TETANO: E’ prodotta da Cl. Tetani, l’agente eziologico del tetano. La tossina è unica. Questi batteri sono strettamente anaerobi e a contatto con condizioni avverse, come per esempio il contatto con l’aria ambiente, sporulano. Il tetano è un malattia conosciuta da moltissimo tempo perché i sintomi sono molto eclatanti: contrattura muscolare sporadica e generalmente a […]
Archivio Categoria: Patologia Generale
La Patologia Generale è una disciplina che studia le cause e i meccanismi determinanti le alterazioni fondamentali delle strutture e delle funzioni dell’organismo.
Le alterazioni delle strutture vengono studiate mediante indagini morfologiche, mentre le alterazioni delle funzioni vengono studiate mediante indagini biochimiche e funzionali. Poiché la disciplina si occupa di alterazioni rispetto ad una norma, il suo studio scolastico va intrapreso dopo aver acquisito le competenze di morfologia e fisiologia normali.
Quando lo strumento di indagine medica più fine era il microscopio, la Patologia Generale insegnava a riconoscere le lesioni elementari, e si poneva come introduzione all’Anatomia Patologica. Lo sviluppo delle conoscenze biologiche con la diffusione di indagini biochimiche e genetiche ha determinato una rielaborazione in senso moderno della Patologia Generale. Se la malattia è il risultato di squilibri di meccanismi omeostatici, allora essa, qualunque ne sia la causa, può essere ricondotta a modelli generali, e cioè al fatto che tutti i processi morbosi hanno alcuni principi comuni. Lo studio di questi principi comuni ha fatto sì che la Patologia divenisse veramente “generale”.
Dal punto di vista didattico un ruolo oggi particolarmente importante della Patologia Generale è quello di enfatizzare i principi di base piuttosto che gli ultimi dettagli specifici scoperti, soprattutto davanti a frequenti “sovraccarichi di dati sperimentali di dettaglio” che comunque diventano obsoleti in pochi anni, a differenza dei principi funzionali di base che hanno una vita media più lunga.
tumor necrosis factor. Ne esiste uno alfa α e uno beta β, questo fattore è responsabile della cachessia che abbiamo nei portatori di tumori. Ø TNF α: induce la produzione di citochine e attiva gli endoteli Ø TNF β: potenzia l’attività fagocitarla Causa anche necrosi o meglio apoptosi.
Hanno azione antivirale, e anche di attivare macrofagi e altre cellule dell’infiammazione, comprese le cellule endoteliali.
Vasodilatazione PGE2, PGI2, PGD2, TXA
Sono molecole instabili derivate da fosfolipidi di membrana (Fosfatidilcolina) ai quali l’enzima Fosfolipasi-A2 ha staccato una molecola di acido arachidonico, successivamente processata dall’enzima Ciclossigenasi.
Sono molecole prodotte dai granulociti neutrofili e anch’essi sono derivati da acido Arachidonico staccato da Fosfolipasi-A2 ai lipidi di membrana (Fosfatidilcolina), ma processato dall’enzima 5-Lipolissigenasi. I leucotrieni sono implicati nei processi infiammatori, di immunità e anche nelle allergie.
Lo scopo dell’essudato è quello di far intervenire nel minor tempo possibile le molecole e le cellule necessarie per contrastare la carica batterica infettante. A seconda delle caratteristiche istologiche e macroscopiche viene diviso in 4 tipi:
Definizione: i mediatori chimici Endogeni, sono molecole generate e/o liberate in un focolaio infiammatorio per modulare la risposta infiammatoria. La risposta a uno stesso mediatore non è univoca ma ha effetti diversi in situazioni diverse. I mediatori derivano da sistemi multimolecolari presenti nel sangue, o da cellule dove possono essere preformati e raccolti in vacuoli […]
Se una cellula riceve un insulto, o è sofferente per mancanza di nutrienti, o subisce la denaturazione di strutture molecolari vitali va in contro a processo di oncosi. Se lo stimolo persiste oltre il punto di non ritorno, il processo evolve in necrosi.
La infiammazione di tipo granulomatoso ha peculiari caratteristiche morfologiche. Macrofagi, linfociti B e T, cellule epitelioidi (cellule derivanti da monociti che istologicamente assomigliano a cellule epiteliali) possono disporsi in strutture tondeggianti attorno all’agente scatenante, formando noduli visibili anche macroscopicamente.