Il disequilibrio è uno dei sintomi isolati più importanti che peggiora la qualità della vita del paziente e,dopo mal di testa e mal di schiena, è uno tra i più comuni. La prevalenza è dipendente dall’età e chiaramente il peso è diverso da un punto di vista epidemiologico.
Esistono diverse definizioni di vertigine. Può, ad esempio, definirsi come “turbamento della sensibilità spaziale che deriva da una erronea sensazione di movimento del corpo o dell’ambiente circostante”.
Il disequilibrio è uno dei sintomi isolati più importanti che peggiora la qualità della vita del paziente e,dopo mal di testa e mal di schiena, è uno tra i più comuni. La prevalenza è dipendente dall’età e chiaramente il peso è diverso da un punto di vista epidemiologico.
Esistono diverse definizioni di vertigine. Può, ad esempio, definirsi come “turbamento della sensibilità spaziale che deriva da una erronea sensazione di movimento del corpo o dell’ambiente circostante”.
Presenta carattere rotatorio, costituito da sensazione di rotazione degli oggetti circostanti intorno alla propria persona (vertigine oggettiva) o della propria persona rispetto all’ambiente che la circonda (vertigine soggettiva).
La frase che più frequentemente viene riferita al medico è “mi gira la testa!”. È importante, innanzitutto, capire se si tratta di una vertigine vera oppure si tratta di altro. È questo il principio che deve guidare l’operatività del medico; se il paziente ha realmente una vertigine verrà incanalato verso un determinato iter diagnostico.
Una definizione più semplice e chiara di vertigine è quella per cui “la vertigine è definita come una allucinazione-illusione di movimento” (Jongkees, 1953).
Si ha la sensazione di muoversi quando in realtà si è fermi. E pertanto: la sensazione di rotazione del corpo o dell’ambiente è vertigine; la sensazione di oscillazione o ondeggiamento del corpo è vertigine; mentre disequilibrio con tendenza a cadere, leggerezza di testa, annebbiamento visivo, confusione, sentirsi venir meno NON è vertigine.
La vertigine è uno dei sintomi più importanti per influenza negativa sulla qualità della vita. La prevalenza è età dipendente (17-39%), molto più frequente in età adulta o geriatrica.
Si definisce dizziness quelle molteplici sensazioni di disorientamento spaziale e di instabilità sostenute da patologie organiche a carico di diversi sistemi (neurologico, vestibolare, visivo, propriocettivo, cardiovascolare, locomotore) o psichiche (ansia, depressione) o degli effetti collaterali da uso di farmaci.
Meccanismi alla base dell’equilibrio
La conservazione dell’equilibrio nelle diverse condizioni statiche e dinamiche richiede il perfetto funzionamento e coordinamento di:
1)Sistema sensoriale/sensitivo periferico, composto dall’apparato vestibolare-visivo-propriocettivo, ovvero quell’apparato che riceve le afferenze, cioè le informazioni che provengono dall’esterno e sono specifiche dei singoli sistemi e quindi , dall’apparato vestibolare relative all’orecchio, dall’apparato visivo che darà informazioni di spazio e dall’apparato propriocettivo grazie ai propriocettori neuromuscolari distribuiti in tutte le articolazioni (perfino nella pianta dei piedi) .
2)Sistema integratore centrale: laddove arrivano tutte queste informazioni, distribuito su diversi livelli e cioè: tronco-encefalo, cervello e corteccia. (Si ricordi che le zone sottocorticali integrano, a livello della corteccia, le informazioni in modo da avere la sensazione finale di posizione nello spazio, in questo caso specifico). Ha un ruolo fondamentale dovendo processare più canali di informazioni che arrivano e contribuoscono da una parte alla nostra percezione di equilibrio, di orientamento spaziale e anche della stabilizzazione dell’immagine. (arrivano informazioni: info dai recettori plantari,labirintici,somatosensoriali ,visivi,uditivi) ciò che esce da questa elaborazione è rappresentato dall’orientamento spaziale,dalla stabilizzazione dell’immagine e dalla percezione dell’equilibrio.
3)Sistema efferente: in parte ha funzione regolatrice, in parte ha funzione compensatoria delle risposte motorie finalizzate alla conservazione dell’equilibrio e al coordinamento delle funzioni a esso correlate (esempio, movimenti oculari). È, cioè, il sistema che esegue i compiti per stare in equilibrio, contrastando la forza di gravità, e quindi non cadere e permetterci di camminare, correre e adattarci a tutte le situazioni ambientali. Il sistema efferente è, inoltre, importante nel coordinare i movimenti oculari perché si riesce a vedere con chiarezza ed avere immagini non sfuocate e precise sulla retina grazie al collegamento del sistema oculare con quello vestibolare. Sono queste le due priorità del sistema efferente:
1. Contrastare la forza di gravità;
2. Consentire una visione chiara, adeguando i movimenti oculari con quelli della testa.
La perdita della funzione vestibolare, dal punto di vista sintomatologico, comporta non sempre in modo sincrono:
· Vertigine, nausea, caduta o rischio di caduta;
· Perdita di orientamento spaziale;
· Perdita dell’equilibrio(il pz non si regge in piedi);
· Alterazione della stabilità dell’immagine (non sempre, ma può esserci specie nelle fasi iniziali ed è legata al nervo ottico);
· Ridotto controllo autonomico(pressione,frequenza,ventilazione).
Il corretto funzionamento del labirinto posteriore è legato al fatto che questo sia un organo simmetrico (pari); perciò, non è necessario che vi sia una perdita completa della funzione vestibolare ma basta che vi sia una asimmetria di funzionamento del sistema, ovvero un danno, anche se non completo, di uno dei due labirinti. Il sistema, in pratica, funziona bene quando i due recettori sono in equilibrio, cioè funzionano allo stesso modo, ma qualora questi due recettori funzionassero in maniera qualitativamente e quantitativamente diversa ci sarebbe una perdita della funzione vestibolare.
Approccio ad un paziente che presenta vertigini.
Innanzi tutto proviamo a passare in rassegna le probabili cause di vertigini:
1)vertigini vestibolari periferiche che sono la maggior parte->95%(comprendono neuriti vestibolari che comprendono un deficit labirintico acuto,danno da trauma cranico,malattia di Ménière,da intossicazione,da infezione, la vertigine posizionale parossistica benigna. Meno frequente è la fistola perilinfatica, alcune alterazioni importanti del rachide cervicale e anche la vertigine fisiologica riscontrabile in chi soffre in mal d’auto o vertigini d’altezza anche se sono situazioni poco definite ;
2)vertigini conseguenti a turbe funzionali,bilancio elettrolitico,alterazione ipovitaminosiche,insufficienze surrenaliche,ridotta perfusione centrale e periferica,alterazioni da masse occupanti spazio specialmente nella fossa cranica posteriore ,malattie sistemiche del sistema nervoso centrale come la sclerosi multipla,vertigini sotto forma di aura come nelle epilessie ,vertigini emicraniche o cefalee sotto forma di vertigini e ad alterazioni della conduzione nervosa che sono vicine a vertigini in seguito a malattie psichiatriche anche se entriamo in un campo inesplorabile,vanno tenute in considerazione.
3)vertigini da input visivo alterato.
In sostanza possiamo avere una sofferenza vestibolare periferica,possiamo avere un problema da turbe visive,da deficit centrale o da cause psicologiche. Quindi qualsiasi deficit a livello di un qualunque punto dei sistemi coinvolti nel mantenimento dell’equilibrio può dare vertigini.
Come fare diagnosi:
è relativamente complesso e per dare una risposta esaustiva bisogna fare una diagnosi etiopatogenetica,funzionale quindi capire se sarà in grado di recuperare l’equilibrio , e topografica. L’approccio diagnostico si basa sulla storia clinica che da informazioni determinanti,l’anamnesi,lo studio del risultato di un sistema dell’equilibrio cioè postura e marcia. Queste cose le possiamo valutare sia con l’ausilio di determinati strumenti che senza.
Esistono anche i test vestibolari a più alto contenuto tecnologico : strumentari cinetici-il segnale è il movimento- e calorici il segnale è un artificio che consente di valutare il sistema senza sfruttare direttamente lo stimolo fisiologico. Poi abbiamo un grosso contributo che viene dall’elettrofisiologia : potenziali evocati uditivi e vestibolari ; l’imaging è determinante.
Abbiamo più livelli per l’approccio diagnostico:
1- storia clinica e valutazione bedside cioè la raccolta dell’anamnesi;
2- test strumentali;
3-test ancora più specialistici che sono quelli dipendenti dall’elettrofisiologia;
4-risonanza magnetica.
Punti chiave: raccolta anamnesi ,storia clinica e noi dobbiamo cercare di avere informazioni sul tipo di disturbo e comprenderne sull’andamento temporale: è episodica o continua? Come comincia? Ci sono fattori precipitanti,comorbilità? Sta prendendo farmaci ?tra gli effetti collaterali ci può essere la vertigine.
Tipo di disturbo: differenziare la vertigine falsa da quella vera e cercare di capire se è :
1)una vertigine vera o una instabilità posturale;
2)se è una vertigine soggettiva(il paziente si percepisce in movimento mentre l’ambiente è fermo) o oggettiva(il paziente vede l’ambiente girargli intorno).Tendenzialmente questa distinzione riporterebbe a pensare che la vertigine soggettiva dipende da cause non periferiche e quella oggettiva da cause periferiche ,anche se non è proprio sempre così;
3) se è vertigine o dizziness.