Sistematica
Oggetto diretto degli studi zoologici e botanici sono gli individui, che di per se stessi possono essere considerati come la realtà concreta della Biologia. Quando si prendono in considerazione i caratteri che individui possono avere in comune, si ha la possibilità di raggrupparli in categorie denominate specie.
Queste vengono artificialmente riunite in categorie superiori le quali, in ordine successivo, sono: genere, famiglia, ordine, classe, tipo; ognuna di esse può comprendere rispettivamente: sotto-genere, sotto-famiglia, sott’ordine, sottoclasse, sotto-tipo. I tipi o Phyla, che sono i raggruppamenti più vasti, secondo il criterio sistematico più attuale, nel Regno animale,
sono: Protozoi (animali unicellulari), Poriferi (animali col corpo cosparso di “pori inalanti”), Celenterati (animali aventi una cavità generale comune detta “celenteron”), Ctenofori (animali che, ai fini del movimento, presentano delle coste con serie di pettini), Platelminti (vermi piatti), Nematelminti (vermi cilindrici), Elmintidii (tipo poco naturale creato per raggruppare gli animali che non possono essere assegnati né ai vermi né agli animali superiori), Anellidi (animali con corpo suddiviso in anelli), Artropodi (animali con piedi articolati), Molluschi (animali con corpo molle), Echinodermi (animali con dermascheletro calcareo) Cordati (animali muniti di corda dorsale).
I tipi dai Poriferi in poi sono metazoi (animali pluricellulari). In verità la classificazione riportata da alcuni trattati attuali non annovera i tipi dei Nematelminti e degli Eschelminti, preferendo costituire gruppi diversi da essi; ma forse non sarebbe male ripristinarli. Il genere nasce quando risulta possibile riunire specie che sono vicine le une alle altre nel senso cioè che esse si distinguono soltanto per caratteri poco importanti. il genere pertanto si può definire come un raggruppamento di specie aventi una comune origine filogenetica, e che, in base a valutazioni di determinati fattori, viene distinto da altri raggruppamenti.
Tuttavia, anche quando si voglia perseguire una sistematica rigorosa, la nozione del genere rimane spesso nell’ambito della valutazione soggettiva, e non si appoggia su criteri ben definiti. Giova pertanto precisare che non esiste alcuna regola precisa per la riunione in generi degli animali (come pure delle piante). E’ chiaro che per i raggruppamenti superiori (famiglia, ordine, classe, tipo) possono valere le stesse considerazioni.
Carlo Linneo fu il creatore del modo con cui andassero indicati i generi e le specie; egli appunto stabilì che dovessero essere impiegati due termini: quello generico e quello specifico. Un terzo termine può essere eventualmente impiegato quando vi siano elementi per la creazione di una sottospecie. Cosi, ad esempio, possiamo avere: Homo sapiens (la specie umana), in cui Homo è il termine che indica il genere, sapiens quello che indica la specie.
Ed ancora: Phasianus colchicus formosanus, in cui il primo termine indica il genere, il secondo la specie, il terzo la sottospecie. Al genere ora appartiene una sola specie, come nel caso di Homo, ora appartengono due o più specie; cosi al genere Phryganea si ascrivono le due specie: grandis e striata; al genere Phoronis le quattro specie: architecta hipocrepia, mülleri, psammophila. Per lo più all’indicazione della specie é bene far seguire, in forma abbreviata, il nome dell’Autore che l’ha denominata; cosi é bene scrivere Homo sapiens L., in quanto Linneo indicò per primo in tal moda la specie umana.
é infrequente che, a seconda di punti di vista di vari studiosi, una stessa specie venga indicata, e nel nome generico ed in quello specifico, o soltanto in uno dei due, in maniera differente; in questo caso si, parla di sinonimia; ad esempio Ascaris megalocephala, viene pure indicata come Parascaris equorum.