La neve è una forma di precipitazione atmosferica nella forma di acqua ghiacciata cristallina che consiste in una moltitudine di minuscoli cristalli di ghiaccio tutti aventi di base una simmetria esagonale e spesso anche una geometria frattale, ma ognuno di tipo diverso e spesso aggregati tra loro in maniera casuale a formare fiocchi di neve. Ha una struttura aperta ed è soffice, a meno che non sia pigiata dalla pressione esterna.
La neve si forma nell’alta atmosfera, quando il vapore acqueo, a temperatura inferiore a 0 °C (talvolta potrebbe succedere che ci siano +4 °C) brina attorno ai cosiddetti germi cristallini passando dallo stato gassoso a quello solido formando cristalli di ghiaccio i quali cominciano a cadere verso il suolo quando il loro peso supera la spinta contraria di galleggiamento nell’aria e raggiungono il terreno senza fondersi.
Questo accade quando la temperatura al suolo è in genere minore di 2 °C e negli strati intermedi non esistono temperature superiori a 0 °C dove la neve può fondere e diventare acquaneve o pioggia. Tuttavia, in presenza di uno o più dei seguenti fattori:
violente precipitazioni
violenti moti verticali
bassa umidità
aria estremamente gelida in quota
In generale per l’occorrenza della neve al suolo conta non solo il campo termico al suolo, ma anche quello degli strati atmosferici compresi tra la nube e il suolo: la neve può anche non cadere alle temperature proprie suddette in presenza di precipitazioni ovvero giungere sotto forma di pioggia pur a temperatura del suolo sottozero: questo accade a volte quando si è in presenza di una forte inversione termica caratterizzata da strati superiori dell’atmosfera a temperatura positiva all’interno del quale cristalli e fiocchi fondono tramutandosi in acqua liquida; quando quest’acqua sotto forma di pioggia raggiunge il suolo gela quasi istantaneamente a contatto con il suolo ghiacciato portando alla formazione del pericolosissimo gelicidio.
Allo stesso modo anche una prolungata omotermia verticale con temperatura costante di poco superiore allo zero sfavorisce la caduta di neve facendo fondere i fiocchi in caduta. Anche alti livelli di umidità relativa con temperature al suolo di poco superiori allo zero sfavoriscono la caduta al suolo di neve perché aumenta la conducibilità termica dell’aria, la quale fa fondere più velocemente i cristalli di ghiaccio in caduta. La neve può essere classificata come segue:
a larghe falde: è la più comune e consiste in fiocchi di neve di medie e grandi dimensioni e si verifica con temperature dagli 0 °C in su e con medio-alti livelli di umidità. La velocità di caduta, in assenza di moti convettivi verticali, risente delle dimensioni dei fiocchi.
a piccole falde: è una forma di precipitazione nevosa sotto forma di piccoli fiocchi che avviene con basse temperature e bassi livelli di umidità. La velocità di caduta è maggiore rispetto alla neve a larghe falde e dà spesso luogo a fitte nevicate. Spesso dà luogo al suolo ad accumuli di neve secca e farinosa.
Gragnola: neve finissima e leggera, che è formata da cristalli di neve circondati da uno strato trasparente di ghiaccio simile per molti versi alla grandine; cade a temperature di qualche grado sopra lo zero e con forte instabilità atmosferica cioè con aria fredda in quota e marcate correnti convettive.
Neve tonda: fiocchi di neve che, attraversando uno strato caldo dell’atmosfera, vanno ad arrotolarsi su sè stessi o i cristalli a perdere le punte arrotondando i loro bordi e prendendo così una forma più sferica;
Nevischio: debole caduta di fiocchi di piccole dimensioni;
Acquaneve: caduta di fiocchi parzialmente fusi in pioggia;
Un ultimo tipo di neve è la neve artificiale, che si ottiene attraverso tecniche di innevamento artificiale. A questa si aggiunge infine la cosiddetta neve chimica che si forma occasionalmente in presenza di forte inquinamento atmosferico in combinazione a temperature sotto lo zero ed alta umidità.