Infarto del Miocardio

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L’infarto è la necrosi di un tessuto che non riceve un adeguato apporto di sangue ed ossigeno dalla circolazione arteriosa. Con il termine di infarto miocardico si intende la necrosi di una parte del muscolo cardiaco a seguito dell’ostruzione di una delle coronarie.

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Come si manifesta l’infarto del miocardio

L’infarto miocardico si può manifestare a riposo oppure dopo un’emozione intensa. Il suo esordio clinico è brusco caratterizzato da sintomi tipici, che sono quindi facilmente identificabili nella maggior parte dei casi.

A che età si manifesta l’infarto del miocardio?

L’ infarto miocardico può verificarsi a qualsiasi età, anche se la frequenza cresce progressivamente con l’ età.  Durante la vita riproduttiva le donne sono protette nei confronti dell’ infarto miocardico, se non si associano alcune condizioni predisponenti all’aterosclerosi. Circa il 90 % degli infarti miocardici acuti trans-murali sono causati da una trombosi occlusiva intra-coronarica che si sovrappone ad una placca aterosclerotica stenosante, fessurata o ulcerata.

Fino a prova contraria, numerosi fattori, che interagiscono reciprocamente in modo dinamico, concorrono alla realizzazione di ogni infarto miocardico acuto trans-murale:

  • l’aterosclerosi coronarica severa,
  • le modificazioni acute della placca ateromasica (fessurazioni, ulcerazione),
  • la trombosi acuta sovrimposta,
  • l’ attivazione piastrinica,
  • il vasospasmo.

Infarto subendocardico

L’ occlusione di una coronaria principale determina ischemia nella intera regione anatomica irrorata dall’ arteria (la cosiddetta area a rischio), soprattutto a livello subendocardico. Mentre un danno funzionale é già marcatamente evidente 1 minuto dopo l’ instaurarsi dell’ ischemia, la necrosi miocardica coagulativa interviene solo dopo 20 – 40 minuti di ischemia severa: ciò significa che nel miocita la funzionalità é più vulnerabile della vitalità.

La terapia trombolitica

La terapia trombolitica riesce, comunque, nel migliore dei casi, a rimuovere il trombo che ha occluso l’ arteria coronaria; piccole alterazioni si determinano nella placca aterosclerotica sottostante che ha dato inizio alla formazione del trombo. La riperfusione consente, quindi, di salvare le cellule danneggiate in maniera reversibile, ma può anche modificare l’ aspetto delle cellule già colpite irreversibilmente, al momento del ristabilimento del flusso.

Le anomalie funzionali del ventricolo sinistro indotte dall’infarto sono in rapporto con le dimensioni dell’ area lesa.  La tendenza a sviluppare complicanze specifiche e la prognosi dell’ infarto dipendono principalmente dall’area lesa, dalla sede e dall’estensione trans-murale (cioè dallo spessore della frazione di parete miocardica danneggiata: sub-endocardica o trans-murale).