Pulizia dei denti professionale: tutto ciò che devi sapere

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Lavarsi bene i denti dopo ogni pasto e almeno due volte al giorno è fondamentale per ridurre al minimo gli interventi di pulizia professionale necessari a carico della nostra bocca.

La placca batterica è sempre pronta ad accumularsi in quei punti della bocca dove il nostro spazzolino fatica ad arrivare: in questi casi, essa ha il tempo di mineralizzarsi costituendo un deposito incrostato chiamato tartaro, molto resistente alla comune pulizia con lo spazzolino.
Se il tartaro non viene rimosso, porta a un incremento della placca attorno ai denti e può provocare dei disturbi gengivali.

Le consuete operazioni di igiene orale che tutti noi possiamo svolgere normalmente a casa permettono di eliminare facilmente i residui di cibo che permangono tra i denti.

La pulizia dentale permette di rimuovere i resti del cibo incastrati negli spazi fra i denti e i batteri depositati sullo smalto. Se questa pratica viene trascurata, queste particelle si mineralizzano nell’arco di 12-18 ore portando alla nascita dei primi accumuli di tartaro.

Perché occorre sottoporsi alla pulizia dentale professionale

Recarsi dal dentista per la pulizia dei denti può non essere piacevole, ma lo è indubbiamente se si pensa ai problemi che altrimenti si manifesterebbero trascurando con negligenza tale pratica.

Quando mangiamo i residui del cibo si accumulano nel cavo orale dove diventano preda dei batteri: specialmente sulla superficie dei denti si accumula uno strato di patina incolore incoraggiata dal permanere di particelle di cibo e dall’azione dei microrganismi.

Lavare i denti bene e frequentemente purtroppo non basta a far scomparire completamente il tartaro e la placca, poiché l’igiene orale con lo spazzolino non arriva al punto di rimuovere la placca e il tartaro che si depositano al di sotto delle gengive e negli anfratti dove lo spazzolino non giunge facilmente.

Zuccheri e placca presenti in bocca conducono alla produzione di acidi ed enzimi che erodono lo smalto dentale attivando il processo carioso. La carie si manifesta all’incirca nell’arco di sei mesi, perciò recarsi dal dentista per la pulizia dei denti almeno una volta per semestre riduce di molto la possibilità che essa possa propagarsi.

Le carie sono fenomeni purtroppo asintomatici nella fase iniziale, perciò non è possibile basarsi sull’avvertimento del dolore per bloccarne il decorso prima che si diffonda. Bisogna invece agire in via preventiva per impedire che i processi che conducono alla parodontite giungano a pieno compimento.

La pulizia dei denti professionale consente di rimuovere placca e tartaro impedendo ai batteri di trovare un terreno fertile alla loro diffusione, e di provocare fenomeni spiacevoli quali infiammazioni e sanguinamenti. L’igiene dentale professionale permette di prevenire la gengivite, di ottenere denti più lucidi e bianchi, di rafforzare e rendere meno sensibile la superficie dei denti e di scongiurare efficacemente le parodontiti e i fenomeni che danneggiano le gengive.

In ogni caso le sedute di igiene dentale non sostituiscono affatto le buone pratiche di pulizia quotidiana da esercitare almeno due volte al giorno con un dentifricio al fluoro per ridurre l’accumularsi di placca.

Quante volte l’anno bisogna sottoporsi alla pulizia dei denti?

La pulizia professionale dei denti è una ricorrenza alla quale ciascuno di noi dovrebbe sottoporsi almeno due volte l’anno. Questa operazione serve infatti a eliminare i residui di placca e tartaro per scongiurare l’insorgere di parodontiti e altre patologie del cavo orale.

Abbiamo parlato di una volta ogni sei mesi, ma in realtà dovrebbe essere l’igienista dentale che segue il paziente a individuare quanto frequentemente quest’ultimo dovrebbe sottoporsi alla pulizia dei denti, tenuto conto del quadro clinico attuale e della situazione medica pregressa.

Ad esempio, nel caso si parli di paziente che soffrono frequentemente di gengiviti, parodontiti oppure di altre malattie infiammatorie, il dentista potrebbe suggerire di sottoporsi alla pulizia dei denti una volta ogni 3 mesi anziché 6.

Come avviene la pulizia dei denti

La seduta di igiene dentale in genere dura da mezz’ora a un’ora, anche se la durata varia in base allo strato di placca e tartaro da rimuovere. Nel corso del trattamento l’igienista si occupa di individuare e rimuovere la placca e il tartaro che si annidano negli spazi dei denti.

La pulizia dentale permette di eliminare le macchie dentali per mezzo di una pasta abrasiva e di un getto di acqua e bicarbonato che, impiegati congiuntamente, ripuliscono la superficie dentale.

Dopo la pulizia delle arcate dentali comincia la fluoroprofilassi, per mezzo delle mascherine al fluoro finalizzate a rimineralizzare lo smalto dentale: tale processo serve a evitare l’erosione dello smalto e a rendere i denti più resistenti all’azione dei batteri. Si può inoltre aggiungere un gel per ridurre la sensibilità eccessiva dei denti per i pazienti che soffrono di questo problema.

Al termine del trattamento il paziente deve sciacquarsi la bocca per rimuovere i resti della pasta e attendere almeno un’ora prima mangiare.

L’igienista dentale in genere offre anche consigli pratici su come valorizzare le operazioni quotidiane di lavaggio dei denti per renderne gli effetti più efficaci possibile.

La pulizia dei denti fa male?

Molto volte avrai sentito le persone interrogarsi se la pulizia dei denti faccia male o meno.

Se il paziente si sottopone alla pulizia professionale dei denti con una frequenza regolare, ad esempio due volte l’anno, il fastidio è molto contenuto perché richiederà minore impegno per rimuovere gli accumuli – non eccessivi – di placca e tartaro.

In caso contrario, sei si attende molto tempo prima di dedicarsi alla seduta di igiene dentale, la durata e il dolore possono crescere di conseguenza perché eliminare tartaro e placca si rivelerà più laborioso e occorrerà spingersi fino al solco gengivale. Curare con regolarità l’igiene dei propri denti significa evitare spiacevoli fenomeni di sanguinamento gengivale, dolore e gonfiore.

In genere comunque l’ablazione del tartaro non prevede né anestesia né particolari accorgimenti per ridurre il dolore, salvo determinati casi di ipersensibilità ai quali l’igienista può porre rimedio facilmente.