Patologie Delle Ghiandole Salivari

Patologie Infiammatorie delle ghiandole salivari

Le patologie infiammatorie delle ghiandole salivari sono classificate in:

  • Scialodochiti: se interessano i dotti salivari
  • Scialoadeniti: se interessano tutta la ghiandola.

A loro volta possono essere classificatein primitive o secondarie, e in base alle modalità di insorgenza in acute e croniche.

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Le scialodochiti

Le scialodochiti acute

Le scialodochiti acute sono dei processi infiammatori acuti a carico dei dotti escretori delle ghiandole salivari. Quella più colpita è la sottomandibolare, per motivi anatomici (per la sua sede nel pavimento della bocca). L’eziopatogenesi è legata alla virulenza della flora microbica presente nel cavo orale, alla possibilità di penetrazione di un corpo estraneo nel dotto, all’eventuale ostruzione del dotto (calcolosi) e a traumi. Da un punto di vista anatomo patologico possiamo distinguere due forme, che sono una l’evoluzione dell’altra, la forma fibrinosa e quella purulenta. La 1a fase è rappresentata da quella fibrinosa, che è caratterizzata da segni di flogosi, di iperemia, formazione del tappo fibrinoso che occlude il lume, con conseguente ritenzione salivare. Da un punto di vista obiettivo il dotto sarà tumefatto, arrossato e con fuoriuscita di una saliva densa e viscosa. Può essere asintomatica oppure manifestarsi con dolori violenti ( colica salivare), generalmente regredisce spontaneamente per espulsione del tappo fibrinoso. La 2a fase è quella purulenta che è caratterizzata dalla fuoriuscita di un essudato purulento e quindi sarà accompagnata da una manifestazione di tipo algico (colica salivare). In questo caso la terapia sarà antibiotica, con antisettici orali.

Le scialodochiti croniche

Le scialodochiti croniche sono generalmente caratterizzate da ispessimento per iperplasia dell’epitelio; non si presentano come entità autonome ma si accompagnano ad un processo scialoadenitico.

Le scialoadeniti

Le scialoadeniti sono dei processi infiammatori che interessano tutta la ghiandola; possono essere suddivise in primitive e secondarie, acute o croniche.

Le scialoadeniti acute primitive

Tra le scialoadeniti acute primitive quelle infettive sono le più rappresentative, in questo caso la più frequente è la parotite virale epidemica, causata da un virus ad RNA monofilamento che fa parte della famiglia dei paramyxovirus, caratterizzata da un periodo di incubazione di 20 giorni circa per poi regredire spontaneamente in 10-12 giorni. Si manifesta con febbre, tumefazioni parotidea (spesso bilaterale), caratterizzata da senso di tensione e dolore. La terapia è sintomatica con antipiretici e analgesici. E’ importante perché può dare complicanze extraparotidee fra cui meningoecenfaliti, orchiti, ovariti, diabete.

Tra le forme virali non dimenticate quella da citomegalovirus. E’ un’altra di quelle bestie virali che possono coinvolgere più ghiandole, ma in questo caso quando beccano la partide hanno già beccato altre ghiandole.

Il cytomegalovirus è un herpesvirus. Una parotite da cytomegalovirus va in quadrata nell’ambito di una malattia generalizzata, quindi febbre, ittero, epatosplenomegalia, linfoadenomegalia con faringite. In questo caso la terapia è sintomatica.

Abbiamo le forme batteriche causate in genere dallo Stafilococco aureo e si verifica soprattutto nei soggetti immunodepressi e nei soggetti affetti da calcolosi salivare, quindi con ristagno della saliva.

Questa forma batterica colpisce soprattutto le parotidi, e prevalentemente è monolaterale. Si manifesta con i segni dell’infiammazione (febbre e tumefazione). In questo caso la terapia è data dall’associazione di antinfiammatori e antibiotici.

Un’altra forma di scialoadenite acuta è quella da iodismo, causata da una rara reazione alla introduzione di mezzo di contrasto iodato, perché lo iodio si concentra per lo più nelle parotidi rispetto alle concentrazioni che si rivelano nel plasma. Questo determina infiammazione edematosa dei dotti con ostruzione e quindi infiammazione della ghiandola stessa.

Le scialoadeniti acute secondarie

Le scialoadenite acute secondarie a fattori patologici preesistenti locali, quindi scialodochiti oppure su base sistemica come malattie infettive. Sono caratterizzate dai segni di infiammazione (dolore, tumefazione e febbre). Quindi possono essere dovute a scialodochiti per diffusione ascendente del processo, quindi dal dotto al parenchima ghiandolare, possono essere secondarie a malattie infettive sistemiche quindi raggiungono la ghiandola per via ematica, linfatica o per contiguità oppure possono essere secondarie a terapia radiante.

Le scialoadeniti croniche primitive

Le scialoadeniti croniche primitive sono rappresentate dal tumore di Kuttner o anche nota come scialoadenite cronica sclerosante. Quest’ultima è una malattia fibro-infiammatoria, che interessa soprattutto la ghiandola sottomandibolare, con infiltrazione linfocitaria del tessuto connettivo, da cui deriva la sclerosi. E’ una malattia probabilmente su base immunitaria, quindi si presenta soprattutto nei pazienti di mezz’età in particolar modo nel genere maschile. Si manifesta con tumefazione poco dolente con scarsa fuoriuscita di saliva, perché la sclerosi crea ostruzione. La terapia si basa su anti-flogistici ed eventualmente antibiotici.

Le scialoadeniti croniche secondarie

Le forme croniche secondarie caratterizzate da un aumento di volume della ghiandola che è poco mobile rispetto ai piani superficiali o profondi, con riduzione della secrezione salivare per fibrosi e che sono secondarie ad altri processi patologici, quali scialodochiti croniche, cronicizzazione di forme acute, malattie sistemiche, scialolitiasi e processi traumatici o neoplastici.

Le scialoadeniti croniche sclerosanti

L’altro gruppo importante di scialoadenopatie croniche sono quelle sclerosanti, come la malattia di Mikulicz, che è una scialoadenosi di natura immunitaria con ipertrofia della ghiandola che se associata a leucemia linfatica o al morbo di Hodgkin si definisce sindrome Mikulicz. Rientra in queste malattie la sindrome di Heerfordt, caratterizzata dall’associazione con uveite e paralisi del facciale, che si manifesta in corso di sarcoidosi.

La sindrome di Sjogren

La sindrome di Sjogren è una malattia infiammatoria cronica su base autoimmune, causata dalla distruzione delle ghiandole esocrine ad opera dei linfociti T. Colpisce soprattutto le donne. I segni e i sintomi sono prevalentemente la xerostomia e la xeroftalmia, ovvero la secchezza delle mucosa orale che porta disfagia e infezioni della mucosa, e secchezza oculare che può causare cheratocongiuntivite.

Diagnosi sulla sindrome di Sjogren

La diagnosi si basa su test di laboratorio con dosaggio degli anticorpo anti-antigene nucleare estraibili, elettroforesi delle proteine, test di Schirmer (test della lacrimazione), biopsie del labbro inferiore (per valutare la xerostomia).

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