Dalla Precancerosi al Cancro
Sono sempre più numerosi i tumori maligni diagnosticati allo stadio 4 e sempre meno frequenti le neoplasie riconosciute come tali allo stadio 1.
PRECANCEROSI
Definizione secondo la OMS la precancerosi è rappresentata da tessuti morfologicamente alterati nei quali vi è una maggiore possibilità di insorgenza di cancro rispetto i tessuti limitrofi apparentemente normali.
Sono sempre più numerosi i tumori maligni diagnosticati allo stadio 4 e sempre meno frequenti le neoplasie riconosciute come tali allo stadio 1.
PRECANCEROSI
Definizione secondo la OMS la precancerosi è rappresentata da tessuti morfologicamente alterati nei quali vi è una maggiore possibilità di insorgenza di cancro rispetto i tessuti limitrofi apparentemente normali.
La precancerosi è comunque un tessuto morfologicamente alterato, c’è una possibilità in termini percentuali, di insorgenza del cancro. Ci sono precancerosi vere o obbligate in base alla loro potenzialità di trasformazione. Qualsiasi lesione precancerosa è alla base di un processo che provoca un tumore maligno.
Step:
precancerosi -> carcinoma in situ -> carcinoma microinvasivo -> tumore invasivo stromale -> invasione profonda con metastasi linfonodali e altre metastasi
Qual è la differenza tra CA in situ e CA microinvasivo? C’è una barriera, che è la membrana basale la quale viene infiltrata dal CA microinvasivo e non da quello in situ.
Si valutano 5 strati:
Strato superficiale ( che si distingue in cheratinizzato vero e pellucido), granuloso ( perché nelle cellule ci sono tanti granuli), spinoso, basale( che è lo “strato critico”, sotto lo strato basale infatti c’è una barriera, la membrana) e poi c’è il connettivo.
Il tumore si diffonde per contiguità, per via ematica, per via linfatica.
L’alterazione strutturale parte dallo strato superficiale e man mano discende. Che tipo di disordine è la precancerosi? È un disordine potenzialmente maligno, ovviamente il termine potenziale è relativo alla percentuale di trasformazione di questa lesione in cancro.
Come possono essere le precancerosi?
– Facoltative:
– Leucoplachie
– Cheiliti
– Lichen planus
– Ulcera da decubito
– Papilloma
– Nevi
– Vere:
– Candidosi cronica iperplastica
– Papillomatosi orale cronica
– Obbligatorie:
– Morbo di Bowen ( CA in situ) che si può ritrovare anche nelle donne in area periareolare sulla mammella
– Eritroplasia
Le obbligatorie già sono CA in situ. Se effettuate una biopsia su questo tessuto (prelevate la lesione per intero o solo parzialmente) e avete come diagnosi “eritroplasia” è già un carcinoma.
LEUCOPLACHIA
È la lesione più comune. Il termine deriva dal greco “Leucos” (chiaro) e plachè , macchia placca, è quindi una chiazza bianca non caratterizzabile in un’altra lesione dal punto di vista clinico e istopatologico. E’ dunque una chiazza, una placca bianca per la quale è stata esclusa inequivocabilmente un’associazione con una patologia o un disordine che conduca ad un aumentato rischio di cancro.
Ispezione del cavo orale: la chiazza bianca può essere localizzata diffusa bilaterale . E’ possibile riscontrare questa condizione anche in altre mucose, ad esempio le mucose genitali. Non allarmate molto i pazienti, perché andranno su internet a cercare ed è la fine.
Come può essere la chiazza bianca?
Omogenea, non omogenea, verrucosa, variegata, fissurata, ulcerata, erosiva.
Omogenea: clinicamente parlando ci preoccupa di meno rispetto quella erosiva. La erosiva infatti nel 50-60% dei casi evolve in una lesione maligna, mentre quella verrucosa evolve nel 15% de casi.
ERITROLEUCOPLACHIA
È una forma mista ( bianca e rossa) , che è già un carcinoma in situ. L’esame istologico del prelievo ci dice che si trasforma in eritroplasia.
Ricapitolando, le caratteristiche cliniche fanno si che il nostro approccio cambi:
un paziente con eritroleucoplachia è un paziente che bisogna vedere spesso, è necessario ripetere la biopsia perché il rischio di trasformazione aumenta. La percentuale di trasformazione è l’1% annuo, però essendo molto comune il numero di carcinomi è elevato.
Vengono ora mostrati dei criteri di certezza, dei lavori scientifici, che ci consentono di avere un algoritmo diagnostico per le lesioni. Anche qui c’è una trasformazione maligna, però è minore, la letteratura ci dice 0,5% annuo. Anche in questo caso vale l’iter diagnostico di prima: anamnesi, ispezione, palpazione e poi biopsia.
Trattamento: essendo una patologia su base immunitaria si dà un immunosoppressore per modulare gli anticorpi contro questa malattia sistemica (corticosteroidi). non c’è trattamento chirurgico alla base.
ERITROPLACHIA
Chiazza rosso fuoco non caratterizzabile in altre condizioni dal punto di vista clinico ed istopatologico.
È tra le lesioni che hanno una maggiore tendenza alla trasformazione maligna, molte volte è mal distinguibile all’interno del cavo orale, quindi bisogna confrontare con la parte controlaterale sana.
Vale lo stesso algoritmo diagnostico di prima, però in questo caso andate a bioptizzare nell’immediato. La biopsia deve essere effettuata il più presto possibile
La maggior parte di queste lesioni evolve verso una forma maligna. L’età di comparsa è di solito medio bassa. Esistono delle varietà istologiche e istopatologiche (tipi clinici):
·Superficie piana, depressa, liscia, granulare
Una volta eseguita l’ispezione, si procede con la palpazione: palpate queste mucose manualmente ( bimanuale, bi digitale).
LICHEN (ruber) PLANUS
È una malattia muco cutanea infiammatoria cronica in cui si riconosce un disordine immunologico.
Sicuramente è una lesione più benigna della precedente che deve essere comunque diagnosticata e trattata. È una condizione più che una lesione perché è una malattia coinvolge non solo la mucosa orale, vaginale, dei genitali ma anche del mantello cutaneo e viscerale. È una condizione ben più ampia.
Forme cliniche e istologiche:
-lichen reticolare, – atrofico, -erosivo, -bolloso
Sono tutte risposte cliniche all’insulto immunitario delle mucose. Cosa bisogna valutare all’anamnesi del paziente? La presenza di patologie immunitarie! Si fa la biopsia e potete avere la diagnosi di certezza, data la presenza dell’infiltrato linfomonocitario che è patognomonico.
Rischio di trasformazione neoplastica : 0,5% annuo
CHEILITE ATTINICA
Lesione ulcerativa, a volte crostiforme, della mucosa del vermiglio e del labbro inferiore.
La causa della cheilite sono i raggi uv solari, ecco perché è comune in pazienti che lavorano all’aria aperta ( agricoltori, marinai)
Come si presenta? Il labbro inferiore è atrofico ( sia all’ispezione che alla palpazione), di aspetto lucido con/senza fessurazioni, con pieghe e si estende su tutto il vermiglio.
Cosa vediamo con il prelievo bioptico? L’epitelio sarà ipercheratosico, atrofico con sostituzione di collagene con elastina. Anche in questo caso è necessario il follow up, in quanto molte cheiliti si trasformano.
Trasformazione
Leucoplachia: 3-30%
Eritroplachia: 90%
90% vuol dire che quella lesione si trasforma in carcinoma, si deve solo aspettare.
PRECANCEROSI:
-> Significato -> Diagnosi Clinica -> Ausilio diagnostico
Dilemmi: -Prognosi -Terapia