consente, quindi, una valutazione della corretta funzionalità dell’intero apparato uditivo e di tutte le strutture extrauditive.

L’audiometria vocale è lo studio della funzione uditiva mediante somministrazione di stimoli sonori verbo-vocali. Essa consente, quindi, una valutazione della corretta funzionalità dell’intero apparato uditivo e di tutte le strutture extrauditive.

Questo tipo di esame sarà più vicino alle esigenze della persona, poiché ci permette di capire se la persona è in grado di comunicare o meno: per rispondere ad un test di questo genere dobbiamo sentire il materiale vocale chiaramente, essere capaci di analizzarlo e ripeterlo.

Ha diverse ricadute:

§  Dal punto di vista sociale, poiché riflette realmente le capacità comunicative della persona

§  Dal punto di vista integrativo-diagnostico, andando ad integrare l’esame audiometrico tonale

§  Dal punto di vista riabilitativo, perché possiamo valutare il guadagno uditivo in seguito ad una protesi acustica

 

In audiometria vocale studiamo tre soglie fondamentalmente:

1) Detezione:  corrisponde al livello di intensità in dB HL alla quale il soggetto avverte solo una sensazione uditiva senza comprendere il significato e quindi ripetere correttamente le parole;

 

2)Percezione: corrisponde al livello di intensità in dB HL che consente al paziente una         intellegibilità ( cioè che il pz che comprende e ripete) pari al 50% del messaggio verbale somministrato;

3) Intellezione: corrisponde all’intellegibilità del 100% del materiale verbale presentato.

L’andamento audiometrico vocale, cioè l’audiogramma vocale assume una forma caratteristica a “S” italica.

SOGLIA DI DETEZIONE:

È quella soglia per cui il paziente sente parlare, ma non è in grado di ripetere ciò che sente (normoudenti 0 dB), in genere si utilizzano parole bisillabiche, raramente frasi.

A cosa ci serve avere una soglia di detezione? Innanzitutto ci serve per confrontare il risultato della soglia vocale con la soglia audiometrica tonale, poi ci serve a valutare la reale severità della perdita uditiva, ci dà indicazioni importanti per la selezione di protesi acustiche ed eventualmente ci da informazioni in casi di cattiva discriminazione vocale.

SOGLIA DI PERCEZIONE:

Il paziente ripete in modo esatto il 50% del messaggio verbale e a seconda della semplicità o della complessità di comprensione di questo messaggio vocale che gli stiamo inviando occorre una maggiore e minore intensità.

(normoudenti 10 dB per le frasi, 15 dB per le parole, 20 dB per i logotomi)

Materiale usato :Parole bisillabiche, frasi

Scopo:

•        Confronto con la PTA( audiomeria tonale): alta correlazione entro +/-10 dB (in caso di perdite in discesa correla con le frequenze migliori, non correla in caso di neuropatie uditive o CAPD)

•        Prescrizione della protesi acustica (gain( guadagno) e uscita max)

•        Svelare eventuali ipoacusie funzionali (magari il pz sta fingendo) (PTA > SP)

 Detezione vs percezione:

La differenza media tra le due soglie è di circa 9 dB (il prof dice che sono delle finezze, non necessarie da conoscere per l’esame).  Quando nel confronto tra audiometria tonale e soglia di percezione la prima è più alta c’è qualcosa che non va (può darsi che il pz stia fingendo)

SOGLIA DI INTELLEZIONE:

E’ il livello in cui il paziente raggiunge il 100% di intelligibilità per il materiale verbale presentato. (Nei soggetti normali 20 dB per le frasi, 25 dB per le parole, 30 dB per i logotomi).

Una curiosità: Raggiunta una percentuale del 100% nel soggetto normale si raggiunge un plateau. Non si otterranno variazioni all’aumentare dell’intensità

Indica l’abilità di discriminare il parlato di un individuo (cioè come in realtà sente quella persona)

CURVE DI ARTICOLAZIONE:

Il tracciato audiometrico vocale è rappresentato da una curva di articolazione o di intelligibilità. Tale curva, ottenuta unendo i valori per ogni intensità, ha la forma di S italica. Sulle basi di quanto detto la valutazione della discriminazione vocale viene effettuata in base a due criteri:

– Quantitativo, il livello della soglia di percezione vocale (50%) del paziente viene paragonato a quello ottenuto per lo stesso materiale fonetico nei normoudenti. La differenza viene espressa in dB ;

– Qualitativo i diversi gradienti della curva di articolazione sono indicativi della patologia, ( cioè ci dice quanto è curvata).

Dobbiamo tenere presente che ci sono due misurazioni importanti da fare che riguardano la Loudness (sensazione sonora) e sono:

Uncomfortable loudness level

Indica il livello massimo a cui si possa somministrare materiale vocale senza fastidio per il paziente. (normale per le parole è 90-100 dB)  (invece il limite di fastidio per i toni ricordiamoci che era 120 dB)

Ci indica il limite superiore dell’udito per il parlato, consentendo di stabilire il range dinamico per il parlato.

Può indicare anche il massimo livello di amplificazione

Most comfortable loudness level

Indica il livello di intensità del parlato più confortevole (nel normale 40-50 dB sopra la soglia di percezione)

Nelle ipoacusie neurosensoriali questo livello è ridotto, questa informazione è utile per stabilire il gain dell’amplificazione protesica.

CURVE VOCALI PATOLOGICHE

A seconda della situazione uditiva del paziente avremo delle curve differenti

Le curve vocali patologiche si differenziano da quella del normoacusico per morfologia, inclinazione, deriva (spostamento verso destra).

Si distinguono sei curve patologiche

Curva raddrizzata:ha forma ad S ma è meno inclinata della curva normale; tipica delle ipoacusie trasmissive ( hanno come unico problema il fatto che passa meno suono attraverso il sistema di trasmissione, quindi c’è un innalzamento di soglia puramente quantitativo e questo si traduce dal punto di vista dell’audiometria vocale nella necessità di una soglia maggiore per far sentire al pz queste parole, tutto il resto rimane uguale).

Curva parallela: presenta una deriva più o meno marcata ma ha morfologia ed inclinazione normali; ipoacusie trasmissive pantonali

Curva obliqua: presenta una maggior pendenza verso destra , questo incrinamento ci dice che la detezione rimane la stessa, la percezione ha bisogno di un pò più di forza, e la soglia di intellezione ha bisogno man mano di maggiore intensità per raggiungere il 100%.  È indice di lieve distorsione alle alte pressioni sonore ( cominciano ad esserci fenomeni cocleari, più intensità gli dò e più sono al limite tra fargli sentire meglio e innescare fenomeni distorsivi).

Curva a plateau: è molto obliqua e non raggiunge la soglia di intellezione e ad un certo livello di intensità diventa orizzontale (marcato recruitment). Quindi ci immaginiamo che pur partendo la una soglia sui 25dB in detezione e avendo una percezione al 50% discreta mi trovo, aumentando d’intensità, ad incorrere in questo problema, e cioè anche aumentando il volume non miglioro il risultato. Se aumento troppo il volume incorro in un fenomeno distorsivo, peggioro la qualità della parola quindi non si riesce a comprendere , e questo è tipico del danno cocleare.

Curva a cupola: simile alla precedente ma alle alte intensità ridiscende lievemente verso il basso.

Curva a roll-over: è caratterizzata da una notevole pendenza , da un breve plateau e da una caduta al livello 0%. E’ un fenomeno paradossale, arriva ad un certo punto, riesco a sentire un tot di parole, se aumento l’intensità c’è un peggioramento e torna man mano a valori più bassi di quelli che avevamo ottenuto (tipica delle ipoacusie retrococleari).