Esame Obiettivo Addome Cavallo

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Ispezione addome del cavallo

Ci si pone dietro al soggetto e prendiamo in considerazione la forma ed il volume. Per osservare le variazioni di forma dell’addome in relazione alla posizione del corpo, i piccoli animali vengono disposti in posizione eretta, seduti, decubito laterale e dorsale. In condizioni fisiologiche le alterazioni del volume e della forma dell’addome possono variare in base alla razza, all’età, all’alimentazione, alla gravidanza, ecc..

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In condizioni patologiche le alterazioni del volume e della forma dell’addome sono dovute a raccolta di gas e di alimento nell’intestino, ingrossamento del fegato della milza, tumori (in questi casi ponendo il soggetto in posizioni diverse la forma rimane invariata); presenza di liquido in cavità peritoneale (idrope ascite, pericardite cronica: ponendo il soggetto in diverse posizioni cambia anche la forma dell’addome) e nella cavità degli organi endo-addominali (vescica abnormemente ripiena, piometra, idrometra: le variazioni di forma vengono impedite dalle pareti degli organi e dalle anse intestinali adiacenti l’organo). Molto importante ai fini diagnostici sono le variazioni di forma a seconda della posizione che si fa assumere all’animale. In posizione seduta diviene prominente la regione ipogastrica, in posizione supina quella dei fianchi, mantenendo il soggetto sugli arti anteriori quella epigastrica.

Le raccolte di gas nello stomaco del cavallo

Le raccolte di gas nello stomaco ed intestino (meteorismo) determina aumento di volume dell’addome specialmente nelle regioni superiori. Nel meteorismo ruminale la fossa del fianco scompare e può sporgere così tanto da sopravanzare la tuberosità iliaca. La raccolta di gas in cavità peritoneale inseguito a lacerazione gastrica o intestinale, o peritonite purulenta icorosa, è caratterizzata da un aumento di volume bilaterale ed uniforme. Nel cavallo possiamo riscontrare, lungo la linea alba, una tumefazione edematosa, fredda, indolente (edema da stasi). Diminuzioni di volume dell’addome sono dovute alla diminuzione del contenuto gastro-intestinale, a diarrea profusa, a contrazione dei muscoli addominali nel tetano, peritonite acuta, processi dolorosi a carico degli arti posteriori.

Palpazione

Con la palpazione nei grossi animali vogliamo andare a valutare la tensione delle pareti addominali. Nei piccoli animali oltre a valutare la tensione della parete possiamo palpare lo stomaco, l’intestino, la milza, il fegato e la vescica. Per il cavallo ci si pone di fianco all’animale con il viso rivolto verso il quarto posteriore, e appoggiando una mano sul dorso, con l’altra andiamo ad esercitare in vari punti dell’addome una compressione che aumenti dolcemente. Nei piccoli animali la palpazione si può fare con entrambe le mani, con l’animale in piedi, in decubito laterale e dorsale. In queste due ultime posizioni è consigliato flettere gli arti posteriori verso il torace in modo da ridurre la tensione della parate.

La succussione nell’analisi del cavallo

Un particolare esame dell’addome è la succussione: si pone il piatto della mano su un lato dell’addome, e si imprime con l’altra mano dei colpetti sul lato opposto; in presenza di liquido in cavità peritoneale si avrà un onda che andrà a colpire la mano ferma. In condizioni fisiologiche variazioni della tensione della parete addominale sono dovute alla razza, al tipo di alimentazione, all’età, alla gravidanza, stato di nutrizione. In condizioni patologiche variazioni della tensione della parete addominale si riscontrano nella peritonite, nel meteorismo dell’intestino, nella gastoenterite acuta, nel tetano. Diminuzione di tensione si ha in seguito a digiuno prolungato o intensa diarrea. Si parla di peritonismo quando l’aumento della tensione addominale non è dovuta ad un infiammazione del peritoneo, ma a fatti dolorifici degli organi endoaddominali (meteorismo, gastroenterite acuta, coliche, endometrite acuta ecc..) Se la palpazione provoca dolore il soggetto cercherà di sottrarsi, calcerà contro la parete addominale, emetterà gemiti e morderà. Nei carnivori effettuando una compressione sull’epigastrio e ipocondri, si potrà porre in rilievo una dolorabilità (gastrite) o un aumentata consistenza (tumori), uniforme (replezione) o circoscritta (corpi estranei). Il meteorismo gastrico in questi animali è caratterizzato da aumentata tensione della parete addominale inferiore in corrispondenza dell’epigastrio e dell’ipocondrio di sinistra, e da una risonanza timpanica alla percussione. Mediante l’esame radiografico si possono evidenziare corpi estranei, o con l’aiuto di mezzi di contrasto si possono evidenziare alterazioni anatomiche dell’organo come, stenosi del piloro, ulcerazioni, dilatazione. Negli animali sani il pacco intestinale si percepisce come una massa che offre alla palpazione una resistenza uniforme. Negli animali con pareti addominali sottili è possibile apprezzare le anse intestinali che si sentono come cordoncini pastosi, elastici, facilmente spostabili. Solo nel colon discendete, che immette nel retto, si possono riscontrare in condizioni normali la presenza di feci, pastose, a forma cilindrica.

Se palpando l’intestino abbiamo una dolorabilità più o meno diffusa allora abbiamo una enterite acuta o sub-acuta, se circoscritta abbiamo un corpo estraneo, un invaginamento od attorcigliamento. Nei cani vecchi o alimentati con un eccessiva quantità di ossa possiamo riscontrare una costipazione del colon discendente. Alla palpazione questo verrà percepito come un grosso cordone, duro, con superfìcie irregolare, situato sulla linea mediana e spostabile solo oralmente perché caudalmente si continua nel retto. I corpi estranei si soffermano generalmente nel tenue, e possono essere apprezzati solo se di consistenza dura. Per avere una conferma è necessario cambiare di posizione al soggetto in modo da far spostare il corpo estraneo o effettuare un esame radiografico. L’invaginamento dell’intestino nel cane si apprezza come un cordone di consistenza carnosa, dolente, spesso duro e spostabile, se non a carico del colon.

La percussione nell’analisi del cavallo

Avremo una risonanza sopra-chiara, timpanica, oppure sub-ottusa od ottusa a seconda che la parete addominale è a contatto con intestini ripieni d’aria o con organi solidi o tratti gastro-intestinali costipati. Normalmente le regioni superiori e medie hanno una risonanza rispettivamente timpanica e soprachiara, che proseguendo verso la linea alba diventa quasi ottusa. Nei versamenti peritoneali del cane percuotendo l’addome dalla regione del fianco vero la linea alba in più punti, potremo percepire una zona di ottusità nelle regioni inferiori, delimitata superiormente da una linea orizzontale.

Ponendo il corpo del soggetto in una posizione diversa, la zona di ottusità si sposterà rimanendo sempre nelle parti più declivi. Nel cavallo invece poiché le anse intestinali non galleggiano nel liquido e possono venire a contatto con la parete addominale, non si ha una linea orizzontale e continua delimitante la zona ottusa, ma abbiamo una zona ottusa interrotta da aree timpaniche e superiormente delimitata da una linea irregolare. Auscultazione: si pratica nel cavallo, più raramente nel cane. Negli equini serve a valutare la peristalsi intestinale. Ci si pone di fianco all’animale, con il viso verso il treno posteriore, e si poggia sulla parete addominale destra e sinistra, o l’orecchio o il fonendoscopio per 2-3 minuti poiché i borgorigmi sono interrotti da alcune pause. Il rumore del tenue è a tonalità alta, mentre il rumore del grosso intestino è a tonalità bassa. Con l’auscultazione possiamo stabilire se i borgorigmi sono aumentati (nei lievi stati irritativi e infiammatori superficiali della mucosa dell’intestino), diminuiti (costipazione) o assenti (gravi processi infiammatori dell’intestino, peritonite, cambiamenti di posizione dell’intestino). In rapporto al timbro i borgorigmi sono: guazzanti, gorgoglianti, anforici, metallici. Questo ci aiuta a capire le caratteristiche fisiche del contenuto intestinale (se è più liquido, solido o gassoso). Un particolare rumore di goccia che cade da una certa altezza su di un piatto metallico, si ode di frequente nel meteorismo intestinale.

Esame dell’ano e zone limitrofe del cavallo

Prima di effettuare l’esplorazione rettale andiamo a valutare l’ano e le zone limitrofe. Possiamo evidenziare, in seguito a diarrea, la presenza di feci nelle zone limitrofe l’ano; proglottidi di tenia possono pendere dall’ano del cane; possiamo evidenziare melanomi nei cavalli o carcinomi nei cani; prurito intenso anale per la presenza di coccidi; il rilassamento dell’ano in seguito ad un intensa diarrea nei cani giovani, vitelli, suinetti; paralisi dell’ano in seguito a malattie del midollo spinale; l’ano beante nei soggetti anziani; prolasso del retto la cui mucosa si presenta tumefatta, ulcerata e arrossata.

Esplorazione rettale del cavallo

Con la palpazione attraverso la parete rettale si riesce nei grossi animali ad esaminare la maggior parte degli organi addominali. Questo esame non deve mai essere omesso nelle coliche, perché soltanto esso ci permetterà di emettere una diagnosi precisa.

Morfologia interna dell’addome del cavallo

  • Retto: entrando con la mano nell’ampolla rettale si sentono i premiti opposti all’ingresso, si osserva se contiene feci e si apprezzano eventuali lesioni della parete.
  • Piccolo colon: ha la grandezza di un braccio costituito da anse irregolari, che si trovano a destra, sinistra, davanti e nel bacino. Contiene normalmente le scibale (le feci a forma di scibale si trovano solo in questo tratto dell’intestino).
  • È spostabile.
  • Grande colon: è possibile palpare la metà posteriore sia del colon ventrale sinistro che del colon dorsale sinistro, con la curvatura pelvica. L’uno e l’altro uniti dal mesocolon di 6 cm, sono liberi nella cavità addominale, per questo anche se la loro ubicazione normale è a sinistra, possono reperirsi anche a destra. Il colon ventrale sinistro si differenzia da quello dorsale poiché: il colon ventrale è largo 20-40 cm, nella sua parete sono presenti ispessimenti nastriformi che corrono in senso longitudinale (tenie) e ripiegature traverse (saccocce); il dorsale invece è grosso come un braccio ed ha superficie, liscia. Il passaggio dal colon ventrale nel dorsale forma la curvatura pelvica, situata normalmente a sinistra davanti al bacino o a volte dentro al canale pelvico. Il colon ventrale e dorsale destro, la curvatura sovrasternale e diaframmata, sono difficilmente reperibili all’esplorazione rettale perché troppo lontane in avanti.
  • Testa e corpo del cieco: la testa è percepibile come una larga superficie sferoidale, a destra, nel terzo superiore della cavità addominale, addossata alla parete. E’ possibile toccarla con le dita ma non è spostabile. Del corpo del cieco sono palpabili solo le parti vicine alla testa.
  • Ileo: si differenzia dagli altri tratti dell’intestino per lo spessore della sua parete, simile a quella dell’esofago. La parete è liscia. Si trova nel terzo superiore della cavità addominale, e si dirige in senso orizzontale ed obliquamente all’insù, da sinistra a destra, contro la testa del cieco. A sinistra è spostabile, mentre a destra (sbocco nel cieco) è fisso. Se costipato pende perpendicolarmente al cieco e tende a compiere movimenti di pendolo appena toccato.
  • Digiuno: non è di regola palpabile. Ma in presenza meteorismo o tumori può essere spostato verso l’alto e all’indietro, divenendo palpabile. È grosso quanto un braccio, ha pareti lisce e sottili. Le anse decorrono in spirali parallele molto mobili perché sospese da un lungo mesentere (grande mesenterio).
  • Duodeno: non è palpabile. Ha superficie liscia e grandezza di un braccio. Fuoriesce fra la testa del cieco e la parete addominale destra, e si dirige verso l’arteria mesenterica craniale.
  • Stomaco: non è palpabile, se non nelle forti dilatazioni. Si presenta come una massa sferoidale, liscia, nel terzo medio della cavità addominale, in avanti e un po’ a sinistra. Ha movimenti sincroni con i movimenti respiratori, in avanti (espirazione) ed all’indietro (inspirazione).
  • Milza: in genere palpabile. Si raggiunge uscendo dal canale pelvico e strusciando con la mano lungo la parete addominale sinistra. È un corpo carnoso completamente addossato alla parete addominale sinistra. Lo stato di ripienezza dello stomaco influisce sulla posizione della milza. Fra la milza e la parete addominale possono inserirsi anse intestinali, spostando l’organo verso il mezzo della cavità.
  • Reni: solo la metà posteriore del rene sinistro è palpabile. Lo si sente sotto l’ultima costa sinistra, fìsso nella sua sede. Si percepisce come corpo emisferico, consistente, lungo circa I5 cm, a superfìcie liscia. Si può palpare l’ilo, l’arteria renale e l’uretere (se inspessito).
  • Aorta addominale: introdotto il braccio sino al gomito, compiendo con la mano una rotazione di 180° e dirigendola contro la colonna vertebrale, si percepisce l’aorta addominale come un cordone grosso, liscio, pulsante; seguendola in direzione caudale si raggiunge davanti al bacino l’arteria mesenterica caudale e, in bacino, le arterie iliache destra e sinistra, ipogastrica, coccigea. L’arteria mesenterica craniale si raggiunge seguendo l’aorta fino all’altezza del rene sinistro, dove la si sente come un vaso pulsante, diretto all’ingiù. Una sensazione di fremito anziché di pulsazione arteriosa, sta ad indicare la presenza di un trombo. A volte è possibile palpare anche il trombo.
  • Vescica: con la mano aperta si striscia sulla regione pubica. Quando è vuota si sente un corpo carnoso grande quanto un pugno, quando è piena si percepisce come un corpo sferico, duro-elastico, a parete liscia.
  • Uretra: nei maschi si palpa subito davanti all’ano, sul pavimento del bacino, come un cordone della grandezza di un dito.
  • Anelli inguinali: si reperiscono, negli stalloni, poggiando la mano aperta sul margine anteriore del pube e facendola scorrere all’ingiù fino a toccare la parete addominale. Spostandosi poi di 15 cm a destra e 15 a sinistra rispetto la linea alba, si riscontra l’anello, costituito da una fessura lunga 5-6 cm. Sono chiaramente individuabili i cordoni spermatici che dall’anello inguinale si dirigono verso l’alto e le anse intestinali (dolenti) se sono scese ed incarcerate attraverso l’anello. – Fegato: diventa palpabile solo quando ingrossato.
  • Linfonodi della cavità addominale: si percepiscono come formazioni di varia grandezza, tondeggianti, dure, lisce, fìsse e spostabili. Nella regione dell’arteria mesenterica craniale si riesce a percepire un pacchetto linfonodale appena raggiungibile con la punta delle dita.
  • Peritoneo: il peritoneo parietale è percepibile soltanto nella parte posteriore della cavità addominale, ed è, normalmente, liscio e indolente. Nelle infiammazioni esso diviene ruvido, ricoperto di noduli e dolente.

L’esplorazione rettale, effettuata per identificare le cause che sostengono la colica, può dimostrarsi a volte insufficiente o perché le lesioni sono situate in regioni che non è possibile raggiungere o perché nulla di caratteristico è percepibile alla palpazione come nel caso della colica spasmodica dell’intestino.

Quando il reperto è negativo, è utile ripetere l’esplorazione dopo qualche tempo perché spesso esplorazioni negative, diventano positive poiché si sono stabilite le relative alterazioni anatomiche. Durante l’esplorazione rettale il cavallo risponde generalmente con premiti; quando però questi sono particolarmente forti il reperto ha un significato patologico. Si osservano nelle forti costipazioni del retto e del piccolo colon. Nei calcoli intestinali otturanti, nei cambiamenti di posizione del tratto caudale dell’intestino, nelle peritoniti. Quando si ha una costipazione fecale dell’intestino si avverte una massa globosa, più o meno pastosa, che conserva le impronte della pressione digitale; se non le conserva può essere una neoplasia. Nel meteorismo la massa conserva la fovea, ma presenta un’elasticità sui generis. È importante stabilire se il meteorismo interessa tutte le anse intestinali (meteorismo generale) o solo alcuni tratti (meteorismo locale).

I calcoli intestinali si percepiscono come formazioni dure, tondeggianti, lisce, mobili, che si reperiscono specialmente nel punto di passaggio dal grosso al piccolo colon. Lo spessore della parete delle anse intestinali si ingrossa nei processi infiammatori e di stasi. Nelle peritoniti, la sua superficie normalmente liscia, può sentirsi anche ruvida. Nei casi di torsione dell’intestino e del mesenterio si sentono dei cordoni tesi, attorcigliati a spirale, grossi, molto dolenti alla compressione, che delimitano il punto di torsione. In caso di invaginamenti questi si percepiscono come cordoni salamiformi carnosi e dolenti. L’assenza di defecazione e di feci nel retto depone per l’occlusione e la trombo-embolia. Se all’estrazione del braccio questo è coperto da muco e pseudo-membrane indica probabile occlusione.

ESPLORAZIONE RETTALE NEL CANE

Si compie con il dito medio o indice, muniti di guanti. Con questa indagine nel cane si potrà apprezzare: la presenza di feci dure e compatte; l’iperplasia della prostata nei cani maschi vecchi; eventuali neoplasie, quali il carcinoma del retto oppure anomalie a carico della prostata.

SONDAGGIO RINO-ESOFAGEO NEL CAVALLO

Viene utilizzato soprattutto per la somministrazione di medicamenti e alimenti liquidi. La sonda è formata da un comune tubo di gomma munito di mandrino: lunghezza m 1,35; diametro interno l cm; diametro estero 1,6 cm. Dopo essere stata lubrificata, la sonda viene inserita nel meato inferiore delle cavità nasali. Se si è penetrati nel meato medio o superiore si incontra ad un certo punto un ostacolo (il cornetto nasale) che stride al contatto con la sonda, che deve essere immediatamente ritirata. Tale evenienza può dar luogo ad una lieve emorragia. Per infilare il meato inferiore bisogna dare all’estremità distale del tubo un leggera ripiegatura all’ingiù. Giunti nel faringe, il cavallo compie delle deglutizioni; nel momento in cui viene compiuto uno di questi atti, spingendo la sonda in avanti si giunge in esofago. Per accertarsene, dopo aver fatto sollevare ed estendere la testa al cavallo, si spinge con le dita al disopra dei primi anelli tracheali e si percepirà il tubo nel dotto esofageo. Dopo di che si toglie il mandrino, si introduce nell’estremità prossimale un imbuto e si somministra il medicamento.

SONDAGGIO GASTRICO NEL CAVALLO

Permette l’estrazione e l’esame del contenuto gastrico e di fare una diagnosi di dilatazione gastrica primitiva o secondaria. Vengono usati un apribocca e una sonda gastrica per puledri di Marek, cioè un tubo di gomma con mandrino, lungo 2,30 metri, diametro interno 1,5 e spessore 50mm. Si applica l’apribocca e si fa mantenere da due assistenti la testa estesa sul collo. Dopo aver lubrificato la sonda, la si introduce in esofago. Il cavallo comincerà a rantolare e ponendo le dita al di sopra dei primi anelli tracheali, sentiremo scorrere la sonda lungo l’esofago. Quando la sonda giunge dove l’esofago si immette nel torace, essa incontra qualche resistenza (dovuta alla ripiegatura del condotto in quel punto) e la pressione va perciò fatta con dolcezza e cautela. Giunti nello stomaco si fa abbassare la testa dai due aiuti e si estrae con forza il mandrino. Nel caso di dilatazione primitiva dello stomaco si avrà una violenta fuoriuscita di gas, frammisto a semplice liquame, o liquido contenente tracce di sangue o nettamente emorragico (dovuto alla stasi delle vene dello stomaco per la estrema distensione delle sue pareti, con conseguente trasudazione). Nel caso di dilatazione secondaria dello stomaco, si può avere l’espulsione di materiale proveniente dall’intestino, di colore giallo-verde.

SONDAGGIO GASTRICO NEL CANE E NEL GATTO

Viene effettuato con sonde simili a quelle usate nell’uomo e di dimensioni variabili in base alla mole dell’animale. Si esegue con l’animale tenuto seduto e con la testa distesa sul collo. Si divaricano le mascelle con apribocca e si afferra la lingua con una pinza. Viene quindi applicata una sonda, che attraverso la bocca, il faringe e l’esofago, giunge allo stomaco.