In generale, è possibile intervenire sugli alimenti per detossificarli con mezzi chimici e fisici; tra i primi possiamo ricordare i trattamenti con ammoniaca (semi e pannelli di cotone, mais ed arachidi), con idrossidi di calcio, aldeide formica o etere metilico; i trattamenti fisici impiegano invece il calore secco o umido (cottura in forno, autoclave, arrostimento, torrefazione) e l’irraggiamento solare o con microonde.
Per quanto riguarda gli insilati e le granaglie, è opportuno prendere alcune semplici precauzioni:
Insilati: Per ottenere insilati di qualità è necessario che il silo sia correttamente dimensionato sugli effettivi consumi della mandria, che venga riempito molto velocemente e caricato di continuo fino al momento della chiusura; le asportazioni quotidiane d’insilato devono essere fatte con una fresa, in modo tale da asportare almeno 15 cm. dall’intera superficie esposta. Assai importante è anche la pulizia dei sili vuoti, come pure l’uso d’additivi idonei (ammoniaca, acido propionico, inoculi batterici od enzimatici).
Cereali: per quanto riguarda la granella è sempre opportuno controllare le partite, evitando quanto più possibile la presenza di cariossidi rotte o addirittura sbriciolate; se si tratta di farine, oltre ad idonea ventilazione durante i processi di molitura, è bene evitare punti di condensa negli impianti di stoccaggio, poiché in tal caso aumenta la causa principale per lo sviluppo di muffe, cioè l’umidità. Un altro fattore da tener presente è l’accurata pulizia dei sili di stoccaggio prima d’immettere nuove partite di cereali.
Una buona tattica per contrastare lo sviluppo di muffe consiste nell’aggiunta di un adeguato inibitore come ad es. il propionato di calcio o di sodio, oppure gli acidi organici, in ragione di 0,2-0.25 % se il contenuto d’umidità dei cereali è di 14-17% , oppure 0,5-0,6 % se l’umidità è nell’ordine di 18-24%. Per scongiurare la presenza di tossine è sempre meglio un’azione preventiva basata su un idoneo controllo dell’umidità per quanto riguarda la materia prima, le fasi di produzione e stoccaggio, curando la pulizia degli impianti e cercando di consumare rapidamente le partite presenti in azienda. Infine , utile ed in alcuni casi indispensabile, è l’impiego d’inibitori della crescita fungina, tanto sugli insilati (ammoniaca, acido propionico, colture microbiche ecc.) che sui mangimi e le granelle (acidi organici, propionato di calcio o sodio).
Un primo consiglio per contenere i livelli di micotossine in razione è ovviamente evitare l’impiego di prodotti palesemente ammuffiti, eliminando da foraggi e cereali chiazze fungine e “croste” e miscelando in razione gli alimenti contaminati con altri sicuramente esenti da tossine. Per mitigare gli effetti negativi delle micotossine può essere utile anche un aumento dei livelli di Vit. A, E , B1 e di Selenio, Zino, Rame e Manganese Di recente sono stati utilmente impiegati i cosiddetti “leganti”, sostanze in grado per l’appunto di legarsi alle tossine adsorbendole a livello gastro-intestinale; essi si possono suddividere in quattro categorie:
• Bentoniti.
• Alluminosilicati.
• Zeoliti.
• Mix delle tre precedenti categorie, con l’aggiunta di vitamine e altri minerali.
Dal punto di vista della composizione chimica, queste sostanze appartengono tutte alla famiglia delle argille, ma presentano diverse caratteristiche dovute anche al grado di purezza ed al maggior o minor potere adsorbente posseduto. Di notevole efficacia sembrano essere i fillosilicati (una sottoclasse degli alluminosilicati), particolarmente in presenza di tossine prodotte da Fusarium sp.
Vengono di solito aggiunti alla razione è in ragione dello 0,5 -1 % sulla sostanza secca totale. Oltre ai leganti minerali, risulta utile anche l’impiego concomitante di lieviti vivi (in particolare Saccharomyces cerevisiae) ed alcuni microrganismi (Lattobacilli e Bifidobatteri).